Il dott. Mitom Bračič, è un medico dello sport 45enne con un PhD in psicoterapia, direttore della Global Sports Clinic di Lubiana, in Slovenia. in una intervista per un sito sloveno, ha parlato di un suo paziente piuttosto noto: Primoz Roglic, e dei guai fisici che ha avuto recentemente, dando un quadro piuttosto preciso delle sue condizioni.
Roglic ha contattato Bračič, su consiglio di un conoscente, Primož Čerin, ex ciclista professionista, dopo il giro dei paesi baschi di quest’anno, dove non ha potuto difendere il titolo dell’anno precedente a causa di dolori ad un ginocchio. Roglic alla fine della corsa aveva dichiarato di essere stato penalizzato da un dolore alla parte posteriore del ginocchio che lo aveva handicappato per tutta la gara (alla fine vinta da Daniel Martinez della Ineos) in cui alla fine si è piazzato 8°, e che “sarebbe andato a fondo nella ricerca della causa“.
Bračič nell’intervista dice però che Roglic è arrivato da lui “con alcune supposizioni che erano completamente errate”, e che fino ad allora “non era stato sottoposto ad alcun esame approfondito”. Secondo lui la Jumbo-Visma avrebbe consigliato Roglic di prendere degli antidolorifici e basta.
Nella clinica slovena Roglic è stato esaminato prima con degli ultrasuoni e poi con una risonanza magnetica che ha evidenziato una lesione al tendine di Achille. Secondo Bračič:
“Poi abbiamo iniziato a lavorare per diverse ore al giorno. Questa non è una fisioterapia classica, ma comporta un lavoro di cinque o sei ore al giorno. Bisogna sapere che, nonostante la riabilitazione, un atleta di punta non può perdere l’allenamento. Pertanto lo abbiamo adattato in modo che andasse ancora in bici, ma solo a una certa intensità alla quale non c’era il rischio che il suo infortunio peggiorasse o si ripresentasse. In modo che, nonostante tutto, fosse in grado di mantenere la forma ciclistica di base. Ad aprile Primož ha ricevuto da noi l’ultimo laser ad alta frequenza, è il miglior laser attualmente disponibile sul mercato, che ora usa anche lui stesso a casa, quindi ha continuato con le terapie anche dopo essere tornato alle corse. Gli ho insegnato a usare il laser anche in caso di dolore o infiammazione, irradiando la sua parte bassa della schiena, che spesso fa male stando seduto in sella“.
Roglic è poi rientrato alle corse vincendo il Criterium du Dauphiné, classica corsa di preparazione al Tour de France. Al grande giro francese però Roglic è incappato nell’ennesimo infortunio, cadendo durante la 5^ tappa:
“L’infortunio di quest’anno è stato molto peggiore di quello del Tour dell’anno scorso. L’infortunio dell’anno scorso gli ha reso impossibile pedalare, cosa che gli è stata permessa invece quest’anno, ma il dolore è stato davvero grande. E Primož ha corso con questo infortunio per un’altra settimana“.
Lo sloveno si è poi ritirato alla 15^ tappa. Dopo il ritiro Primoz è tornato da Bračič per farsi curare nuovamente:
“Aveva due vertebre fessurate, cioè due fratture, ma abbiamo avuto un problema ancora più grande con i tessuti molli che si sono infiammati, tessuti che si attaccano alle vertebre. Anche perché Primož ha continuato a pedalare anche dopo la caduta. Abbiamo quindi rigenerato i suoi tessuti in un paio di giorni, eliminato il dolore e l’infiammazione. Gli abbiamo dato un altro dispositivo di altissima qualità per l’elettroterapia ad alto frequenza che viene utilizzato nel trattamento di tessuti molto profondi. Primož ha quindi continuato con queste terapie anche quando è tornato ad allenarsi“.
Per continuare ad allenarsi e trattarsi a casa Roglic ha acquistato uno di questi apparecchi, che sono grandi come una valigia, ma piuttosto costosi, come spiega Bračič:
“Un laser di qualità della fascia di prezzo più alta costa intorno ai 40.000 euro, ma personalmente ritengo che un atleta di alto livello non possa farne a meno. Ogni fisioterapista dovrebbe avere uno di questi laser a portata di mano. Soprattutto per problemi ai tessuti profondi“.
