Professione campione: Annemiek Van Vleuten

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Tutti i grandi campioni sono stati professionisti indefessi e puntigliosi? No. Lasciando perdere tempi troppo lontani per cultura e stile di vita, basti ricordare la sregolatezza alimentare (pienamente cosciente) di Jacques Anquetil, o le bizze in allenamento di Bernard Hinault, come ha spiegato bene una volta un suo gregario, raccontando di come a volte, il Tasso, se non aveva voglia di allenarsi, trovava ogni scusa per non farlo, ma soprattutto obbligava praticamente tutta la sua squadra a seguirlo. Una volta si mise a parlare di trattori con un contadino incontrato lungo la strada per ore, mentre tutta la Renault aspettava seduta su un prato…

Ai giorni nostri l’asticella della professionalità è spesso rappresentata dal Team Ineos, con in particolare Chris Froome, indicato da molti suoi colleghi come una persona dedicata al ciclismo al limite dell’ossessione.

C’è però un altro campione che è considerato un monumento alla devozione totale alla professione ciclista, e non è un uomo, ma la campionessa del mondo olandese Annemiek Van Vleuten (Mitchelton-Scott).

Campionessa del mondo in carica, due volte campionessa del mondo a cronometro, due Giri d’Italia femminili, 10 tappe vinte al Giro, un giro delle Fiandre, etc…sono il suo biglietto da visita, ma non basta far capire la professionalità di questa atleta, che a 37 anni, rappresenta un termine di paragone anche per il ciclismo maschile.

twitter: Annemiek Van Vleuten

Tanto per dire, questo mese, stando ai file caricati su Strava (cosa che la Van Vleuten fa regolarità), solo un uomo ha percorso più chilometri di lei da Natale, Egan Bernal: 3238 contro i 3092km della Van Vleuten. 49.930mt di dislivello per l’atleta olandese contro i 72.196mt di Bernal. Bernal percorre costantemente 600km a settimana, per circa 20h di allenamenti, la Van Vleuten quasi 800km a settimana per 28-30h di allenamento.

La Van Vleuten ha recentemente terminato il training camp in Sicilia, in zona Etna, in cui ha percorso 1800km in 10gg. E la cosa più stupefacente è che ha preso parte al ritiro maschile della Mitchelton-Scott.

twitter: Annemiek Van Vleuten

L’ultimo giorno di ritiro ha effettuato un’uscita “empty the tank” (titolo ormai famoso grazie a Froome) di 234km e 4650mt di dislivello in 8h di pedalata.

I commenti dei suoi colleghi maschi della Mitchelton-Scott danno bene l’idea. Come quello di Luka Metzgec: “Non conosco nessun atleta uomo dedicato come lo è lei. A volte sono sorpreso quando guardando indietro la vedo sempre li, ed io comincio ad essere al gancio”.

O quelli di Adam Yates: “Annemiek è probabilmente una delle persone più appassionate e che lavorano duro che abbia mai incontrato. A volte resta un po’ indietro quando il passo in salita diventa elevato, poi noi ci fermiamo a bere qualcosa e lei invece continua ad andare e la riprendiamo magari 20km dopo“.

Un Training-camp su cui la Mitchelton-Scott ha realizzato un video, in cui la Van Vleuten viene giustamente messa in risalto per la propria professionalità.

In questi giorni la Van Vleuten si è trasferita in Colombia per affinare la preparazione in altura.

twitter: Annemiek Van Vleuten

Commenti

  1. catman:

    Il giornalista maschio (come tutti) ha cercato la polemica, la Bastianelli poteva rispondere in altro modo senza enfatizzare il fatto che l'olandese non ha famiglia e figli ma quel titolo della gazzetta è roba da novella 2000! Puro giornalismo trash!
    Però tornando alle dichiarazioni di MB, vorrei vedere quante ragazze arriverebbero ai livelli di Annemiek pur dedicandosi 24 ore al giorno alla bici...probabilmente nessuna perché i fenomeni sono unici.
    secondo me non ha cercato la polemica, o perlomeno non quella sessista, è stata la bastianelli a dire che l'olandese figurerebbe bene anche contro gli uomini e a tirare fuori quasi a giustificare lei e le "umane" arrivate a 5 minuti la storia che quella non ha altro nella vita. parole che poteva benissimo pensare e tenere per se. in praticamente ogni sport abbiamo assistito a fenomeni che spiccavano facendo anche sfigurare gli altri, ne ho sentite di parole di colleghi riguardo l'applicazione estrema rispetto alla media di campioni come cristiano ronaldo phelps nadal etc etc ma tirare in ballo l'avere una famiglia quasi come giustificazione fa abbastanza ridere, si chiama professionismo mica a caso. hai altre priorita?affari tuoi incassi e porti a casa visto che c è qualcuno che ci mette il 100%e non il 90 o il 50.
  2. samuelgol:

    Nemmeno in sogno.

    Gli unici paragoni che abbiamo similari, sono quando i prò hanno fatto la Oetzy e quando hanno fatto la MdD (come tappa del Giro). Alla Oetzy Khutay e Giovo li fecero meglio i migliori amatori. Il Brennero no, perchè i prò erano in gruppo e c'erano i gregari a tirare a scoppiare (infatti si sono poi ritirati). Il Rombo lo hanno fatto meglio i prò abbastanza....sempre tenendo presente che i migliori amatori il Brennero lo fanno a tirare, non a ruota dei gregari e questo alla distanza conta. Alla MdD i tempi dei prò (Nibali e compagnia, mica prò di seconda fascia) ad esempio sul Giau erano similari. Ripeto, ci sarebbero importanti distinguo da fare su come ciò possa accadere e sono pienamente convinto che quasi tutti gli amatori top col tesserino da professionista non ripeterebbero certi tempi, però tant'è, se ragioniamo solo sui crono è così.
    e' vero anche che paragonando i tempi della Sportful e' il contrario.....guarda ad esempio il Manghen o monte Avena.......ma anche i tempi su percorso completo.......lasciando perdere che Zen e soprattutto Elettrico non ne avevano per fare una carriera da prof,comunque ancora i tempi dicono questo.......un prof medio su una salita secca possono pure staccarlo......ma rimane il fatto che non valgono una carriera da prof
  3. catman:

    ..........
    Tutto legittimo ma sarà legittimo anche criticare?
    ........
    Certo. Ma non secondo chi interpreta le parole della Bastianelli come critiche (non secondo me) e ciononostante dice che non avrebbe dovuto dirle. Forse è legittimo solo per alcuni criticare e per altri no.
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