Petizione per poter correre al tempo del coronavirus

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Pietro Marchetti ci ha mandato una mail per segnalare che ha organizzato una petizione online per riuscire a correre all’aria aperta rispettando le regole anti contagio. Qui sotto riportiamo il testo, potete firmare qui.

Dopo la lunga serie di decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Governatori delle varie regioni si è venuto a creare un quadro normativo di difficile interpretazione per cui sembra che si possa fare una blanda attività motoria nei dintorni del proprio domicilio (alcuni parlano di 200 metri) ma sono sempre più le segnalazioni di persone fermate dalle forze dell’ordine e invitate a tornare a casa.

La corsa all’aperto invece è diventata il grande nemico e i runners i nuovi untori, sono sempre più i runners che vengono insultati o sbeffeggiati mentre corrono.

Ora sappiamo tutti che correndo da soli non si contagia il virus e che l’OMS Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che la pratica di attività fisica all’aperto giova alla salute e al sistema immunitario, chiediamo quindi di poter tornare a correre all’aperto.

Siamo coscienti del grave periodo che sta attraversando il nostro paese e del fatto che l’isolamento sociale aiuti nella lotta al coronavirus e vogliamo anche noi contribuire ala sua sconfitta, chiediamo quindi di poter correre (sempre da soli) in orari dalle 20,00 all 08,00 del giorno successivo orari in cui le strade sono deserte..

La pratica della corsa ci aiuterà anche a resistere in questa situazione per molti aspetti simile a quella degli arresti domiciliari.

Firmiamo in molti e prima possibile, si ventila da più parte che gli attuali divieti saranno prolungati.

Commenti

  1. Mi stupisce anche solo il fatto che si dia risonanza a queste iniziative. Allora chi pratica qualsiasi altro sport avrebbe diritto a poterlo fare, ivi compreso il ciclismo.
    Peccato che come ha già detto qualcuno, qui equivarrebbe a ritrovarsi decine di persone in giro compresa gente che corsa e bici non sapevano cosa fossero fino a ieri, come se stare in giro fosse uno status symbol.
    E poi basta con sta storia degli arresti domiciliari che siete ridicoli.
  2. Kostola:

    Spero sia una cazzata !
    Non credo, deve essere uno convinto. Pare sia imparentato con Marco Brazzo, osteopata roveretano. Il ciclista "soggetto di diritto internazionale".
  3. ma io non so se certa gente il cervello ce l'ha collegato oppure no, perchè non viene qui da me a fare la corsetta?
    magari ci ha anche pensato tutta notte,
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