Il motivo delle lunghe attese per una bici nuova

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Se la pandemia di coronavirus ha avuto e sta avendo effetti nefasti su tanta parte dell’economia non è il caso per il settore del ciclismo. Il mondo ciclo sta vivendo un periodo di “boom” senza precedenti, perlomeno in un lasso di tempo cosi breve, ovvero dalla fine dei Lockdown vari dallo scorso inizio di maggio.

La gente ha riscoperto la bicicletta come mezzo di trasporto per ovviare ai mezzi pubblici, molti politici nel mondo hanno promosso la costruzione di piste ciclabili, o la pedonalizzazione di varie aree urbane. Un po’ ovunque sono stati istituiti bonus per l’acquisto o la manutenzione di biciclette. Questo, oltre alla voglia di fare esercizio fisico senza intrupparsi al chiuso in palestre, è servito a lanciare le vendite di biciclette nuove ed ovviamente gli accessori correlati. Il tutto in un lasso di tempo molto breve.

Tutto questo porta con sé delle conseguenze. In primis durante i mesi di chiusure totali in giro per il mondo le catene produttive si sono fermate.

Queste chiusure hanno un impatto sulla disponibilità di biciclette e componenti. Restringiamo ora il discorso al settore che ci interessa qui, ovvero l’high-end del mercato biciclette, non le biciclette di bassa gamma o “da supermercato” (sotto i 1000$), ma le bici da corsa e mountainbikes di cui trattiamo quotidianamente.

Dal lato delle aziende produttrici di bici complete la disponibilità varia in base alle dimensioni e le politiche delle stesse. Aziende molto grandi che hanno legami di lungo termine con terzisti e fornitori vari hanno risentito meno delle chiusure primaverili e della carenza di produzione.

Come ci spiega Simone Maltagliati, Marketing Manager Italia di Cycling Sports Group (GT, Cannondale, Fabric):

In generale, la disponibilità di prodotto sul mercato è molto ridotta a causa dell’eccezionale domanda di questi ultimi mesi alla quale le aziende non sono riuscite a far fronte. A maggio e giugno abbiamo presentato i nuovi modelli Scalpel e Topstone con consegna immediata e questo ci ha permesso di soddisfare in parte la richiesta di biciclette xc e gravel. Da quest’anno la nostra azienda ha deciso di sganciarsi dalla collezione annuale, permettendo una maggiore continuità dei modelli e minore obsolescenza degli stessi. A tutto vantaggio del rivenditore e del consumatore. Ci aspettiamo che la domanda di biciclette continui ad alti livelli anche per il prossimo anno. Per questo abbiamo aumentato notevolmente la capacità produttiva e la flessibilità delle nostre linee di montaggio ma dobbiamo fare i conti con la disponibilità di componentistica da parte dei nostri fornitori. I rivenditori che avranno programmato gli acquisti adesso, saranno sicuri delle consegne e si accaparreranno le biciclette a discapito di chi non lo ha fatto la giusta programmazione. Molto probabilmente in primavera ci sarà ben poco prodotto disponibile nei magazzini delle aziende, da acquistare al pronto“.

