[Test] Rose X-Lite CRS 3000

Dopo il test dello scorso anno dell’ammiraglia di casa Rose, la X-lite-team, abbiamo stavolta testato la gemella più economica, la Rose X-lite-crs per l’occasione allestita nella versione 3000, ossia la più economica della gamma.

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Il telaio della Crs, mantiene le identiche geometrie e misure della versione Team, differenziandosi solamente per le caratteristiche del carbonio utilizzato. Per la Team T40/60 (convenzionalmente la misura del peso in tonnellate su mm² di sezione teoricamente necessario a deformarlo del 100%) e T30/40 per la CRS che dunque paga qualcosa in termini di peso, attestandosi sui 920 gr., contro i 795 della Team e in termini di rigidità, dovendo teoricamente risultare, a livello puramente di telaio, più confortevole dell’ammiraglia sullo sconnesso, ma meno pronta e reattiva.

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Va detto che questi sono dati di per sé di difficile percezione umana e comunque molto influenzati dalla componentistica, visto che copertoni, ruote, sella, reggisella, le stesse pedivelle a loro volta, modificano e influenzano notevolmente le sensazioni percepite e il comportamento del mezzo.

Il collarino reggisella è integrato e il passaggio cavi tutti interni a telaio.

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L’allestimento

Come accennato, la X-Lite Crs 3000 è l’entry level  del segmento CRS. Peraltro, un’entry level solamente in fatto di prezzo.

Abbiamo infatti una trasmissione completa e freni Shimano Ultegra a 11v con corone 50-34 e pacco pignoni 11-28

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Trittico interamente Ritchey WCS, carbon nel reggisella che è monolink, con attacco da 90 mm, sella Selle Italia SLS superflow monolink e nastro Fi’zi:k microtex blu in tinta col telaio.

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Ruote DT Swiss R20 Dicut con copertoncini Continental Gp 4000 SII da 23 mm, dal peso di 1604 gr. nude. Per dare un riferimento appena 92 gr. più di un paio di Fulcrum Rzero 2015 (1512 gr.).

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Peso della bici rilevato pari a 6.90 kg netti in taglia 55, esclusi pedali.

La prova

Va detto, pur essendo parere soggettivo, che livrea e design viste dal sito non le rendono affatto giustizia, essendo dal vivo molto più accattivante ed elegante di quanto non appaia online. Bella lucidità dei colori del telaio, colorazione del nastro perfettamente intonata, mozzi e piste frenanti delle ruote di un argento lucido, ne fanno una bici sobria ma che non passa inosservata e ruba l’occhio.

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La bici ci è giunta perfettamente regolata e con l’unica accortezza di mettere un attacco da 120, più adatto alle misure del tester, in sostituzione di quello da 90, non è rimasto che pedalarci per poco più di un mese.

L’abbiamo testata con le sue ruote di serie e con un paio di Hed Ardennes Plus (1591 gr., appena 13 meno delle Dt Swiss).

In configurazione standard (ricordiamo che in fase di acquisto, possibile solo on-line, è possibile configurarla a proprio piacimento con altri componenti), la CRS 3000 è apparsa subito molto rigida e scattante. Seduti in posizione, sullo sconnessioni e finanche su asfalto abrasivo, si sentono notevolmente le vibrazioni sia al posteriore che sul manubrio, così come in piedi sui pedali schizza subito via veloce. Una sensazione molto piacevole che, specie alle alte velocità e nei tratti filanti, dà un senso racing molto accentuato e tiene vivi e stimolati, nelle giornate di buona vena soprattutto.

In salita, nei saliscendi e nei cambi di ritmo, la sensazione di efficienza senza dispersione nella trasmissione della forza sui pedali, è molto soddisfacente. In discesa, la guida nei cambi di direzione, divertente e precisa in inserimento curva, dà una idea di poca permissività e richiede precisione e concentrazione. La CRS appare molto agile e maneggevole e in uscita di curva schizza via veloce, similmente, per chi conosce lo sci, a come fanno dopo ogni curva i moderni sci sciancrati (stretti al centro e più larghi alle estremità). Sensazione questa probabilmente favorita dall’essere di misura al limite basso, seppur giusta, per il tester.

Questo insieme di sensazioni possiamo imputarle in primis al materiale ed alle geometrie del telaio, benché anche le ruote DT Swiss R20 Dicut, provate con analogo esito con altra bici meno “impegnativa”, possiamo ben dire che siano di per sé molto rigide, così influenzando le caratteristiche della Crs.

Anche con le Hed Ardennes Plus, più “morbide” delle R20 e con copertoncini Continental da 25, che, come di prassi Continental hanno sezione reale un po’ più generosa, la X-lite CRS 3000, ha mantenuto, seppur leggermente attenuate, le caratteristiche evidenziate con le ruote di serie, segno che l’impostazione molto corsaiola della bici rimane.

La trasmissione Ultegra è perfetta nel funzionamento. Un filino più secca e meno morbida nella cambiata rispetto alla Duraace, il che non è necessariamente un difetto, ma solo una caratteristica. Non diremmo che, peso a parte, vi sia alcuna differenza di funzionamento rispetto al (molto) più costoso top di gamma.

Anche la frenata, almeno abbinata alle ruote utilizzate, è sempre stata efficiente e silenziosa.

Non molto comodi in fase di serraggio e allentamento gli sganci Dt Swiss, non apribili esternamente ma solo rotanti e leggermente estraibili dal perno per evitare il contatto con carro e forcella durante la rotazione, il che rende un filino meno pronta una manovra eventualmente molto veloce o concitata di cambio ruota (per i pochi che hanno una assistenza del genere in gara).

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Conclusioni

La Rose X-lite Crs 3000, oltre che esteticamente molto gradevole, conferma ancora una volta come in casa Rose prezzo basso faccia rima con qualità elevata. Una entry level che per prestazioni non ha quasi nulla da invidiare a bici più blasonate per nome e componentistica che magari hanno un prezzo doppio o triplo.

Per le caratteristiche espresse nel test diremmo che in gare medio/brevi, nervose e con molti rilanci e cambi di ritmo la Crs 3000 trovi il suo terreno prediletto, senza tuttavia essere affatto penalizzante in salite lunghe ove il peso comunque piuttosto contenuto e le ruote a basso profilo la rendono più che all’altezza. Magari in uscite o gare molto lunghe una bici meno “spinta agonisticamente”, presente ovviamente anche nella gamma Rose, potrebbe risultare preferibile alla distanza per comfort in sella e facilità di guida. Come sempre ogni bici che evidenzia determinate caratteristiche positive ha una sua destinazione d’uso volta a sfruttare quelle caratteristiche.

Prezzo: 2305 Euro nella versione in test.

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