[Test] Cannondale System Six Hi-Mod Ultegra DI2

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La trasmissione Shimano Ultegra DI2 con guarnitura FSA e misuratore di potenza Power2Max integrato. Cannondale con questa scelta orienta decisamente questo modello alle gare ed alla competizione.

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Il componente forse più caratterizzante di questa SystemSix, le ruote Hollowgram Knot64. 64mm di altezza del cerchio, tubeless ready e soprattutto con la mostruosa larghezza esterna di 30mm (interna 21mm). 1620gr di peso.

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Idea geniale di Cannondale: le ruote con perno passante Speed Release (12mm standard) consentono di togliere la ruota come una classica con sgancio rapido senza estrarre completamente il perno.  In 5 giri si svitano e si fa “cadere” la ruota vero il basso. I pro ringrazieranno.

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Tutta la parte posteriore del telaio con profilo troncoconico è verniciata con vernice riflettente. Ottima soluzione per la visibilità e la sicurezza.

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Eccola qui, la prima bici aero di Cannondale, che prende il nome da un modello storico della casa, la SystemSix. Qui nella versione al secondo gradino dall’alto della gamma, ovvero montata con componentistica di casa Knøt, sviluppata appositamente, e trasmissione Shimano Ultegra DI2 con misuratore di potenza alla guarnitura Power2Max.

Diciamo subito che Cannondale con questa SystemSix ha voluto fare un’offerta molto chiara: una bici aero per la competizione. La SystemSix non è una bici che propone soluzioni per renderla “versatile”, ma si propone come un mezzo specifico per andare forte in particolare sul piano. Già la si capisce dalle ruote offerte, le Knøt64: cerchio da 64mm di altezza (sviluppato in collaborazione con HED), canale interno da 21mm e larghezza esterna da oltre 30mm (!). La bici è arrivata gommata con dei Vittoria Rubino da 23mm ed una volta in sella guardare la ruota anteriore dall’alto fa impressione con lo pneumatico “annegato” dentro il cerchio. Pneumatico che montato ha una sezione reale di 26mm. Ruote da oltre 1,6kg le Knøt64, a cui vanno aggiunti i dischi ed i perni passanti, quindi capirete che la combinazione di peso e altezza cerchio non ne fa due missili da salita, ed in discesa con vento laterale possono rendere la guida impegnativa.

La scelta della trasmissione è veramente orientata alla competizione con l’Ultegra DI2, che su una bici che strizza l’occhio ai circuiti o criterium, consente di sfruttare tutte le potenzialità della personalizzazione offerte dall’elettroidraulico tramite il software E-Tube.

A questo si aggiunge la novità del misuratore di potenza di serie. Che nello specifico è il diffuso ed apprezzato tedesco Power2Max su guarnitura Hollowgram SiSL2 con corone FSA 52/36. Novità, dal punto di vista commerciale, è che il misuratore di potenza non funziona. Per renderlo operativo bisogna attivarlo tramite un codice che si acquista sul sito Power2Max. L’attivazione costa 490e (in offerta a 349eu sino al 1/1/19) e consente un notevole risparmio rispetto alla soluzione aftermarket. L’aggravio di peso rispetto la guarnitura “nuda” è di circa 150gr, ma su una bici del genere probabilmente ha più senso un powermeter che non risparmiare nemmeno mezza borraccia piena di peso. La scelta al cliente comunque, la gamma SystemSix offre anche opzioni senza PM.

Il telaio è chiaramente disegnato per essere il più aerodinamico possibile, quindi facendo scorrere lo sguardo su di esso si possono notare soluzioni ormai comuni sui telai da cronometro/triathlon, come l’estensione del telaio sotto il nodo sella, che nasconde anche la chiusura del reggisella, l’attacco basso dei foderi alti del carro, che sono sagomati come due alette, la forma a goccia sotto il movimento centrale, la svasatura a metà tubo diagonale e la l’integrazione tra tubo sterzo e testa della forcella.

Tutti i cavi sono integrati, cosi come la centralina per il Di2, posta sul tubo diagonale, molto comoda per la ricarica e per visualizzare i led (più che non la soluzione sul lato terminale del manubrio).

Il telaio non fa grandi concessioni sul versante comodità, ma giustamente, essendo un telaio da gara, è molto rigido, anche verticalmente. Il peso totale della bici in taglia 58 è di 8,35kg.

Il manubrio Knøt è integrato anche se sembra composto da due pezzi distinti. La parte superiore è alare. Ha le cavità per il passaggio dei cavi interno, e integra il supporto per computer (attacco Garmin). Ben realizzato.

Il reggisella è un massiccio componente di forma aerodinamica su cui è montata una sella Prologo Dimension, più corta di 3cm rispetto le selle classiche (tipo Specialized Power per intenderci) e si sposa perfettamente con la tipologia di bici. Infatti è perfetta per la posizione con presa bassa in cui ci si mette in punta di sella per spingere a tutta, ma senza essere fastidiosa e creare pressioni. Per una posizione molto stile cronometro insomma. Scelta molto coerente ed azzeccata da parte di Cannondale.

