La tappa è di Woods. Pogacar recupera tempo su Vingegaard

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È stato Michael Woods (Israel – Premier Tech), in una fuga di 14 corridori dall’inizio della corsa, a vincere la tappa dopo un’incredibile rimonta. Il 36enne canadese, vincitore di due tappe alla Vuelta (nel 2018 e nel 2020), non aveva mai alzato le braccia al Tour de France. Secondo classificato nella classifica generale dietro Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma), Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ha superato il rivale sulla salita del Puy de Dôme guadagnando otto secondi nella corsa alla maglia gialla.

Quattordici corridori, tra cui il detentore della maglia a pois Neilson Powless (EF Education – Easy Post), sono andati in fuga all’inizio della tappa. Il gruppo di testa è rimasto compatto fino ai primi attacchi a circa sessanta chilometri dall’arrivo.
L’americano Matteo Jorgenson (Movistar Team) è andato da solo in fuga a 47 km dall’arrivo. Il 24enne aveva ancora un minuto di vantaggio sugli inseguitori (due su Woods, il vincitore di giornata) all’inizio della salita del Puy de Dôme, ma è crollato completamente negli ultimi metri e alla fine non è riuscito a salire sul podio.

Domenica si sono disputate due gare: quella per la vittoria di tappa e quella per la classifica generale. Dopo essere rimasti in gruppo per tutta la tappa, i favoriti per la vittoria finale sugli Champs-Élysées hanno detto la loro sulla salita del Puy de Dôme. Tadej Pogacar ha attaccato a 1 km dall’arrivo, seguito da un Jonas Vingegaard in difficoltà. La maglia bianca ha tagliato il traguardo con otto secondi di vantaggio sul rivale. Diciassette secondi li separano ora nella classifica generale, alla vigilia del primo giorno di riposo.

Commenti

  1. Gran bella tappa.
    Ci si aspettava uno scossone, c’è stato in piccola parte, magari con la vittoria di Pocagar o Vingegaard invece ha vinto Woods uno di quelli in fuga.
  2. Boh … a me è sembrato che Pogacar abbia dato tutto per cercare di staccare Vingegard, e che quest’ultimo, sebbene in difficolta’, abbia comunque gestito la situazione, credo sia stata piu’ una situazione “tattica” che una vera crisi di vingegard. 8 secondi di distacco in 1500 metri a quelle pendenze sono nulla, come puo’ testimoniare jorgenson che ha perso ben di piu’ nello stesso tratto.
  3. aa401:

    Concordo: forte è forte, e ora pare che lo sia più del danese. Ma non al punto da fare la differenza, anzi ieri è parso che più di così non ne avesse. Per cui non so cosa possa succedere alla distanza. Per ora è un bel tour
    Assolutamente un bel TdF!
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