[Test] Nuova Canyon GRIZL

104

Canyon lancia oggi la sua nuova bici da gravel, la GRIZL, una bici che viene definita da Canyon “la nostra interpretazione di bici Gravel che fa tutto, va dappertutto, ed è tutto ciò di cui hai bisogno. Pronta per pedalate indimenticabili, da gite di un giorno a lunghi viaggi in bikepacking, progettata con la funzionalità di un coltellino svizzero e con il DNA Canyon comprovato ad alte prestazioni. Veloce su terreni misti, capace su tracciati difficili, pronta per una vera avventura“.

La Grizl si pone quindi  come bici più versatile della Grail, l’iconica bici col doppio manubrio di Canyon, che resta a catalogo. Più adatta ad avventure a 360° e non solo gravel veloce, con molteplici attacchi  per borse, passaggio cavi integrato per l’eventuale montaggio di un reggisella telescopico, e passaggi  ruota abbondanti per poter montare coperture  da Mtb.

La Grizl è disponibile in due livelli di piattaforma: il modello Grizl CF SL e quello premium Grizl CF SLX, con il suo telaio superleggero in carbonio da 950 g (verniciato, taglia M). Tutti i modelli presentano la geometria Gravel Pro della Grail, in sette taglie di telaio, da 2XS a 2X; con  le 2XS e XS che montano ruote più piccole da 650B, mentre le taglie più grandi girano su 700C. 

Le Grizl montano di serie  pneumatici tubeless ready da 45mm (contro i 40mm della Grail), ma possono montare  coperture sono a 50mm  (2.0′) con ancora 6mm di tolleranza.  Canyon sconsiglia il montaggio di coperture più grandi, che andrebbero a rovinare la vernice dei passaggi ruota in terreni fangosi, o peggio, bloccare le ruote.

La Grizl è compatibile con dischi da 160mm (montaggio standard) e 180mm. Non con i 140mm. Il telaio è compatibile sia per monocorona che doppia.

Per aumentare la versatilità della Grail, la Grizl è stata dotata di numerosi attacchi per le borse e farne una bici da bikepacking: uno sul tubo orizzontale, due sulla forcella (uno per stelo) con una capacità massima di 3kg a stelo. Oltre a 3 portaborraccia, di cui uno nella parte inferiore del tubo diagonale (solo nelle versioni CF SLX). La Grizl è compatibile con i parafanghi prodotti dalla Curana per la Grail.

Canyon ha sviluppato in collaborazione con Apidura, azienda di riferimento nel settore bikepacking, una serie di borse su misura per la Grizl. Le borse Apidura x Canyon sono mutuate dalla serie Race e Backcountry di Apidura, ovvero borse leggere, impermeabili e abbastanza robuste per affrontare qualsiasi percorso. La collezione è disponibile esclusivamente su Canyon e Apidura.com. 

L’entry-level Grizl CF SL sarà disponibile da €1.999 a €2.699, e la top di gamma Grizl CF SLX avrà un prezzo compreso tra €4.499 e €4.599. Tutti i sette modelli della famiglia Grizl saranno disponibili dall’11 maggio, esclusivamente su Canyon.com.

Test

Abbiamo potuto provare la Grizl provando a saggiarne la versatilità su veri sentieri montani. Avendo provato varie volte la Grail e pure la Grail:ON, conosco molto  bene la geometria e la trovo eccellente per giri lunghi su strada e maneggevolezza sui sentieri. La versione provata è la CF SL 8.

Su asfalto la Grizl scorre via abbastanza bene, anche se il peso di 9,7kg in taglia XL si fa ovviamente sentire, soprattutto se con borracce piene, borse, etc.. D’altronde la Grizl si propone come bici non da “prestazione”, ma come mezzo per lunghe ore in sella in comodità. Comodità che c’è tutta, in particolare la flessibilità del reggisella-piantone, che mi è parsa superiore alla Grail. Molto comoda la sella Fizik Argo Terra, che presenta i due canali di seduta molto imbottiti e morbidi e quindi particolarmente confortevoli.

In compenso ho trovato la larghezza di 150m della seduta un po’ eccessiva, con conseguenti sfregamenti della parte interna delle cosce, che spesso mi ha obbligato a stare un po’ in punta.

La bici che ho avuto a disposizione era montata con il gruppo Shimano GRX con corona doppia (48-31 e 11-34). Personalmente è una soluzione che a me piace, e la trovo più versatile delle monocorona (Ekar a parte), senza avere svantaggi particolari. Spaziature e rapporti sempre ottimali quindi anche in pianura.

Con un passo costante però, anche 1200mt di salita in unica dose si fanno senza intoppi.

Quando si mettono le ruote su singletrack la Grizl entra nel suo territorio, con una geometria perfetta e grande maneggevolezza. In particolare il manubrio in alluminio molto largo combinato con i domandi GRX montati con angolatura verso l’interno la rendono molto controllabile anche in presa alta.