Sull’estetica non si discute visto che è un parametro soggettivo (unacosa che personalmente non amo è la parte frontale vista di lato, in cui il tubo sterzo è più avanzato rispetto la forcella. Fosse stato in linea penso ne avrebbe giovato l’impatto visivo). Sicuramente la SystemSix è una bici per gli amanti dell’aero e non delle forme classiche, ma qui la forma è orientata ad una funzione, persino nella verniciatura, infatti le piccole righette gialle sono in rilievo e sono piazzate in posti strategici per aumentare il coefficiente aerodinamico in modo da ritardare il distacco del flusso d’aria. Tutta la parte posteriore della bici, che essendo troncoconica è “piatta”, è riflettente, direttamente tramite la verniciatura. Ottima soluzione passiva per visibilità e sicurezza.

Nel complesso come potete notare è una bici molto ben pensata in ogni particolare, con alcune soluzioni geniali, come gli Speed Release per le ruote, che consentono di smontarle più velocemente che non con uno sgancio rapido pur avendo i perni passanti.

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La centralina del gruppo DI2 è ben posizionata, in modo da rendere ben visibili i led anche in corsa. Cosa utile ad esempio se si vuole cambiare la modalità, tipo Synchro-Shift.

Cosa curiosa: lo sterzo ha uno “stop” oltre il quale non si può girare, tramite un fermo interno al turbo sterzo. Questo non è assolutamente un problema nella guida, visto che con lo sterzo a quell’angolo si è sicuramente per terra, ma in ogni caso non si può girarlo completamente. A voler cercare il pelo nell’uovo potrebbe essere un limite nel caricamento in certe auto ad esempio.

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Salita

E siamo arrivati al fatidico “come va?”. Partiamo dalla salita: penso sia chiaro a tutti che non è una bici da salita. Vuoi per il peso vuoi per le ruote a (molto) alto profilo che non sono facili da rilanciare continuamente, vuoi perché il telaio è piuttosto massiccio, ed inclinarlo rispetto l’asse, soprattutto in piedi sui pedali, dopo un po’ si fa sentire sia in termini di “prontezza” che di energie spese.

Fatta questa premessa non vorrei alimentare i soliti miti e bufale metropolitane, tipo che le “bici aero in salita non vanno”…in primis perché di bici aero ce ne sono con caratteristiche molto diverse, sia perché si tratta di capire il contesto. Se affrontate una salita secca di 5-6km con pendenze medie le differenze sono nulle rispetto altre bici. Su salite più lunghe basta stare seduti e affrontarle al passo, la SystemSix risponde benissimo.

Il limite maggiore viene fuori ovviamente su salite molto ripide, dove l’andare in piedi sui pedali è meno redditizio che non con bici con telai e ruote molte più leggere, e su uscite con dislivelli complessivi importanti (>2000mt). Ma se il vostro obiettivo sono giri alpini da 5000mt perché la SystemSix?

In compenso in pinaura è ovviamente a casa sua. La geometria è bassa e lunga, come ovvio che sia, anche se stiamo parlando di mezzo centimetro di Stack e 1mm di Reach in meno rispetto una SuperSix Evo.

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Discesa

In discesa la SystemSix mi ha sorpreso per la stabilità sul dritto. Pur avendo un’interasse identico alla SuperSix ho avuto la sensazione di maggior stabilità. La SystemSix sembra su un binario e risente anche molto meno dell’asfalto rovinato, resta sempre molto composta.

Da notare che il modello in prova è arrivato con montati pneumatici da 23mm, ma può accogliere senza problemi pneumatici sino a 30mm, e vista la mostruosa larghezza dei cerchi la sezione reale è sempre decisamente maggiore una volta montati, quindi già con dei 28mm penso si raggiungano livelli comodità, assorbimento e grip notevoli.

In discesa l’unico limite può essere rappresentato dalle ruote, che sono pur sempre delle 64mm di altezza cerchio, quindi se prendono vento laterale possono far diventare la guida impegnativa. In generale ho avuto la sensazione che soprattutto nelle curve lunghe in velocità abbiano la tendenza a tirare leggermente verso l’esterno, quindi l’inserimento in curva è meglio che sia “deciso”.

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Comodità

La SystemSix non offre soluzioni particolari per essere “comoda”, tipo l’Isospeed regolabile sulla Trek Madone, né è una aero, ma “addomesticata” come la BMC TimeMachine Road. È una bici da gara, da circuiti. Nel complesso non è estrema, né a livello di geometrie né di rigidità, ma la destinazione d’uso è quella.

Da notare che montando delle coperture di dimensioni generose, sino a 30mm, la situazione può cambiare notevolmente.

Cosi come la versatilità cambiando ruote, con altre a basso profilo ad esempio. Ma diciamocelo: delle basso profilo sulla SystemSix….

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Conclusioni

Eccellente bici la SystemSix. Dettagli e montaggio curati, l’opzione misuratore di potenza attivabile ed un look che più aggressivo non si può. Chi vuole una bici aero ed ama le gare in circuito è il cliente ideale.

Prezzo: 7499 Euro
Attivazione misuratore di potenza: 490eu In promozione sino al 1° Gennaio 2019 a 349eu.

Sito Cannondale

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