Intervista a Doriano De Rosa

Spesso, oggi, per screditare un qualche prodotto o un qualche marchio si usa dire che è “solo marketing”. Come a dire solo facciata, etichette, immagine, belle parole o paroloni in inglese e spiegazioni tecnico-scientifico piuttosto vaghe e fumose. Altrettanto spesso anche queste critiche sono a volte più frutto di preconcetti o pre-giudizi che altro. E molto spesso il risultato di questo gioco tra “solo marketing” e pre-giudizi è a somma zero.

Doriano De Rosa è una persona che mi ha sempre colpito perchè sfugge a questo gioco. Non è uno che si mette in mostra, che ama giocare con le parole ed i paroloni, e non è nemmeno uno che trancia giudizi netti magari senza giustificarli, ma rende bene le varie sfaccettature e la complessità del mondo della fabbricazione di bdc.

 

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L’intervista che segue è una sintesi di una lunga conversazione che ho intrattenuto con lui all’interno della fabbrica De Rosa in un pomeriggio domenicale.

Bdc-Forum (Bdc): Quando hai iniziato a fare telai?

Doriano De Rosa (DDR): Ho cominciato a lavorare in fabbrica molto presto a 14 anni. Nel 1975. Non sono il più vecchio telaista in circolazione, ma come anni di esperienza mi difendo bene (ride)

Bdc: Ovviamente hai iniziato con acciaio a congiunzioni e saldobrasatura…

DDR: Per niente. Ho iniziato con la lima. Per due anni, e sottolineo due anni, ho solo limato tubi e congiunzioni.

Bdc: Mai saldato niente per i primi due anni?

DDR: No. Ho cominciato da zero e credo che quei due anni di sola limatura mi abbiano insegnato tantissimo. Ho acquisito una manualità che mi sarebbe servita tantissimo dopo. All’epoca usavamo congiunzioni Nervex, che erano belle spesse. Io le riducevo al minimo possibile, restando in sicurezza, a suon di lima.

 

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Bdc: E poi?

DDR: Nel ’77 o ’78 ho saldato il mio primo telaio completo. E’ stata una lunga gavetta, sotto l’occhio di mio padre  che ad ogni errore mi dava un calcio in culo (ride). Anzi, più nel suo stile (torna più serio) mi dava calci in culo “morali” facendomi pesare gli errori. E ‘stata dura, ma cosi’ ho imparato il mestiere.

Bdc: Quando è arrivato il tig?

DDR: Nel 1993. Anche li con l’acciaio. All’epoca anche l’alluminio ovviamente, ma non mi è mai piaciuto, nè come materiale in se nè da saldare. Più o meno nello stesso anno ho anche visto le prime bici in titanio ed è subito scattato l’interesse.

Bdc: Come hai cominciato col titanio? Non avevate esperienza in merito no?

DDR: No, siamo partiti da zero. Pero’ sono stato fortunato, perchè ho fatto una visita alla Litespeed, era l’epoca della proprietà Lynskey, ed ho conosciuto Brad DeVenie, una persona molto competente che lavora ancora nel settore e che mi ha aiutato moltissimo. Cosa rara nell’ambiente. Abbiamo comprato una saldatrice apposita negli Usa perchè qui non ce n’erano, fatta modificare poi qui per funzionare con la nostra rete elettrica ed ho cominciato a fare prove su prove…quante bestemmie…

Bdc: Non avete comprato mai telai da Litespeed quindi?

DDR: No, checchè se ne dica nei forum (ridacchia). Solo qualche minuteria all’inizio: ponticelli, passacavi…ma pochissimi pezzi! Stiamo parlando di forse 1 o 2 ponticelli dei freni!

 

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Bdc: Materiale  a parte, cos’è che guardi come prima cosa in una bici per stabilirne la qualità?

DDR: Le geometrie. Faccio e mastico bici da 36 anni ed ormai ho un certo occhio. E’ comunque la prima cosa che guardo perché una geometria corretta è la cosa fondamentale.

Bdc: E ne vedi in giro di sballate?

DDR: Si. In particolare di un qualsiasi produttore guardo sempre per prima cosa la tabella delle geometrie quando c’è. Nelle taglie medie è raro vedere cose strane, ma se guardi nelle taglie più grandi e più piccole a volte anche marchi “blasonati” riservano sorprese. Poi chiaro che per chi propone S, L, M il problema non si pone…

Bdc: Ti sento ironico…

DDR: Sai quante misure di tubo sterzo ho a magazzino? 25 (va a prendere due scatoloni e mi mostra il contenuto con le relative bolle di accompagnamento contando le varie misure per essere sicuro). 25 in acciaio e 25 in titanio. E chiaramente se mi arriva uno con misure o richieste strane e devo avere un tubo di una misura intermedia mi tocca farglielo

Bdc: Richieste strane tipo?

DDR: Le più disparate. Molte volte senza reali fondamenti, nel senso che mi vengono chieste geometrie per usi specifici o presunti tali che non sono giustificati.

