foto: Jumbo-Visma

Tom Dumoulin abbandona la Vuelta per fatica

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Tom Dumoulin (Jumbo-Visma) non prenderà il via oggi alla Vuelta España.

foto: Jumbo-Visma

Sia il nostro staff di allenatori che io pensiamo che scendere dalla bici sia la scelta migliore. Alla partenza della Vuelta mi sentivo già stanco, e quella sensazione mi è rimasta. Non ha senso per me continuare perché potrei ipotecare negativamente la prossima stagione. Non vorrei abbandonare la Vuelta, ma è la decisione giusta. Possiamo tutti essere d’accordo su questo. Con Primoz siamo ben messi in classifica generale, speriamo che la squadra possa tornare a casa con una vittoria.”

Cosi Dumoulin nel comunicato rilasciato dalla sua squadra.

Il direttore sportivo Merijn Zeeman constata però una perdita importante: “È un peccato che Tom vada a casa. Ogni giorno abbiamo monitorato la sua fatica e questa sta crescendo. Nonostante ciò ha giocato un ruolo importante nella squadra e fatto un buon lavoro. Quindi la sua corta partecipazione alla Vuelta è un buon investimento per il 2021: ora vediamo che stiamo andando incontro a dei limiti e ce ne prediamo la responsabilità

Dumoulin tornerà quindi a casa per focalizzarsi nel recupero e la preparazione della prossima stagione.

 

 

Commenti

  1. samuelgol:

    Hai scritto 2 volte soggettivo ma fa lo stesso. Tanto non ci sono differenze. Un atleta si può ritirare quando ritiene per una qualsiasi ragione che proseguire, sia inutile per la competizione da cui si ritira e dannoso per quelle successive. Esemplificando, un tennista con una lieve contrattura muscolare che resta in campo, diventa inutile ai fini di quella competizione, perchè non riesce a correre e quindi a vincere quel match o quello dopo se peggiora le cose. In più se le peggiora troppo, salta anche i tornei successivi.
    In questo caso Dumoulin, di concerto con la squadra suppongo, ha ritenuto non utile per se e per la squadra continuare la Vuelta e ha ritenuto che ciò avrebbe comportato problematiche future. Se era al Giro adesso ci starebbe qualcuno che avrebbe detto "a una gara ASO non si sarebbe ritirato", siccome lo ha fatto a una gara ASO, dobbiamo cercare qualche altra invettiva.
    Riguardo ai GT, non serve accorciare il numero delle tappe. Serve che si mettano a tavolino un preparatore sportivo e un ragioniere (esempio simbolico) e contemperino l'uno le caratteristiche del percorso funzionalmente a una resa degli atleti e l'altro la questione economica intesa come località che pagano.
    Dopodichè sta bene anche fare 21 tappe, ma che siano sostenibili fisicamente, che poi ci pensano loro ad accendere le micce se il percorso glielo consente. Se gli fai fare 5000 metri di dislivello per 3/4 gg consecutivi e con arrivi nemmeno selettivi, non scattano prima e non scattano nemmeno all'ultimo km. Cercano di arrivare al traguardo alla bell'e meglio. Se poi gli piazzi in mezzo una tappa da 260 km, con trasferimento serale, che serve solo a massacrarli ulteriormente, fai ancora peggio. Non dimentichiamo che la pianificazione originaria, prevedeva il giorno dopo non una tripla salitella, ma Agnello, Monginevro, Izoard e Sestriere. Bisogna non capir nulla di preparazione sportiva a pianificare follie del genere. Ci sta che il 99% di chi sta sul divano non se ne renda conto.
    Grazie della spiegazione
  2. Beh se era per la causa di Roglic a stare in fondo al gruppo non serviva a molto. Lo sloveno ha ancora un bello squadrone con Kuss, Bennett e Gesink per la roja. E comunque dal 7 agosto aveva messo in fila 40 giorni di corse (Dauphine 7#, TdF #7, WC #10)!
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