La Roubaix ancora a rischio

19

La Paris-Roubaix, “l’inferno del nord”, già l’anno scorso è stata prima rinviata da Aprile ad Ottobre, quindi annullata due settimane prima a causa della pandemia. Quest’anno rischia la stessa sorte, infatti il prefetto della regione Nord, Michel Lalande, ha dichiarato stamattina a radio France Bleue Nord che “vedo il cielo meno blu” riferendosi alla situazione di Lockdown in cui è costretta la regione attualmente, e quindi ad un’ulteriore possibile cancellazione.

Dopo che gli è stato fatto notare che altre corse sembrano volersi svolgere regolarmente, in particolare a pochi chilometri oltre il confine, in Belgio, il prefetto ha tagliato corto: “mi devono spiegare la coerenza con la prevenzione e tutto il resto“.

Alla domanda quindi se l’11 aprile prossimo la Roubaix si farà o no, Lalande ha risposto: “Vi garantisco lo scoop quando verrà il tempo della risposta, ma potete indovinarla“.

Molto poco blu il cielo sopra il pavé.

 

Commenti

  1. Soluzione olandese. Circuito. Se riescono a fare un anello di 20-25 km con uno o due tratti di pavé possono farlo così. E a quel punto il distanziamento è gestibile. Considerando che sono tutte stradine molto intrecciate tra loro (basta vedere la planimetria) non dovrebbe poi essere così difficile.
  2. Corvo Torvo:

    Soluzione belga adottata lo scorso settembre con successo:
    1) si mantiene un profilo basso e si finge che vada tutto bene fino al giorno della gara.
    2) Si chiede alla gente di stare a casa.
    3) si presidiano e circoscrivono arenberg, carrefour de l'arbre e gli altri settori più affollati (piuttosto semplice perché hanno un ingresso e un'uscita)
    4) Terminata la gara i media dichiarano che la situazione è precipitata e serve un lockdown

    ...
    Il punto 3 non è proprio così. Gli accessi per arrivare sui tratti di pavé sono parecchi.
  3. bianco222:

    Ma oggettivamente impedire l'accesso a 260 km di strade è complesso (considera anche che le forze dell'ordine sono molto impegnate altrove). Chiudere un circuito di 30 km con (presumibilmente) non più di una dozzina di accessi è molto più semplice. All'Amstel hanno fatto così: circuito chiuso, divieto assoluto di accedere e via. E la gara riescono a farla. L'altra opzione sarebbe stato cancellare tutto per il secondo anno di fila. Certo per ASO non è un problema (economicamente possono assorbire qualunque cancellazione a parte il tour) ma per gli organizzatori olandesi sarebbe stata una mazzata non idifferente.

    Poi in fondo senza bisogno di andare indietro a guerre mondiali o altre epidemie, spesso i percorsi "tradizionali" vengono modificati per venire incontro ad esigenze varie come anche dei banali lavori stradali o delle frane (vedi la Sanremo che quest'anno non ha fatto l'iconico Turchino).
    Il tuo discorso è assolutamente logico, temo però che l'ente che si occupa dell'organizzazione, visti i diktat della prefettura, preferisca lasciar perdere.
    Alla Paris - Nice ho visto anche che, nonostante gli inviti a non andare sul percorso, di gente per strada ce ne era, ben più che nelle gare italiane (così sfatiamo pure 'sto mito che noi siamo sempre il peggio del peggio e tocca guardare sempre quello che fanno all'estero).
Articolo precedente

Jasper Stuyven ha vinto la 112a Milano-Sanremo

Articolo successivo

Affittare una bici con Decathlon Rent

Gli ultimi articoli in News