Richard Plugge ammette la necessità di un’analisi interna alla Jumbo-Visma dopo la positività al doping di Michel Hessmann

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I successi continui della Jumbo-Visma in questa stagione hanno contribuito a lasciare nell’ombra il caso di doping avuto in squadra, quello del giovane (22 anni) Michel Hessmann, trovato positivo ad un diuretico non precisato, ma nella lista dei prodotti proibiti come “prodotto mascherante”, lo scorso 14 giugno, dopo che il tedesco aveva terminato da poco il Giro d’Italia in supporto di Primoz Roglic, terminando al 33° posto.

Il 25 giugno si è piazzato 14° ai campionati nazionali su strada, quindi a luglio ha partecipato al Czech Tour, terminandolo al 18° posto, 3° nella classifica scalatori. Quindi la sua ultima gara al mondiale dove si è ritirato. Ultima perché il 16 agosto è stata notificata la positività e la Jumo-Visma lo ha temporaneamente sospeso.

Richard Plugge, team manager della formazione olandese, ne ha parlato recentemente in un’intervista a Ride Magazine: “”Mercoledì 16 agosto 2023 è stato un giorno nero per la nostra squadra .Per la prima volta in dieci anni abbiamo ricevuto la comunicazione che un corridore della nostra squadra, Michel Hessmann, era risultato positivo a un test antidoping. Dobbiamo guardarci allo specchio: stiamo facendo tutto bene? Tutti coloro che sono coinvolti nella nostra organizzazione devono essere consapevoli di tutto. La Germania ha una legge sul doping, quindi l’ufficio del pubblico ministero è stato automaticamente coinvolto. Il diritto penale prevede la presunzione di innocenza, mentre il diritto disciplinare ragiona al contrario, spetta all’atleta dimostrare di non aver fatto nulla di male. Se il test viene eseguito correttamente ci sono due possibilità: o è voluto, o si tratta di una contaminazione da un integratore o da un altro farmaco. Per questo motivo all’interno della nostra squadra è obbligatorio utilizzare solo integratori e farmaci che sono stati controllati da noi con una ricerca di sostanze dopanti, per ridurre al minimo il rischio di contaminazione. Molti prodotti contengono infatti resti di altri prodotti. In breve, un atleta non può semplicemente assumere un integratore, un farmaco o una bevanda energetica senza sapere se è stato testato in precedenza. I controlli antidoping possono essere eseguiti 365 giorni all’anno, ma l’atleta deve essere sempre lucido. Questo fa parte della politica del ciclismo. I corridori vengono controllati da trenta a 150 volte all’anno. Questo è un bene e deve rimanere tale. Siamo per uno sport leale, in cui i talenti incrociano le spade su basi paritarie”.

Chiaramente Plugge ha fatto queste dichiarazioni nell’economia di una risposta sugli inevitabili sospetti di doping legati al grande numero di vittorie stagionali (62 al momento), ottenute non solo vincendo, ma proprio dominando in certe competizioni. Sospetti ormai inevitabili in uno sport dal passato travagliato come il ciclismo. Ed in questo contesto la positività di Hessmann, pur essendo un corridore “minore” all’interno dello squadrone olandese, serve da sponda per questi sospetti.

Hessmann ha un contratto con la Jumbo fino a fine 2024, e per ora non si hanno aggiornamenti né sul suo status, in quanto non risulta nelle liste delle sospensioni provvisorie dell’UCI, né quali siano le decisioni interne della Jumbo-Visma i merito.

Commenti

  1. Non capisco per quale motivo continuano a fare notizia le squalifiche per doping del ciclismo.

    Da sempre nel ciclismo quando una squadra o un ciclista diventa come "asso piglia tutto" dietro ci sono delle pratiche mediche illecite che trasformano i suoi ciclisti in fenomeni del pedale.
  2. Quando qualcuno viene trovato positivo è perché ha sbagliato i calcoli !
    Poi ogni uno libero di credere agli asini che volano
  3. Io son convinto che tutti sanno tutto e fanno buon viso a cattivo gioco , le squadre ti mettono a disposizione “l’attrezzatura e i meccanici ma chi rompe paga e i cocci sono suoi “ .
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