Wout Van Aert (Jumbo-Visma) nell’anno del Covid non solo ha ritrovato la forma dopo l’incidente dello scorso anno, ma ha anche lanciato definitivamente la propria carriera su strada. Come Julian Alaphilippe nel 2019, Van Aert ha vinto quest’anno la Strade Bianche e la Primavera, la Milano-Sanremo. In una con un’azione da lontano su un muro, non in pavé umido come nelle Fiandre di casa, ma nella polvere e ghiaia toscana; e nell’altra con una volata a due dopo aver seguito, unico nel gruppo, lo scatto sul Poggio di Alaphilippe. Nel mezzo un 3° posto alla Milano-Torino, in una volata da sprinter veri, dietro Arnaud Démare e Caleb Ewan.
Van Aert è anche di spirito, infatti alla domanda dopo la vittoria a Sanremo su cosa pensasse ora della propria carriera, ha risposto “ora posso anche ritirarmi”. Ma siamo tutti sicuri che in realtà ora ha anche la consapevolezza di poter essere un protagonista assoluto delle classiche. Fiandre e Roubaix sono nel suo mirino da tempo, e sembrano le corse fatte apposta per lui.
Nel frattempo si conferma corridore polivalente come pochi: capace appunto di tenere su uno strappo secco dietro Alaphilippe, forte in volata. Un po’ come Sagan, ma il range di Van Aert sembra persino più ampio, basti ricordare i 3 campionati del mondo in ciclocross (2016, 2017, 2018), ed il titolo nazionale a cronometro, disciplina in cui non sfigura per niente, e d’altronde si tratta del campionato nazionale belga, non di un paese in cui gli avversari manchino…
Nel ciclocross sicuramente ha sviluppato ottimo controllo del mezzo. Cosa che gli potrà essere utile nella corsa del cuore, quella che lui reputa “la regina”, la Roubaix. Ma lo si è visto anche alla Sanremo. Dopo aver scollinato sul Poggio ha detto che pensava di poter rientrare su Alaphilippe nel pezzo in piano, invece lo ha già recuperato in discesa. Alaphilippe stesso ha dichiarato che “in discesa non potevo fare la differenza“, e pure il corridore francese non è uno fermo in discesa.
Tra parentesi, Van Aert ha siglato su Strava il 3° tempo assoluto sul Poggio, a parimerito con Oliver Naesen e solo 1″ dietro Valverde e Kwiatkowski. Per farsi un’idea, Naesen, che ha caricato anche i dati di potenza, ha erogato 431W medi per i 5’42” di sforzo, con un picco di 979W. Van Aert pesa però ben 7kg più di Naesen (78kg contro 71kg). Ben pochi corridori di quel peso possono permettersi prestazioni del genere. Ieri, nessuno.
Van Aert quindi è il primo belga a vincere la Sanremo nel 21° secolo (dopo Andrei Tchmil nel 1999), e nel futuro delle classiche il suo nome potrà essere ancora scritto svariate volte negli albi. Ma non solo nelle classiche, come lui stesso sembra aver realizzato: “non conosco ancora i miei limiti e questa è la cosa più formidabile. Voglio fare ancora talmente tante cose diverse…“.
Curiosità: Gli ultimi tre vincitori della Milano-Sanremo sono italiani (Vincenzo Nibali, 2018), francesi (Julian Alaphilippe, 2019) e belgi (Wout van Aert, 2020), come i primi tre: Lucien Petit-Breton (Francia, 1907), Cyril van Hauwaert (Belgio, 1908) e Luigi Ganna (Italia, 1909).
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