[Test] Bianchi Infinito CV disc

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La Bianchi Infinito CV disc è la versione con freni a disco della endurance bike della casa di Treviglio.

In realtà la geometria definita da Bianchi Coast-to-Coast è una via di mezzo tra quella veramente molto votata al comfort con interassi e tubi sterzo molto lunghi (tipo la Trek Domane) e le bici più “agonistiche” come la Oltre proprio della Bianchi. La Infinito ha un tubo sterzo circa 2cm più lungo della Oltre di taglia corrispondente ed un interesse solo leggermente più lungo. Nel caso specifico della taglia 59 in prova, 20cm di tubo sterzo contro i 18 della Oltre per un interasse di 102cm (101,2 per la Oltre).

Il telaio presenta la costruzione in carbonio con l’aggiunta del Countervail, un materiale composito che ha la proprietà di smorzare alcune frequenze di vibrazioni che affaticano i muscoli facendoli micro-contrarre per migliorare il comfort .

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Telaio con passaggio cavi interni e compatibilità per i gruppi elettronici.

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Ed un carro posteriore con foderi alti sagomati per accogliere il freno a disco posteriore, conservando doti di comodità e spazio per il montaggio di copertoni fino a 28mm (di serie i 25mm -Vittoria Rubino-).

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Seppur ancora molto controversi per utilizzo su strada, i freni a disco idraulici sono il cuore e la novità di questa Infinito. Bianchi ha scelto il montaggio SRAM con il Red 22 Hydro, con rotori da 160mm all’anteriore e 140mm al posteriore.

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La forcella ha il passaggio del cavo del freno interno al fodero sinistro. Molto pulito esteticamente.

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I comandi Red Hydro presentano il serbatoio dell’olio nella parte superiore del comando, che li rende un po’ pesanti esteticamente, anche se l’ergonomia è eccellente, consentendo anche una specie di presa stile “cronometro” proprio sulla sola parte alta del comando.

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Comandi che hanno una forte angolazione verso l’interno, molto ergonomica.

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Il resto della bici, oltre alla trasmissione SRAM, è montato con componenti top di gamma di FSA, dall’attacco, manubrio reggisella K-Force Light OS99, alla guarnitura della stessa serie, già da noi testata.

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Curati come sempre da Bianchi i dettagli, come si può notare dalle viti del portaborraccia celesti della Carbon-Ti.

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Le ruote sono le Vision Metron 40 per freni a disco. Cerchio in carbonio da 40mm di altezza (lo stesso con pista frenante delle Metron “normali”) con mozzi con la flangia a 6 fori per accogliere il disco.

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Completa il tutto la Fizik Aliante personalizzata Bianchi in tinta nero-celeste. Anche questa sella è votata al comfort, seppur non leggerissima.

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In generale tutta la bici non è concepita per essere un peso piuma, anche se ferma l’ago della bilancia a 7,4kg, senza pedali, in questa taglia. Un peso eccellente considerando l’inevitabile incremento ponderale dato dagli impianti frenanti (e la taglia).

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Prova

La Infinito “normale” avevamo già avuto occasione di provarla in due distinte occasioni, una sul pavé della Roubaix per il lancio del Countervail, e l’altra in Franciacorta per la presentazione della gamma. La versione per freni classici è una delle migliori bici 360° in circolazione ad opinione di chi scrive: non faticosa, comoda, facile da guidare e leggera il giusto. Le intenzioni di Bianchi di farne una via di mezzo tra una bici race ed una Endurance sono a nostro avviso pienamente realizzate. Questa versione disc ha una sua personalità propria però. Fermo restando che la geometria resta eccellente, soprattutto in termini di guidabilità, l’aggiunta dei freni a disco e l’utilizzo di queste ruote si fanno sentire. In che senso? Innanzitutto per l’incremento di peso, soprattutto a livello di ruote. Le Metron 40 complete di dischi e viteria, sganci , copertoni e camere arrivano a 2,6kg (1,7kg nude) ed in salita si sentono, soprattutto se ci si alza spesso sui pedali. Se il carattere della Infinito CV “normale” è quella di una bici adatta soprattutto ai passisti (opinione personale) questa versione Disc lo è ancora di più.

