Il ritorno della Molteni

La Molteni è stata negli ’60 e ’70 quello che oggi è la Sky. Dal 1958 al 1976 il salumificio Molteni di Arcore fu lo sponsor della squadra, prima italiana poi belga, più vincente dell’epoca. Dal 1971 al 1976 fu la squadra di Eddie Merckx, che in quegli anni vinse 4 Tour de France, 3 Giri d’Italia, 4 Liège-Bastogne-Liège, 4 Het-Volk, la Paris-Roubaix ed il Fiandre.

Dalla fine della squadra nel 1976 (il salumificio chiuse nel 1986) la maglia Molteni è diventata un oggetto per collezionisti o gli immancabili amanti del passato sempre presenti nel ciclismo. È riapparsa però in forma ufficiale alla 6 giorni di Londra sulle spalle delle coppie Roger Kluge-Theo Reinhardt e Adam Blythe-Jon Dibben.

Il motivo della reincarnazione della mitica maglia “camoscio/blu” è spiegata dall’ufficio stampa dell’evento:

L’operazione messa a punto con gli organizzatori della Sei Giorni di Londra non ha alcuna finalità commerciale, considerando che il marchio Molteni è uscito dal mercato da moltissimi anni, né prelude a nuove attività di sponsorizzazione da parte della famiglia Molteni nel mondo sportivo. L’intendimento è piuttosto ricordare la figura di Ambrogio Molteni ed il suo impegno nel ciclismo annunciando proprio a Londra un’importante iniziativa di solidarietà.
La famiglia Molteni ha infatti avviato la costituzione di una Fondazione intitolata ad Ambrogio Molteni.
Mario e Pierangela Molteni, figli del fondatore della squadra, sono venuti a Londra per presentare questo importante progetto il cui lancio ufficiale è previsto nel primo bimestre del 2019. 

Mission della Fondazione sarà portare un aiuto concreto ad ex professionisti del ciclismo mondiale in difficoltà perché caduti in indigenza o rimasti vittime di infortuni invalidanti o per diverse vicissitudini. L’attenzione della Fondazione potrà riguardare anche casi di giovani talenti il cui cammino verso il successo nel ciclismo professionistico sia stato compromesso da gravi incidenti.
L’appuntamento di Londra segna dunque l’avvio di questa iniziativa che si tradurrà in attività di charity e di fund-raising per poter dare almeno a qualche ex corridore il sollievo morale ed economico di cui ha bisogno. 
In tutto lo sport non è raro incontrare storie molto amare di protagonisti caduti in disgrazia – spiega Mario Molteni – a causa di disavventure, scelte sbagliate o ogni altro tipo di circostanza; il ciclismo non fa eccezione in tal senso, talvolta anche per le conseguenze di gravi episodi traumatici in corsa o in allenamento. Il nome della nostra famiglia ha significato molto nel ciclismo e noi vogliamo appunto ricordare nostro padre impegnandoci nell’attivare un circuito virtuoso che possa portare sollievo ai protagonisti meno fortunati del nostro sport”.

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