La QuickStep “squadra in evoluzione”

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La Soudal-QuickStep ha segnato almeno l’ultima decade come la squadra più vincente in termini di vittorie, in particolare nelle classiche. Dalla sua creazione ha totalizzato 900 vittorie in gare UCI , di cui 21 classiche monumento, 7 mondiali, 6 mondiali a cronometro, 4 mondiali a cronometro a squadre, 2 coppe del mondo, 3 titoli europei ed un titolo olimpico.  Negli ultimi 10 anni è sempre stata la squadra più vincente per numero di vittorie nel WorldTour: 54 vittorie nel 2013, 61 nel 2014, 54 nel 2015 e 2016, 56 nel 2017, 73 nel 2018, 68 nel 2019, 39 nel 2020 (covid), 54 nel 2021 e 47 nel 2022.

L’anno scorso però è avvenuta una svolta epocale: la squadra di Patrick Lefévère ha vinto la Liegi-Bastogne-Liegi come classica, ma sopratutto il primo grande giro della sua storia, la Vuelta España, ambedue con Remco Evenepoel. Ed al contempo ha avuto una stagione disastrosa da parte di due dei suoi uomini più pagati: Julian Alaphilippe, martoriato da cadute di ogni tipo, e Kasper Asgreen, il quale ha avuto come miglior risultato stagionale il 3° posto alla Strade Bianche, per poi non produrre molto altro, anzi abbandonando ogni gara a cui ha parteciapto da giugno in poi, e chiudendo la propria stagione al Tour.

Questo ha di fatto promosso Evenepoel a star assoluta della squadra, sia per aver salvato la stagione della QuickStep, sia in prospettiva, avendo il belga solo 23 anni appena compiuti.

La QuickStep rimane una squadra fortissima nell’ottica di vincere tante gare con più uomini. Basti pensare al comparto sprinter, con  il campione europeo Fabio Jakobsen, cui si è aggiunta la concorrenza interna del campione belga Tim Merlier. Tuttavia, la concorrenza interna non dovrebbe spaventare nessuno dei due, con Jakobsen che ha dimostrato di essere in grado di conviverci; negli ultimi anni ha corso in squadra con Elia Viviani, Sam Bennett e Mark Cavendish. Mentre Merlier negli ultimi anni ha dovuto condividere gli sprint di gruppo con Jasper Philipsen. Il treno della QuickStep resta poi uno dei migliori al mondo, anche se Michael Mørkøv, considerato il miglior ultimo uomo in gruppo, compirà 38 anni ad aprile, Lefévère ha già il ricambio (quasi) pronto in Casper Pedersen, danese come Mørkøv e destinato a prenderne l’eredità. Va ricordato che la QuickStep può contare anche su un terzo sprinter, Ethan Vernon, 22 anni, il quale nel suo primo anno da pro (il 2022) ha già collezionato 4 vittorie, tra cui una tappa al Catalunya.

Nel comparto classiche Lefévère può contare su Alaphilippe, Asgreen, Ballerini, Lampaert e Sénéchal. Ognuno di questi, se in condizione, può tranquillamente portare vittorie ed anche di prestigio. Va detto che la concorrenza è però forte e mediamente più giovane, in particolare se si pensa ai soliti Wout van Aert , Mathieu van der Poel , Tom Pidcock o anche Biniam Girmay.  D’altronde dal 2017 ad oggi la QuickStep ha dovuto rinunciare a gente come Tom Boonen, Matteo Trentin , Niki Terpstra , Philippe Gilbert o Zdeněk Štybar, non proprio facili da rimpiazzare in scioltezza. A meno di sfortune però resta una squadra competitiva, anche se non più quella da battere nelle classiche.

In tutto questo si vede la naturale evoluzione a cui è destinata questa squadra, ovvero creare un solido gruppo attorno alla star Evenepoel. Anche in quest’ottica si capisce la scelta di non portarlo subito al Tour de France, ma farlo partecipare al Giro d’Italia. Sia perché il percorso gli è stato tagliato a misura, sia per farlo crescere in esperienza e fiducia (in particolare in caso di vittoria), ma anche per avere il tempo di fornirgli un cast di supporto adeguato.

In questo senso si comprende l’acquisto per questa stagione dello scalatore ceco Jan Hirt dalla Intermarché, vincitore della tappa dell’Aprica lo scorso anno al Giro. Il quale supporterà Evenepoel al Giro assieme a Mattia Cattaneo, Fausto Masnada, Pieter Serry, Ilan van Wilder, Yves Lampaert e Davide Ballerini. Hirt e Masnada hanno fatto 1° e 2° al Tour dell’Oman la scorsa stagione, poi però per il bergamasco non è stata una stagione ricca di risultati, idem per Cattaneo. Nel complesso la squadra sembra più solida per accompagnare Evenepoel al Giro persino di quella che l’anno scorso lo ha supportato nella vittoria alla Vuelta, ma resta una squadra da migliorare in vista di un’eventuale partecipazione al Tour de France, in particolare se si vanno a guardare le dirette concorrenti come la Jumbo-Visma e la UAE-Emirates, farcite di super-gregari.

Detto tutto questo diventa comprensibile la pressione che Lefévère sta mettendo continuamente su Alaphilippe e Asgreen, i quali assorbono una bella fetta di budget coi loro stipendi, per cui i pochi risultati della scorsa stagione non sono solo poco digeribili in se, ma nell’ottica di non avere abbastanza risorse a disposizione per acquistare gregari di peso per fornire supporto a Evenepoel nei grandi giri.

Nel complesso quindi la QuickStep si sta evolvendo in una squadra diversa da quella cui siamo abituati da oramai 20 anni, che probabilmente vincerà meno in quantità, puntando a trasformarsi pian piano in squadra competitiva per i GT, dove però enorme differenza la fa la disponibilità economica.

 

 

 

 

 

Commenti

  1. andry96:

    Comunque per conto mio dopo l'annata 2022 Remco non può non provare a competere nei GT e la Quick step non può non supportare il suo beniamino locale, limitarlo alle classiche sarebbe riduttivo per entrambe le parti e soprattutto per noi spettatori.
    Ma magari non vincerà un GT quest'anno, ma che non sia almeno da podio, anche al Tour, direi proprio di no.
    Solo qui dentro un podio ad un Gt è roba da mezzi corridori...

    "Guarda, più che 3° al Tour non puoi fare...tanto vale che ti concentri sul romandia e le classiche" :-P
  2. Dobbiamo considerare che ha solo 23 anni (ha perso pure una stagione per un infortunio abbastanza grave) e che l'anno scorso ha vinto un GT, classiche e semi classiche e il campionato del mondo....insomma not too bad.
    Probabilmente ha ancora margini di miglioramento e fa bene a testarsi al Giro (sulla carta meno congeniale come percorso), continuando a dire la sua nelle classiche a lui piu' congeniali. Poi parliamoci chiaro un podio (direi anche top5) in un qualunque GT e' tanta roba. Per il Tour e i confronti con Pogi e Vingegard c'e' tempo (il primo tra questi due nettamente piu' completo).
  3. A me sembra riduttivo dire che Remco sia più/meno da classiche o più/meno da GT.
    a me un corridore totale, il fatto che abbia vinto una Liegi non mi sembra una dimostrazione che sia corridore da classiche.
    A me sembra che i fatti dimostrino che sia un corridore totale che quando riesce (non sempre per bene dello spettacolo) a imporre la sua forza prende e se ne va a vincere.

    certamente non è un velocista.
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