Visita a Gios

Blu. Nel mondo del ciclismo basta questa sola parola per far venire in mente agli appassionati un nome storico: Gios.

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Il costruttore torinese che ha legato indissolubilmente il proprio nome e le proprie bici al mitico blu elettrico che contraddistingue le proprie creazioni.

Cosa avvenuta nel 1973 grazie alla collaborazione con un magnate dei dolciumi, il sig. Perfetti e la squadra Brooklyn, i cui corridori vestivano le maglie con il blu che diventerà leggendario. Blu che venne ripreso da uno dei colori della maglia sociale della prima squadra Gios, molto antecedente.

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Un corridore in particolare fece il resto: Monsieur Paris-Roubaix, Roger  DeVlaeminck

Dopo di lui: Hampsten, Visentini, Roche, etc…

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Oggi, Gios è un mix di tradizione e modernità. Ben rappresentate da Aldo,

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uno dei figli del fondatore Tolmino, la mente creatrice di alcune soluzioni che hanno caratterizzato Gios, come i forcellini regolabili, e suo figlio Marco, la 3^ generazione.

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Mix che si ritrova anche nella produzione, passata dalle mani di Aldo ad un team di 5 giovani che lavorano su una gamma che comprende il classico acciaio, l’alu-carbon, il carbonio e da poco anche il titanio. Per una produzione che non eccede i 2000 telai all’anno e che viene nella maggior parte divisa proprio tra acciaio e carbonio.

Il tutto fatto in un capannone vicino al nuovo showroom di Volpiano, cercando di utilizzare le tecniche di una volta e quelle più recenti; e solo materiali italiani. Quindi tubazioni Deda per i metalli, e quelle di una ditta toscana per il carbonio che viene lavorato con la tecnica della fasciatura.

Ecco quindi che il mix si ripresenta anche materialmente osservando le varie biciclette, in una commistione di soluzioni “d’altri tempi” come i forcellini Campagnolo ed i passacavi sul movimento centrale per il modello Paris-Roubaix (identico a quello anni ’70 di DeVlaeminck)

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ed altre più moderne come le scritte laserate sul telaio in titanio, ed un ponticello di rinforzo dietro il movimento centrale sul carbonio per garantirne una maggiore rigidità

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Vecchio e nuovo. Un tentativo di non lasciarsi alle spalle la tradizione ed i fasti del passato o recuperarli solo per soddisfare le voglie retro’ di moda oggi, cercando di non perdere di vista o rifiutare il presente ed il buono che puo’ offrire

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E sono ancora loro, Aldo e Marco gli interpreti di questo tentativo.

Con l’attenzione di Marco per i raduni vintage di bici Gios per cui in nord europa vanno pazzi, o l’attenzione verso i clienti che cercano decals d’annata, pezzi per montare la bici per l’Eroica e la creazione del registro storico sul loro sito internet, oltre al proporre nuovi prodotti come il Titanio.

E l’esperienza e quel “senso pratico” di un navigato telaista e meccanico come Aldo. Il quale comincia scuotere la testa e camminare nervosamente in silenzio quando gli arriva il cliente con le misure del “biomeccanico” (ne verrebbe fuori “una cosa” inguidabile) o quando parla del mondo professionistico odierno e della possibilità di sponsorizzazione per costruttori piccoli o medio-piccoli in un mondo dominato da colossi economici.

Mentre me ne vado mi colpisce una bella foto appesa al muro: il vecchio Tolmino che se ne va chissàdove con un secchio e delle ruote in mano

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Un’immagine che mi fa pensare al mondo del ciclismo, con la sua affascinante storia sempre in cammino verso nuovi e sconosciuti traguardi.

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