La Jumbo-Visma prende il giovanissimo Nordhagen

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La Jumbo-Visma ha messo sotto contratto il giovanissimo norvegese Jørgen Nordhagen, 17 anni. La squadra olandese ha battuto la concorrenza dei norvegesi della Uno-X nell’assicurarsi Nordhagen, considerato il nuovo super talento del momento. Il 17enne norvegese entrerà a far parte della squadra sviluppo della Jumbo-Visma dal 1°gennaio 2024 (quando sarà maggiorenne) , ma già dall’inizio del prossimo anno utilizzerà l’equipaggiamento tecnico della formazione olandese, a cominciare dalle bici Cervélo.

Al suo primo anno da junior Nordhagen ha vinto il GP Rüebliland, il titolo nazionale a cronometro ed ha fatto 2° agli europei in linea. Inoltre ha vinto due gare di livello nazionale  e la medaglia d’argento ai campionati norvegesi nello sci di fondo.

Norhagen continuerà a praticare lo sci di fondo d’inverno e la bici da primavera in poi, ma intanto, secondo quanto dichiarato da Robbert de Groot, capo sviluppo della Jumbo-Visma, Nordhagen potrà crescere e maturare “senza l’assillo di agenti che lo rincorrono” (a parte i loro a quanto pare). In particolare la Jumbo è rimasta impressionata, oltre che dai risultati, dalla mentalità del giovane Nordhagen, e dalla “sua visione di quello che sarà la propria carriera”.

Detto questo impressiona l’attenzione che oramai le squadre WT hanno verso corridori sempre più giovani, sino, ora, ad essere al primo anno da junior! In tempi recentissimi è avvenuta una svolta epocale con l’emergere di vincitori di GT e classiche sempre più giovani, ed ora il trend sembra quello di andare a cercarli veramente in culla. Questo porta con se vari interrogativi e dubbi, ma potrebbe anche trasformare velocemente lo sport in generale, con il crescente interesse di alcuni canali Tv e streaming nel trasmettere le gare U23 e U17, cosa che potrebbe essere anche vista come problematica per lo sviluppo psicologico di quelli che sono ancora dei ragazzini. Soprattutto se questo poi porterà ad avere delle “star” anche di età inferiori.

Ad ogni modo la strada sembra già tracciata, così come anche l’interesse crescente per i giovanissimi scandinavi, interesse che è diventato argomento ricorrente nell’ambiente, in particolare dovuto alla maggiore “fisicità” dei ragazzi nordici già da molto giovani. Cosa che poi va combinata con anche la liberalizzazione dei rapporti per gli juniores dalla prossima stagione.

 

Commenti

  1. Bordi:

    Ok.
    Ma il mondo dello sport è cambiato, non è più un fai da te.
    Vedevo ieri sulla TV Svizzera che parlavano dei giovani sportivi d'élite integrati nell' esercito.
    Sono seguiti nel percorso scolastico, hanno un programma ad hoc per gli allenamenti, addirittura fanno dei corsi su come interagire con mass media.
    Insomma non sono più buttati nella mischia e arrangiati.
    Non solo, in Svizzera ci sono delle scuole per sportivi d'èlite, dove entri già dai 14 anni, ma resta la pressione psicologica comunque.
    E lo sviluppo fisico e psicologico non è che può essere forzato più di tanto.
    Per me lo si vede ad esempio anche qui dentro, con le critiche che ci sono verso i giovani italiani che non sono a livello di altri fenomeni esteri....quando magari gli serve solo un po' di tempo per maturare.
    Certo che se il riferimento ora è Ayuso che fa 3° alla Vuelta a 19 anni....

    E comunque questo si ripercuote a cascata su quelli più piccoli ancora, che sentono l'ansia di mettersi in mostra a 14 anni perché "se a 17 anni non ti prendono sei finito"....
  2. Mio figlio ha 17 anni ed è veramente forte in bici (mai dimostrato perché non ha mai fatto gare), sci di fondo e atletica. Posso confermare che nello sci di fondo se non hai dimostrato di essere fra i migliori in Italia intorno ai 17-18 anni hai poche possibilità di proseguire oltre i 20 anni e se non sei ancora in un corpo sportivo militare è dura. Nell‘ atletica (mezzofondo) mi pare ci sia più calma: per esempio mio figlio arrivando da un inverno passato a sciare in primavera è andato subito bene di corsa e quest’estate ha fatto 11mo ai mondiale U18 di corsa in montagna con la nazionale, bene in pista e vinto un titolo italiano su strada a settembre (10 km). Il tutto con una media di 6, max 7 ore di allenamento alla settimana e discreti risultati scolastici al liceo. Penso sarebbe impossibile nello sci e soprattutto bici perché dovrebbe allenarsi almeno il doppio e al momento non riuscirebbe né fisicamente né di “testa”. Molti scandinavi fanno come il ragazzo in questione: molti sport diversi, allenamento tutto l’anno e fuori anche se piove o nevica. Comunque quest’inverno si torna a sciare anche se la priorità è ormai la corsa.
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