Bdc: E tu le fai lo stesso?

DDR: No. Al contrario di quello che pensano molti, anche se una bici è venduta da un nostro rivenditore ufficiale che mi manda le misure io cerco sempre un confronto col cliente o col rivenditore, e cerco di spiegare cosa ha senso e cosa no. Le cose senza senso non le faccio. Non è solo questione di serietà, ma anche di sicurezza. Idem quando la bici è fatta. Se un cliente ha qualcosa da dire non deve mandare mail ad un servizio post vendita, ma puo’ telefonarmi o venire qui di persona ed io sono disposto a sentire le sue sensazioni, cosa va, cosa non va, etc.. D’altronde questo De Rosa lo ha fatto per decenni coi professionisti…

Bdc: è un feedback importante quello dei professionisti?

DDR: Dipende. Dipende dal professionista. Noi abbiamo avuto la fortuna di avere per anni Merckx. Ogni anno chiedeva geometrie particolari per la Milano-Sanremo. Il suo obbiettivo era fare la differenza sulla discesa del Poggio. Prendere quei 10mt che poi avrebbe tenuto nel rettilineo finale. Per questo ci chiedeva bici con avancorsa e geometrie che gli consentissero di guadagnare quei 10mt in quella discesa. Ogni anno gliene proponevamo una che poi lui provava al Laigueglia in cui c’è la discesa del Poggio. Un anno ha ottenuto anche da Campagnolo un asse del movimento centrale custom più corto per poter pedalare anche in certe curve in discesa. Alla fine i risultati gli hanno dato ragione: ha vinto 7 Sanremo e quasi tutte nella discesa del Poggio. Chiaro, stiamo parlando di Merckx… Questo in generale da la dimensione del vantaggio che si ha a lavorare in certe condizioni: poter contare sul feedback di professionisti di livello top e su strumentazioni non appannaggio dell’artigiano medio.

Bdc: Intendi le macchine per i test di fatica?

 

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DDR: Si. Un conto sono le simulazioni Fem, un conto è fare un telaio o lo stesso telaio in misure diverse e vedere come si comporta dopo tot cicli di fatica. Idem per i diversi materiali. Solo che queste macchine non sono alla portata del piccolo artigiano.

Bdc: Ci sono differenze evidenti tra i materiali a parità di geometrie?

DDR: tempo fa ho fatto un telaio interamente in Ti 6.4 ELI (extra-low interstitial): l’ho tenuto su 8gg sulla macchina. Alla fine lo abbiamo tirato giù perchè eravamo stufi di vederlo la e ci serviva la macchina. Aveva fatto circa 400.000 cicli…nessun altro telaio ha mai raggiunto quei risultati. Reynolds pero’ ha dismesso quel set di tubi per ragioni di costi.

Bdc: tubi conici niente?

DDR: No. non sono convinto che la forcella da 1.5 dia reali vantaggi. A fronte di un aumento di peso (del tubo sterzo).

Bdc: Altre novità in pentola?

DDR: Ce ne sono alcune per l’acciaio, ma c’è il problema dei costi. Avviare una produzione di parti o soluzioni particolari necessita di costi da ammortizzare. E’ una questione di numeri e di economia

 

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Bdc: E per ora i numeri non ci sono…

DDR: L’acciaio è in forte crescita. Eventi come il Nahbs stanno trascinando il mercato. Pero’ sul totale del mercato è pur sempre una nicchia.

Bdc: tornando al titanio, cosa ne pensi della questione “1 o 2 passate” di saldatura?

DDR: Con 2 passate il lavoro prende il doppio di tempo ed esteticamente è migliore. Con quel sistema non si usa materiale di apporto, ma si fa fondere un po’ di un tubo sull’altro. In particolare, all’inizio della saldatura si va a creare uno “scalino” che poi nel secondo passaggio verrà riempito col materiale d’apporto creando cosi’ una saldatura pulitissima. Io uso pero’ una sola passata. Ovvero prima la solita “puntatura” su 4 punti del tubo e poi la passata col materiale d’apporto. Per me, in particolare su certi tubi, con questo sistema c’è un minor stress termico su parti particolarmente sollecitate meccanicamente.

 

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Bdc: Per concludere, in un’intervista Nagasawa ha detto che nei suoi 2 anni di apprendistato da DeRosa non gli è stato insegnato molto, ma che ha imparato tutto lui “rubando” ad occhio e che era pagato poco. Cosa ne dici?

DDR: Sono 30 anni che non lo vedo. Me lo ricordo un tipo strano. C’è da dire che nei 2 anni che è stato qui non ha mai saldato niente, ma ha solo limato, come me…è diventato famoso in patria grazie a Nakano, che ha vinto 10 campionati del mondo di keirin su sue bici. Prima di correre con i suoi telai pero’ correva con telai DeRosa…

In ogni caso mi ricordo che la domenica ha sempre mangiato il brasato con la polenta al nostro tavolo…

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Grazie a Doriano per la disponibilità

 

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