Dalla caduta al Tour all’inizio della Vuelta sono passati 44 giorni, un periodo di tempo limitatissimo per recuperare da un infortunio del genere, ma Roglic era determinato a provarci, come racconta il dottore sloveno:
“In questo caso ho lasciato a lui la decisione. Io stesso ero più propenso a interrompere la stagione, prendere del tempo per ristabilirlo completamente, fare uno specifico “reset” e una riabilitazione a lungo termine di tutto il corpo, dato che ha qualche altro problema. Anche il danno all’articolazione della spalla non è stato ancora del tutto riparato. Inoltre aveva i già citati problemi alla colonna vertebrale, oltre ad un paio di altre piccole cose. Primož ha però deciso di partecipare comunque alla Vuelta, perché per lui significherebbe molto vincere per la quarta volta consecutiva. Finora sta facendo molto bene al giro di Spagna, direi sorprendentemente bene considerando quello che ha passato in questa stagione. Ha due ferite molto gravi. Anche se non vince ed andrà almeno sul podio sarà un grande successo. Dovrebbe essere noto che Primož era molto esausto dala scorsa stagione. Prima al Tour, dove è caduto gravemente, poi campione olimpico, dove era completamente sfinito, poi il campionato del mondo… Quindi quello che sta facendo quest’anno è molto, molto buono“.
E fin qui tutto bene. Bračič però fa anche alcune considerazioni, riguardo l’infortunio occorso a Roglic alla 5^ tappa del tour e come è stato gestito:
“Quel giorno con Primož c’era grande attenzione all’articolazione della spalla, cosa di cui non ero così preoccupato. Tuttavia hanno tenuto nascoste delle informazioni in quel momento, e nemmeno Primož mi ha detto durante la gara che aveva problemi alla schiena, che era caduto così gravemente da essersi fatto male alla schiena. Tutti rimasero in silenzio in quel momento. Penso che siano rimasti in silenzio perché era una tattica di squadra per Primož aiutare Jonas Vingegaard a battere Tadej Pogačar. Solo quando hanno terminato l’undicesima tappa, dove Vingegaard ha ottenuto un grande vantaggio è stato chiaro che Primož aveva fatto il suo lavoro. Ma la storia si è ripetuta quando il club ha detto che l’infortunio non era niente, che avrebbe dovuto prendere solo una pillola.
Solo quando Primož ha fatto una risonanza magnetica a Montecarlo di sua iniziativa e mi ha inviato una foto ci siamo resi conto che la ferita non era così lieve”
Alla domanda. “ma il medico del club gli ha suggerito di prendere solo una pillola?” Bračič risponde:
“Sì, i medici dei club a volte dimenticano il loro giuramento di Ippocrate e sono prigionieri del business. Lavorano a beneficio del club, non del paziente o di un atleta. Purtroppo“.
Secondo Bračič l’infortunio del Tour di Roglic è peggiorato continuando a correre:
“Credo di si. Tuttavia, per quanto ne so Primož vuole sempre arrivare fino alla fine. Ha continuato il Tour su sua richiesta, in modo che potessero raggiungere il successo della squadra. Non faceva parte di questo successo, perché la squadra si era dimenticata di lui, ma comunque…Certo, preferirei vedere Roglič vincere (il tour -ndr-)…Speriamo che un giorno succeda anche questo.
Il fatto è che Primož si è sacrificato per l’obiettivo della squadra al Tour e ci sono pochi atleti del genere. La maggior parte di loro sono egocentrici ed egoisti, ma Primož non è nemmeno vicino a queste descrizioni. A volte è troppo buono per l’ambiente. Se fosse stato più egoista probabilmente avrebbe avuto ancora più successo, ma poi non sarebbe più Primož“.
Esempio con i tessuti molli: se cadiamo dalla bici e ci escoriamo, anche profondamente, guariamo per mezzo di un processo di rigenerazione.
Esempio con i tessuti duri: se cadiamo dalla bici e ci fratturiamo, guariamo per mezzo di un processo di rigenerazione (che passa per la formazione del coagulo e del callo osseo).
Ora evito di dilungarmi oltre.
Più "strano" è l'ottenimento del risultato in 48 ore nette data la descrizione del problema.
Poi, se la ferita è importante o coinvolge tessuti di un tipo anziché altri la rigenerazione può essere mista o sostituita dalla fibrosi (la cicatrice ne è un esempio comodo da capire).
Posso confermare che la traduzzione è giusta.