E’ una bici infatti che si fa apprezzare proprio “al passo”, con andature regolari, anche nelle lunghe salite, macinando molti molti kilometri. Che poi è la ragione di questa bici: un mezzo per lunghe cavalcate e per granfondo “vere”, quelle dai percorsi lunghi, in cui andare del proprio passo senza “sgasate” improduttive, se non occasionali. Per percorsi più nervosi dove scattare e rilanciare in continuazione è la priorità la risposta in casa Bianchi a parere di chi scrive è sicuramente la Oltre.

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Sicuramente l’aspetto più “atteso” a livello di interesse di questa bici sono però i freni a disco.

Abbiamo già detto che aggiungono peso, e forse, nel complesso, tolgono un po’ di “vivacità” a questa bicicletta (rispetto la versione freni tradizionali), ma sicuramente aggiungono anche i pregi di questo tipo di freni, che si possono riassumere nel “frenano meglio”. Se ora vi chiedete se questo “meglio” si traduce in minuti in meno nella tal discesa siete fuoristrada, questo dipende e dipenderà sempre da voi, dalle capacità e dal “pelo” di chi la bici la guida. Ma il senso di sicurezza dati dai freni a disco sono innegabili. Si tratta di un “feeling” che per essere compreso va provato. Il disco da 160mm ha potenza da vendere, e consente staccate brutali prima di ogni tornante, con il posteriore che può essere quasi dimenticato. Nessun fading riscontrato e buona modulabilità anche se bisogna prendere confidenza con la grande potenza del freno anteriore che basta solo “sfiorare” per avere frenate decise.

Anche in lunghe discese nessun problema riscontrato di surriscaldamento, con frenate sempre costanti.

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Per dovere di cronaca va segnalato che la bici ha presentato un po’ di sfregamento del disco sulle pastiglie, un fenomeno che non ha alcuna ripercussione sulla guida o altro, ma è solo fastidioso, in particolare in salita e in fuorisella.

Il rumore durante la pedalata “normale” è spesso causa di una non perfetta chiusura del quickrelease, in particolare all’anteriore, complice anche il disco più grande. Consigliato quindi serrarlo con forza ed utilizzando sganci rapidi di qualità e non ultraleggeri, ma modelli robusti da mtb. Pena il sentire il classico “zing-zing” da sfregamento:

Altra condizione in cui si sente questo sfregamento è in fuorisella. Qui probabilmente una delle motivazioni è proprio la rigidità complessiva del sistema telaio-sgancio-ruota. Opinione di chi scrive è che la soluzione migliore probabilmente sia un perno passante piuttosto che uno sgancio rapido. Cosa che ci è stata confermata dal Product Manager di SRAM come soluzione ottimale per evitare il disc rubbing. Tanto che la loro azienda (con Zipp) si sta orientando esclusivamente a questa soluzione.

Questi rumori possono sicuramente rappresentare una sgradita novità per il mondo del ciclismo su strada, mentre fa parte del bagaglio di esperienza di chi va in mtb. Ad ogni modo è un piccolo pegno da pagare per chi ricerca la massima prestazione in frenata in ogni condizione, bagnato compreso.

Nel complesso la Bianchi Infinito CV disc è una bici eccellente, che si rivolge soprattutto a chi ricerca un mezzo sicuro e confortevole per lunghe pedalate con anche molto dislivello negativo da affrontare, con un peso più che buono vista la categoria (bici con freni a disco).

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Il prezzo è di 7990eu, che per la tipologia di bici ed il montaggio proposto, top di gamma, sono in linea con la concorrenza. 950eu in più nel caso si opti per montare le Zipp 303 disc, che presumibilmente, se con perno passante, sono un’opzione da valutare.

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