Vittoria di Sivakov al Tour of the Alps

Il 1997 è sicuramente un’annata d’eccezione per il ciclismo, ed il Team Sky, alla sua ultima apparizione prima di diventare Team Ineos, ha messo in cantina due Grand Crus: Egan Bernal e Pavel Sivakov.

Del primo ormai ci sono pochi dubbi: dopo la Colombia Oro y Paz ed il Tour of California lo scorso anno è arrivata la consacrazione alla Paris-Nice quest’anno.

Il secondo, russo-francese nato a S.Donà di Piave, sembrava più acerbo, ma ora ha messo in bella mostra le sue qualità al Tour of the Alps, vincendolo con autorità. Con autorità perché oltre alla vittoria di tappa di Schenna, davanti Jan Hirt (Astana) e l’eccellente duo della Androni composto da Mattia Cattaneo e Fausto Masnada, ha rintuzzato sino all’ultimo giorno gli attacchi di nientemeno che Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida). L’italiano ci ha provato a fondo, ma non è mai riuscito a liberarsi del giovane franco-russo che è riuscito a tenerlo a 33″ di distanza sino all’ultimo giorno.

C’è da dire che Sivakov ha potuto contare su un gregario di extralusso: Chris Froome, che ha fatto un lavoro notevole nell’ultima tappa sulla salita dell’Altopiano del Salto, facendo un ritmo a prova di attacchi, per poi consegnare il giovane compagno alle cure di un altro giovane Sky/Ineos che pare essere sbocciato: Tao Geogeghan Hart, 24 anni, e per ora sempre rimasto in ombra a fare l’oscuro lavoro del gregario, ma che si è tolto due sfizi notevoli a questo TotA: il 2° posto in classifica generale e due vittorie di tappa, le prime vittorie da professionista, di cui una sprintando e contenendo sempre Vincenzo Nibali nella tappa Baselga di Piné-Cles.

Sivakov è figlio di Alexei, ex pro della BigMat-Auber 93, di cui ha seguito le orme e gli spostamenti: nato in Italia, cresciuto in Francia, detiene la doppia nazionalità francese e russa, e parla correttamente quattro lingue. Ed ora succede nel palmares del TotA a Thibaut Pinot, il quale ha solo interrotto per una non il dominio Sky in questa corsa, vinta in precedenza da Richie Porte, Mikel Landa e Geraint Thomas.

Dopo Bernal, Sivakov pare un altro predestinato.

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