In questo strano periodo di pandemia in cui molte squadre sono costantemente alla ricerca di sponsor per poter continuare la propria attività, e tanti corridori fanno fatica a trovare contratti, sia per entrare sia per restare nel mondo professionistico, c’è una sorta di nuova tendenza nell’andare a cercare atleti in altri sport.
L’esempio più noto ed eclatante è l’attuale n°1 mondiale e fresco vincitore del Vélo d’Or, Primoz Roglic, che proviene dal mondo del salto con gli sci, come viene ripetuto in ogni telecronaca e articolo fino allo sfinimento. Meno noto quello del canadese Michael Woods (EF Education First) che ha iniziato come mezzofondista nell’atletica (stabilendo anche un record giovanile nei 300omt e vincendo l’oro ai giochi panamericani nei 1500mt nel 2005). Ma ci sono anche altri esempi, sempre dal mondo dello sci, come l’ex sciatore di fondo spagnolo Marti Vigo, 23 anni, già olimpionico a Pyongyang nel 2018.
Vigo, nella stagione estiva si allenava in bici, in Mtb e Bdc, ed un giorno ha accompagnato in un giro l’amico Sergio Samitier, professionista alla Movistar e come Vigo nativo di Barbastro, in Aragona. Vista la prestazione di Vigo, Samitier lo ha invitato a prendere contatto con Patxi Vila, ex-pro e direttore tecnico della Movistar, il quale ha prima analizzato i file degli allenamenti di Vigo e poi lo ha sottoposto a delle prove più approfondite nel centro specializzato di Hondarribia. I risultati ne hanno decretato le potenzialità fisiche da “portento”.
Vigo ha però dovuto dimagrire da 73 a 69kg prima di affrontare le prime gare in seno al team amatoriale El Telco,m On Clima Osés (che quest’anno fornirà anche Abner González alla Movistar e Reuben Thompson alla Groupama FDJ), timbrando subito un 6° posto al campionato aragoniense. Vigo è stato quindi notato da Maurizio Fondriest, il quale ne è diventato agente, procurandogli il passaggio al professionismo nel Team Androni-giocattoli Sidermec di Gianni Savio. La squadra che ha lanciato Egan Bernal al professionismo.
Altro sciatore a fare il passaggio nel professionismo ciclistico è lo sci-alpinista tedesco Anton Palzer, 27 enne bavarese, che dall’aprile 2021 correrà per la Bora-Hansgrohe.
Il Team Manager della Bora, Ralph Denk (nella foto sopra a sx) ha dichiarato: “Abbiamo sempre detto che avremmo reclutato corridori da altri sport…non dico che Toni lotterà per il Tour de France in due anni, ma vediamo in lui un grande potenziale, in particolare in montagna“.
Palzer non ha alcuna esperienza in gara in Bdc. Anche qui sono i numeri ad aver parlato, in particolare una Vo2max “eccezionale”, secondo Helmut Dollinger, allenatore della Bora, comprovata dagli allenamenti che Palzer ha fatto dalla scorsa primavera in compagnia del futuro compagno di squadra Lukas Pöstlberger.
Non viene dallo sci, ma dal triathlon Javier Romo, basco 21enne, che ha corso la prima gara ufficiale in Bdc a luglio e poi la seconda ad agosto: la cronometro ai campionati nazionali U23, dov’è arrivato 7°. La quarta l’ha corsa il giorno dopo, vincendo il titolo spagnolo su strada U23. Detto fatto è stato messo sotto contratto dalla Astana sino al 2023.
Infine, il fresco vincitore del titolo mondiale di ciclismo virtuale, il canottiere tedesco Jason Osborne, il quale non ha firmato contratti, ma ovviamente ha suscitato notevole interesse già dall’anno scorso, quando ha cominciato a macinare KOM su Strava davanti professionisti WorldTour (suo il KOM sul Pordoi da Canazei, Cipressa lato Sanremo, etc..), mostrandosi capace di una “sparata” notevolissima su salite corte. Per ora i suoi unici risultati in vere gare su strada sono l’8° posto nella cronometro ai campionati nazionali tedeschi 2018 (+ 3’40” da Tony Martin in 45km) ed il 6° posto nella stessa gara 2019 (+1’27” da Martin in 35km), ovviamente unico “amatore” dietro corridori WT, come appunto Tony Martin, Nils Politt, Jascha Sütterlin, Max Walscheid o Maximilian Schachmann.
Presumibilmente il suo passaggio al professionismo su strada è solo rimandato a dopo le olimpiadi di Tokyo dove farà parte della nazionale tedesca di canottaggio.
E, ripeto, a livello giovanile la tessera giornaliera FCI non penso esista.