Tour de France 2021 con un solo favorito?

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Le ultime edizioni di Giro e Tour ci hanno abituato all’incertezza. In questo tour 2021, dopo solo 7 tappe i pronostici sono da aggiornare pesantemente vista la baraonda di cadute, sorprese ed emozioni.

Come neve al sole si è sciolta la Jumbo-Visma. Principalmente per sfortuna, con le cadute alla prima tappa di Sepp Kuss ora a +40′ dalla maglia gialla, ma soprattutto ancora segnato e lontanissimo dalla forma dello scorso anno. Gesink alla 3^tappa si è rotto la clavicola ed è fuori. Roglic dopo la caduta di 2 giorni fa è dolorante ad anca, coccige e schiena, e ieri ha perso 9′, principalmente sull’ultima corta salita della tappa. Non una cotta, come ha dichiarato il Team Manager Zeeman, che anzi, capito che Roglic non ce la può fare ha ordinato a Kruijswijk e Vingegaard di non preoccuparsene e proseguire: “È triste, ma Primoz non rientrerà più nella lotta per la classifica generale“. Lo sloveno potrebbe persino andare a casa prima per preparare al meglio olimpiadi e Vuelta. Il Tour per lui pare stregato.

Ora la squadra belga si ritrova con Van Aert 2° in generale, ma persino lui è realista ed ha dichiarato che è troppo pesante (80kg) per riuscire a passare indenne tutte le tappe di montagna (la prima, oggi), e che oltretutto la sua preparazione pre-Tour è stata specifica per la cronometro olimpica e per vincere qualche tappa di transizione al Tour, quindi decisamente non per la salita.

Di fatto resta Vingegaard a poter puntare alla generale, e le doti le ha, ed ha circa 2′ di ritardo da Pogačar. In salita va bene ed a cronometro è forte.

La Ineos nonostante la spalla lussata di Geraint Thomas resta una squadra solida, con il gallese e Carapaz ad occupare il 12° e 13° posto a 2′ circa da Pogačar. Thomas non sembra in grandissima condizione, e chiaramente la spalla gioca un ruolo, ma lui e l’ecuadoriano sono ben supportati e la strada è ancora lunga. Carapaz ovviamente tirerà fuori il meglio di se in montagna e la squadra britannica non manca di cartucce per mettere in difficoltà il fenomeno sloveno. Carapaz si deve guardare però anche da altri avversari. Incredibile, ma vero, la Movistar sembra avergliela giurata per l’eternità e sembrano pronti a mettergli i bastoni tra le ruote, o forse persino disposti ad aiutare gli avversari, come già alla Vuelta dell’anno scorso.

Movistar che tutto sommato ha ancora un Enric Mas competitivo, rimasto integro dopo queste prime 7 tappe, e che potrebbe tentare qualcosa in montagna, suo terreno ideale. Magari con l’aiuto di Lopez, ormai fuori dai giochi per la generale.

Molto inaspettato, Vincenzo Nibali si trova a soli 30″ da Pogacar, giusto alle sue spalle. Qualche anno fa questo lo avrebbe messo nel novero dei favoriti. Oggi restano dei dubbi sulla sua condizione e capacità, più che altro perché senza risultati da un bel pezzo. Però la classe e l’esperienza sono dalla sua e lo squalo ha sempre stupito proprio quando lo si dava per spacciato.

Personalmente vedo bene Alexey Lutsenko. È per lui un’annata buona, è un corridore solido sia in salita che a crono e può contare su una buona squadra, tra cui Fuglsang solo 1′ indietro in generale.

Sornione, ma non da sottovalutare Julian Alaphilippe. Per ora ha mostrato le solite ottime cose nelle tappe “scritte” per lui, ma tutto sommato nella crono ha tenuto bene (considerato che Pogačar ha volato come nessuno si aspettava) ed in montagna non è certo un pesce fuor d’acqua. Almeno al podio un pensierino potrebbe farlo.

Infine qualche outsider potrebbe ancora approfittare di questi GT sempre più pazzi. Uno su tutti, il “vecchio”ma solidissimo Rigoberto Uràn.

Ovviamente il favorito n°1 è più che mai Tadej Pogačar, super-pimpante in ogni tappa finora corsa e devastante a cronometro. Sembra poi freschissimo e pronto a bastonare chiunque anche in salita. Sotto le aspettative la sua squadra però, che anche quest’anno lo lascia praticamente sempre solo, in particolare in tappe come quella di ieri. E va ricordato che l’anno scorso proprio in una tappa “da ventagli”, facile sulla carta, ha perso più di 1′ su Roglic. Il Tour è ancora lungo e far tutto da solo gli richiederà concentrazione e sforzi extra.

Commenti

  1. Ho visto oggi ai -32 Km la facilità con la quale Pogacar ha staccato Carapaz e man mano gli sguardi increduli di quelli che superava dopo. Il tutto senza mostrare nemmeno troppa fatica, quasi che abbia voluto "autolimitare" la sua velocità per essere certo di restare in giallo fino alla fine. Eppure non è un mostro, non è un robot e a me sta diventando proprio simpatico. La cosa più straordinaria non è quanto vada forte, ma che lo faccia praticamente senza squadra.
    Se va avanti così la Ineos Grenadier e la Jumbo Visma (complici anche le troppe cadute) o lo comprano o rinunciano a vincere il Tour per i prossimi anni.
  2. Giomas:

    Ho visto oggi ai -32 Km la facilità con la quale Pogacar ha staccato Carapaz e man mano gli sguardi increduli di quelli che superava dopo. Il tutto senza mostrare nemmeno troppa fatica, quasi che abbia voluto "autolimitare" la sua velocità per essere certo di restare in giallo fino alla fine. Eppure non è un mostro, non è un robot e a me sta diventando proprio simpatico. La cosa più straordinaria non è quanto vada forte, ma che lo faccia praticamente senza squadra.
    Se va avanti così la Ineos Grenadier e la Jumbo Visma (complici anche le troppe cadute) o lo comprano o rinunciano a vincere il Tour per i prossimi anni.
    Per ora sembra Merckx, però non dimentichiamo che mancano ancora 2 settimane alla fine del Tour...nel 1975 Merckx stava per vincere il suo 6° Tour, dominando come sempre; quasi a fine Tour, verso le 15 ho lasciato la TV per un impegno e Merckx era in fuga da solo...sono rientrato 1 ora dopo e Merckx l'ho ritrovato in crisi, superato da Thevenet, che poi vincerà quel Tour ed anche da Gimondi. Pogacar corre con una facilità estrema e se continua così, il suo Tour rischia di diventare normale routine ;)
  3. Comunque si è andato forte, ma secondo me sono andati decisamente molto male tutti gli altri.
    Pogacar ha fatto il Col de Romme in 26:45 al giro del delfinato l'anno prima Kuss e molti altri in 27:10
    Il Col de La Colombier addirittura 21:24 e kruijswijk nel tour 2018 in 21:23, Bardet 21:26 Van Aert 22:11
    A me di sto ragazzo stupiscono più che altro i tempi di recupero, ma è anche vero che il giorno prima tutti gli altri hanno sputato l'anima e lui no e in questa tappa era meno stanco.
    I tempi sono presi da strava caricati direttamente dagli atleti in questione
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