Cosa che viene confermata da Rudy Pesenti, Media & Events Manager di Trek Bicycle Italia:
Ai nostri rivenditori sono stati consegnati tutti i modelli 2021 previsti, in base agli ordini assegnati. Hanno avuto un buon rifornimento dei nostri prodotti che hanno venduto con estrema reattività, data la grande richiesta di mercato. Ordinando ora una bici c’è un tempo di attesa variabile in base ai modelli, sicuramente nessuno era preparato ad una richiesta di bici così importante in questa stagione che sembrava compromessa dal periodo di lockdown. La disponibilità immediata dei vari modelli in negozio dipende molto dalla programmazione di acquisto che è stata effettuata da parte del rivenditore. Quello che stiamo per terminare è stato certamente un anno record in termini di volumi e fatturato, e come Trek ci stiamo attrezzando per aumentare la capacità produttiva e riuscire a restare al passo con la crescente richiesta dei nostri prodotti da parte dei consumatori finali
Al momento l’anello debole per la disponibilità, come confermato da diverse aziende di varie dimensioni, viene dai produttori di componenti, in particolari trasmissioni. Ci siamo informati presso i principali player di questo settore, e quello che ci è stato detto è che al momento non esistono magazzini di prodotto, ma lavorano solo sull’ordinato dai distributori locali e dai produttori di telai. Dopo un paio di mesi di crollo degli ordini dovuto al lockdown la produzione quindi procede normalmente, ma con ordinativi di gran lunga superiori alle aspettative e programmazioni. Allo stesso tempo non c’è la volontà né di fare magazzino per gli elevati costi che questi hanno oggi ed il rischio di trovarsi con prodotti invenduti, né la volontà di incrementare la produzione tramite nuovi impianti, non sicuri che questa fase espansiva duri a lungo, oltre al poter essere condizionata da nuove chiusure.
Le consegne delle bici 2021 sono quindi fortemente condizionate. E questo ha anche un impatto sulla presentazione e consegna dei modelli 2022. Anche se la situazione, al netto di nuove chiusure, si sta normalizzando dal lato fornitori di componenti.
Insomma, se le vendite in media si sono triplicate, lo stesso passo deve essere mantenuto dalla pazienza dei consumatori.

Commenti

  1. robeambro:

    Almeno da quello che leggo nella discussione
    ...come spiegato dipende da come e cosa hanno ordinato i vari rivenditori. Poi ovviamente per ognuno è comodo scaricare il barile sul livello precedente...sino a prendersela con noi...ma stiamo qui apposta! :ola:
  2. pietro1973:

    Si dice che sia shimano in ritardo, tra incendio di capannoni e lockdown (che mi sembra sia in Giappone che nei paesi dove produce non ci sia mai stato come e’ accaduto da noi) non so se sia una leggenda metropolitana oppure abbia un fondo di verità
    L' incendio del capannone Shimano è dell' anno scorso (se non del 2018) e centrava con il mancato approvvigionamento delle guarniture del gruppo XTR che avevano un trattamento superficiale particolare. Il settore strada non ne era interessato.
    Shimano in Giappone non produce più fisicamente ma assembla solo coi componenti della sua supply chain, che sono prevelamente Cina, India e Malesia.
    Questi 3 paesi sono andati in lockdown per cui a sua volta Shimano non ha potuto assemblare i gruppi, ed è il motivo per cui adesso se chiedi un telaio ti danno X giorni/mesi mentre se chiedi una bici completa ci vogliono 6 mesi.
    I più colpiti sono chi si rifornisce prevalentemente in Oriente, dove i lockdown ci sono stati ed anche pesanti, e non stanno dietro le richieste, che siano telaio o componenti.
    Poi, per alcuni marchi questo è più evidente di altri, perchè ovviamente sono stati presi in mezzo tra ordini che non si aspettavano, programmi di produzione fatti l'anno scorso, lockdown vari e tempi fisici per mettere su altre produzioni di bici.
    Es. concreto : ho programmato di fare X milioni di tarmac SL7, me ne hanno chieste il 40% in più. I primi che l'hanno presa buon per loro gli altri aspettano il prossimo lotto di produzione (che sarà fra tot mesi)
    E vale ovviamente per tanti altri.
    Shimano ha dismesso la produzione in Giappone, sia pesca che bici, decenni fa per via dei costi di produzione altissimi.
    Attualmente in Shimano è in corso una grossa rivalutazione della supply chain visti i problemi che si sono trovati, però , per esperienza personale, sono giapponesi, per cui non faranno sicuramente investimenti in termini di magazzino (non è la loro filosofia lavorativa) e semplicemente miglioreranno quello che hanno in tempi relativamente stretti. Rifare tutto vorrebbe dire bloccare tutto per anni, e non possono permetterselo.
    Si sta salvando chi produce parti nel continente americano dove li sono autonomi (es. se chiedi una bici Trek completa ci va 6 mesi mentre se prendi un telaio che arriva da Waterloo e te lo devono fare ci vanno dai 20 ai 90gg a seconda del modello)
  3. Strano che ordinano bici senza prendersi manco un acconticino... Buon per te. Se i tempi si allungassero troppo, ci dovrai litigare di meno.
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