A che punto è Froome?

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Chris Froome (Ineos) ha ripreso la competizione all’UAE-Tour, negli Emirati Arabi, dopo 8 mesi di assenza dal gruppo a causa del grave incidente occorsogli al Dauphiné. Alla corsa degli emirati ha solo cercato di riprendere confidenza con le sensazioni dello stare in gruppo, del ritrovare il ritmo gara e la fiducia, ma la condizione migliore pare essere ancora molto lontana.

Le consegne della Ineos, nella persona del DS Matteo Tosatto, sono state quelle di proteggerlo al massimo, ed infatti ad ogni tappa Froome è arrivato assieme al veterano Christian Knees, all’amico Salvatore Puccio ed al giovane neo-pro Carlos Rodriguez, che infatti gli fa anche compagnia in classifica generale all’83° posto, lasciando al proprio capitano l’82^ piazza.

I segni dell’incidente Froome li porta in modo molto visibile. Zoppica ancora camminando. In bici questo non gli da problemi, ma nel camminare trascina ancora un po’ la gamba operata. Ed il gomito destro, oltre ad una visibile cicatrice rossa, sporge ulteriormente all’estremità, cosa evidenziata nella classica postura a gomiti larghi che Chris adotta in bici.

Froome ha spiegato ai microfoni dell’Equipe: “Due o tre mesi fa potevo a malapena camminare. Terminare una tappa come questa (la prima dell’UAE-Tour -ndr-) non è niente di incredibile, ma lo prendo come una vittoria personale. Il cammino per ritrovare il mio livello migliore è ancora lungo, ma le prime sensazioni sono molto buone. Mi era mancato il mettermi il numero sulla maglia, discutere nel gruppo, poter sgomitare un po’ per tenere la posizione”.

Alla 3^ tappa, con l’arrivo sulla salita di Jebel Hafeet, dove Adam Yates ha fatto il vuoto, Froome si è limitato a salire del proprio passo, arrivando 11′ dopo Yates. Ma resta positivo: “Ci metterò due o tre mesi a ritrovare il mio livello. Al momento non sono in grado di vincere questa corsa, ma visto come si sta svolgendo dovrei essere in grado di finirla. Molti corridori sono venuti a dirmi che sono contenti di avermi rivisto , che sono la prova che si può rientrare dopo una lunga assenza. Le mie aspettative non sono grandi, ma sono di nuovo un corridore ciclista ed è già grandioso“.

Parole che grondano di attitudine positiva, ma rivelano anche l’incertezza in cui vive Froome e la Ineos. Il suo calendario si delinea girono per giorno: dopo l’UAE-Tour Chris andrà in ritiro in Sud-Africa ad allenarsi per poi “cercare di essere al via” del Giro di Catalogna (23-29 Marzo), che sarà il primo e vero proprio test per vedere cosa fare in seguito. Al momento Froome non risulta iscritto a nessuna altra gara, tantomeno il Tour de France.

Nel frattempo un altro atleta che sta recuperando da un brutto infortunio da un buon segnale, Wout Van Aert, in ritiro a Tenerife ha sfilato l’altro giorno un KOM su Strava proprio a Froome:

Auguriamo a Froome che possa barattarlo con il pieno recupero.

 

Commenti

  1. Penso che per il Tour ci voglia un miracolo. A quegli altissimi livelli, riconquistare anche 1 solo watt è un'impresa.
    Spero per lui che ce la faccia per il Tour.
  2. samuelgol:

    Io gli do più tempo x avere risposte. 1 mese da oggi è poco. Non è in ritardo di forma perché punta al Tour. È in ritardo perché si è massacrato. E fra un mese sarà ancora molto indietro, troppo x capire se potrà essere pronto x il Tour. Secondo me.
    Non a caso prima di un mese in gara non ci torna. Ora, coronavirus permettendo, se ne torna in Sudafrica dove se ne sta tranquillo (sicuramente meno stress, meno gente intorno) e con un buon clima. Al Catalogna (forse) riprova la gamba e poi, come ha detto lui stesso, vedrà giorno per giorno. Poi in Fondo lui è Froome e la sua squadra è la Ineos. Un posto per lui in squadra glie lo torvano e, allo stesso tempo, se lui non c'è la squadra non ha problemi a rimpiazzarlo. Questo dovrebbe garantirgli una certa tranquillità mentale che fa sempre bene.
  3. andrea:

    io credo che anche se Froome è un calcolatore, se avesse avuto la condizione o vicino, qualche sgassata l'avrebbe data anche solo per dimostrare agli sponsor e al mondo che lui c'è ancora.
    Io non credo. Froome è una delle persone più ragionevoli e pazienti che circolino nell'ambiente del ciclismo. In ortopedia la riabilitazione passa per un processo stabile e costante di rafforzamento e, soprattutto, in questa fase tutto è ancora molto fragile e precario. A quei livelli (anche in coda al gruppo ormai si viaggia con sollecitazioni già così molto pesanti), una sgassata è uno stress pericolosissimo, d'altro canto, della UAE credo che poco importasse all'Ineos che, si capisce dal relativo impegno che pone in tutte le altre corse, è sempre focalizzata su tre GT e poco altro. Poi, per carità, la competitività di Froome in funzione tour è cosa non semplice, anche perché in questi otto-dieci mesi ho la sensazione che, femore o non femore, il ciclismo si molto cambiato e che i nuovi giovani leoni abbiano creato una situazione molto imprevedibile per tutti. Resto un grande ammiratore di Froome, come atleta e ancor di più come uomo, e continuo a sperare che il quinto Tour se lo porti a casa, ma non sarà facile a prescindere...
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