Quando la discesa si fa più impegnativa la presa bassa è d’obbligo e consente ottimo controllo. In questo frangente l’ho trovata migliore della Grail. Il manubrio “doppio ponte” della Grail, in presa bassa è un po’ scomodo nella parte in cui il manubrio”inferiore” si congiunge con la parte cura, ovvero proprio in corrispondenza dell’incavo del pollice, rendendo la parte un po’ spessa e fastidiosa per periodi prolungati. Il manubrio classico della Grizl invece consente di mantenere la posizione per molto tempo senza fatica per le mani.

Eccellenti i freni GRX, molto potenti e modulabili, non hanno mai dato segni di affaticamento anche in lunghi pezzi a freni tirati. Molto bella ed utile la finitura “abrasiva” delle leve che dà un bel feeling anche senza guanti, garantendo un ottimo grip.

Idem i copricomandi in gomma con ampie nervature orientate in modo da non permettere alle mani di scivolare, anche se bagnate.

Ottimi anche i copertoni Schwalbe G-ONE Bite da 45mm, che ormai ho utilizzato moltissime volte ed in varie misure, e sono sempre una conferma.

Eccellenti in ogni condizione, dall’asfalto alla terra compatta alle rocce al fango. Ovviamente non eccellono in nessun campo, ma è il loro punto di forza, in particolare su una gravel. Unico neo le radici bagnate su cui non danno grande sicurezza.

Nel complesso un’ottima bici che consente di divertirsi per lunghe giornate in sella senza preoccuparsi di quello che ci si troverà davanti.

 

Commenti

  1. skogkatt:

    A me sulla Grail AL mi si è scolorita una zona dove batte sempre il cavo del freno, sul davanti dello sterzo, tra il freno e il punto in cui il cavo entra nel telario... Sarà un cm, un cm e mezzo, ma dai e dai il cavo ha strusciato la verniciatura. E vabbé
    Riesci a mettere una foto? grazie
  2. Sarà anche meno di un centimetro, a vederlo bene. 5-6 mm. L'adesivo di protezione (messo di fabbrica) è giusto poco più in basso. A riposo il cavo infatti batte lì, ma in corsa alla fine struscia pochi mm più in alto.
    Scusate ma ogni volta che posto una foto il forum me la mette girata di 90° verso sinistra... Boh
  3. Buongiorno a tutti.
    Dunque, prima uscita con la mia Grizl nuova di pacca.
    Ho fatto un pò di asfalto su e giù senza grandi pendenze, poi una bella salita (sempre su asfalto) con delle pendenze ripide per circa un'oretta. Direi tutto bene, la bici è un piacere da portare in queste condizioni.
    Poi sono sceso su uno sterrato un pò al limite per una gravel, almeno, secondo me.
    Pendenze elevate, sassi, terra smossa, ecc.. Essendo abituato con una mtb full, la differenza è enorme, ma questo lo sappiamo tutti.
    Direi che la bici si è comportata egregiamente anche in queste condizioni limite.
    In certe situazioni ho dovuto uscire dalla sella e mettere il sedere dietro; in quei momentoi ho pensato che, forse, un bel telescopico anche sulla gravel, non ci starebbe per niente male. Insomma, se lo avessi avuto, lo avrei usato mooolto volentieri.
    I freni sono risultati efficaci e la stabilità complessiva mi ha soddisfatto.
    Sono anche caduto ribaltandomi per un errore mio e per situazioni particolari. In pratica, ero alzato da sella, ma con le mani sulla parte inferiore del manubrio in un tratto a media pendenza (in discesa ovviamente).
    Credo che la mia posizione in quel momento fosse errata perchè il mio baricentro, rispetto a quello della bici, era troppo alto e avanzato. Infatti ero sì sollevato dalla sella, ma il sedere non era fuori sella all'indietro, ma solo alzato.
    Insomma, devo aver preso un sasso piantato a terra, a bassa velocità, posizione errata in sella e mi sono ribaltato.
    Avendo spd, la bici mi ha seguito per un bel 360° poi si è sganciata. Danni zero all bici, io escoriazioni e gonfiamenti su entrambe le ginocchia, sulle mani (guanti con dita scoperte) e sulla spalla destra.
    Una considerazione: senza telescopico, portare il sedere all'indietro fuori sella diventa difficoltoso e rischioso perchè le palline e la proboscidina sbatto sulla parte posteriore della sella ed in caso di "botta" un pò forte sulle ruote il rischio che si trasmetta alle parti deboli maschili è molto elevato.
    Altra considerazione: la presa superiore del manubrio, in condizioni di fondo estremo (per gravel intendo), non consente di controllare la bici in maniera ottimale specialmente quando si è con i freni tirati. Paradossalmente mi sono trovato meglio con la presa inferiore anche perchè mi è risultato più facile tirare le leve dei freni.
    Queste sono le mie opinioni personali dopo la prima uscita che, a mio modo di vedere, reputo molto impegnativa non tanto per la distanza percorsa, quanto per la difficoltà del tracciato, specialmente in discesa off road.
Articolo precedente

Giro 2021: Taco Van Der Hoorn vince la terza tappa

Articolo successivo

Giro 2021: Joe Dombrowski vince la 4^ tappa, Alessandro De Marchi è la nuova Maglia Rosa

Gli ultimi articoli in Test