Van der Poel corona il suo sogno al Fiandre

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Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix) ha “coronato il suo sogno d’infanzia” vincendo il giro delle Fiandre ieri, davanti il rivale di una vita Wout van Aert (Jumbo-Visma):

Alaphilippe ha aperto la corsa sul Koppenberg e ho capito subito che bisognava seguirlo. Sul Taaienberg Van Aert ci ha raggiunto. Eravamo i tre più forti davanti e sapevo che era l’azione decisiva. In seguito Julian è caduto urtando la moto e quindi siamo arrivati io e Wout sul traguardo. Di solito capisco se ho vinto o no, ma stavolta ho spinto talmente tanto nello sprint che non ho nemmeno guardato se avevo vinto. Non andavamo molto veloci quando lo abbiamo lanciato perché abbiamo aspettato tanto , ma avevo fiducia nel mio sprint. È un sogno d’infanzia vincere il giro delle Fiandre. Il mio inizio di stagione non è stato molto buonno, quindi ho lavorato con la squadra ed ora finire cosi è incredibile“.

Chiaramente diverse le sensazioni di van Aert:

Ho visto che Mathieu e Alaphilippe erano davanti. Non bisognava esitare, ma rientrare su di loro rapidamente. Per fortuna ci sono riuscito. A partire da quel momento eravamo i tre più forti davanti sino alla caduta di Julian”.

“Non ho gestito bene lo sprint. Sono partito stando troppo al vento, mentre avrei dovuto approfittare della scia di Mathieu, ma in ogni caso, in uno sprint a due è il più forte che vince, ed è stato Mathieu. C’è stata solo una piccola differenza, ma è stato in ogni caso il più forte. Sono contento della mia stagione, ma voglio vincere di più, quindi al momento sono per forza deluso“.

Un Fiandre memorabile, che resterà negli annali non solo per aver ripresentato un episodio, prestigioso, dell’eterno duello van der Poel/van Aert, ma anche per la drammaticità del finale sul fil di lana e del ruolo del campione del mondo Alaphilippe. L’iridato della Deceuninck è stato protagonista assoluto della corsa sino alla caduta, dando fuoco alle polveri con l’azione decisiva e sembrando in grande forma.

L’episodio della caduta è infatti una storia nella storia in questo Fiandre. Con 15″ di vantaggio sugli inseguitori, il trio delle meraviglie MVDP, van Aert e Alaphilippe, a 35km dall’arrivo, si è trovato davanti due moto: una del servizio neutro Shimano, ed una di un commissario subito dietro. Senza ragioni apparenti la moto del servizio neutro ha rallentato, costringendo la moto del giudice dietro a fare lo stesso, il tutto lungo un curvone a destra. Van Aert, in testa al gruppetto ha deviato per evitare la moto, MVDP, a ruota, ha dovuto fare uno scarto repentino per evitarla a sua volta, ma è stato Alaphilippe a scontrarsi con la spalla destra sul bauletto posteriore della moto. Alaphilippe che ha visto la moto all’ultimo, completamente coperta da MVDP e in quell’esatto istante distratto dal manipolare l’auricolare della radiolina.

Senza appello il commento di Remco Evenepoel sui social: “fottuto motociclista di merda“.

Più elaborato il Team manager dei due della Deceuninck, Patrick Lefévère: “Può essere che il motociclista Shimano sia stato incaricato dal presidente della giuria di mettersi dietro i corridori di testa ed abbia così frenato quello che seguiva, ma in ogni caso quelle moto non dovevano stare la. I piloti avrebbero dovuto posizionarsi all’esterno, perché era una curva a destra. Tutti sanno che i ciclisti cercano sempre la linea più corta, quindi era evidente che sarebbero passati la e non in mezzo alla strada. I corridori non hanno capito quello che succedeva, ed abbiamo visto bene che Mathieu era arrabbiato.”

Riferendosi alla distrazione alla radio di Alaphilippe:

Anche Van der Poel ha mancato di poco la moto anche se non parlava con nessuno. Sappiamo come funziona in bici, quando il primo riesce ad evitare un ostacolo è sempre difficile per quello a ruota fare la stessa cosa, ed ancora di più per il terzo.”

Totale: doppia frattura alla mano destra per Alaphilippe e stagione terminata. Delusione per van Aert, e sogno realizzato per MVDP, che stabilisce anche un doppio record sul Fiandre: primo nella storia a vincerlo come il padre, Adrie (1986), e primo corridore a vincerlo con una squadra Professional Continental (secondo a farlo in una classica monumento dopo Gerald Ciolek alla Sanremo 2013).

foto: Jared Gruber

Commenti

  1. In effetti addossare tutta la colpa alle moto mi pare eccessivo. I corridori che gli fanno il pelo per sfruttare le scie hanno la stessa colpa.
  2. ildoppingnonvincemai:

    Sempre più convinto che Evenepoel abbia bisogno di un tutor che gli insegni a tenere la bocca chiusa
    Sono d'accordo. In quella uscita e in un'altra abbastanza recente, si è espresso con tutta la "carica" dei suoi vent'anni. Ci sta, ma se qualche adulto lo indirizza un pò, per il futuro potrà tornargli utile. Sembra già molto maturo come corridore, ma nelle PR deve migliorare. Non è un ventenne sconosciuto qualsiasi e non può comportarsi come se lo fosse.
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