Mauro Vegni chiede sanzioni per Jumbo-Visma e EF

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Non si placano le polemiche sul Giro d’Italia appena finito. Mauro Vegni, direttore della corsa rosa, sulle pagine della Gazzetta dello Sport è andato all’attacco delle squadre World Tour Jumbo-Visma ed EF Education First, la prima squadra per essersi ritirata dal Giro dopo la sola positività di Steven Kruijswijk, la seconda per la lettera in cui si chiedeva/suggeriva di accorciare il Giro di una settimana e assegnare premi e maglie sulla base della classifica a quel momento.

Vegni chiede “sanzioni” per queste due squadre, per non aver rispettato gli obblighi e gli impegni presi. In particolare Vegni fa riferimento a discussioni che devono essere aperte in seno alla commissione licenze UCI, presumibilmente riferendosi all’accordo comune che le squadre avrebbero abbandonato il Giro solo a maggioranza, mentre la EF avrebbe cercato di “forzare” le altre squadre a farlo prima, e la Jumbo rompendo l’accordo nei fatti (nessun risentimento contro la Mitchelton-Scott che invece ha avuto 5 positività al virus tra corridori e staff).

Vegni ricorda che durante questo Giro sono stati praticati 8000 controlli, con solo 4 corridori positivi al Covid, quindi avendo creato una “bolla” sicura per squadre e corridori, che “erano più sicuri che a casa”. La minaccia di Vegni è che se le squadre non rispettano gli impegni lui si sentirà libero di invitare chi vuole.

In parte più accomodante rispetto la protesta di Morbegno, nella quale i corridori hanno chiesto ed ottenuto l’accorciamento della tappa. Vegni lamenta ovviamente le modalità della protesta, e vorrebbe che i corridori si esponessero di più, invece che mandare a parlamentare un corridore all’ultima corsa della carriera (Adam Hansen-il quale però pare lo abbia fatto pure controvoglia, ma senza potersi esimere essendo il rappresentante CPA in corsa). Inoltre vorrebbe che si creasse un nuovo sindacato di corridori, che lottasse nei palazzi e non nelle strade. Ed in definitiva che occorre ricostruire una relazione di fiducia tra organizzatori e squadre.

Nel complesso dalle parole di Vegni si nota grande amarezza per chi ha considerato e considera questo Giro una corsa “di serie B”, dopo gli sforzi e l’impegno per farlo svolgere e finirlo in sicurezza in un momento cosi difficile. Una mancanza di rispetto da parte di squadre e corridori.

 

Commenti

  1. sembola:

    Il problema è che il "pubblico fondamentale" è quello sul divano.
    Come per qualsiasi evento sportivo professionistico di alto livello... Non è che il Barcellona l'ingaggio di Messi se lo ripaghi con i soli introiti dei biglietti.
    I diritti televisivi sono essenziali per qualsiasi sport.
  2. Corvo Torvo:

    Innanzitutto modera il livello di arroganza, cara maglia gialla, non sei un metro sopra gli altri.

    Se vieni al giro con un capitano circondato da gregari mediocri lasciando a casa tutti i forti e appena si ritira il capitano cogli l'occasione per levare le tende vuol dire che non hai grande considerazione di questa corsa. Se invece rimani in gara e butti uno dei tuoi uomini in qualche fuga, magari trovi la giornata giusta e porti via una tappa come ha fatto la CCC o addirittura peschi l'Almeida di turno che sta due settimane in rosa, visto che il paragone con la Ineos ti ha fatto vomitare.
    Ci sono squadre che in passato hanno portato a termine la corsa decimate da cadute, infortuni e malori vari. Se ti comporti come la JV è giusto che qualcuno ti faccia capire che a casa nostra non fai quel c... che ti pare.
    se fai paragoni del menga non e' colpa mia pero'......
    Su Jumbo si e' gia' detto,poteva anche passare anche per diffusore del virus,neanche io sono contento della loro decisione,ma a differenza tua sono obbiettivo e poi non odio la Jumbo Visma come te
  3. I regolamenti vanno rispettati e se Vegni li sanziona a fronte di un preciso regolamento a mio avviso non fa bene, ma benissimo.
    Io andrei oltre e le squadre o i professionisti che non hanno rispettato il regolamento del GIRO non li farei partecipare al prossimo Giro.
    Personalmente spero si possa arrivare a delle sanzioni da regolamento per mettere un poco a posto i paletti del ciclismo. Poi se i ciclisti professionisti non son rappresentati bene, penso si possono organizzare meglio in anticipo e non prima della partenza di una tappa.

    Non e un problema di lunghezza tappa, ma di impegni presi a priori.
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