Le cose che più mi infastidiscono nelle uscite

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Il ciclismo è bello, e fin qui siamo tutti d’accordo, ma ci sono tante piccole cose fastidiose per ognuno di noi: magari dettagli o situazioni di scarsa importanza, ma che anche solo per il breve lasso di tempo che durano, possono infastidirci.

Vi confesso le mie, tra colpe personali e fraintendimenti con gli altri.

1-Noie tecniche

A volte il tempo è quello che è, e ci si ritaglia giusto il tempo per un’uscita “rapida” tra vari impegni e rotture: rapida vestizione, borraccia riempita al volo, pompata alle gomme, prendo la bici e…c’è il computerino scarico. Vabbé, fa niente, userò la app dal telefono. Che però ovviamente ha il 7% di batteria…e cosi attacco tutto alla presa elettrica e riapro il pc per continuare a fare quello che stavo facendo prima, ma guardando lo stato di carica ogni 30″… Alternativa ancora più fastidiosa è il computerino che non si connette coi sensori vari o il segnale GPS che non arriva perché la scia chimica me lo scherma. Cosa ancora più snervante se prima dei rulli, l’alternativa ancora più rapida per risparmiare tempo, la fascia cardio non viene rilevata, o rilevata dopo 10′, eterni, minuti. Il trionfo è ovviamente il gruppo elettronico scarico, perché la volta precedente era luce rossa fissa, ma “lo carico appena rientro”…(per fortuna mi è successo solo una volta).

Alla pari sui due gradini più alti del podio però ci sono le forature “drammatiche”. Le mie tre storiche sono: tubeless forato alle 22 di notte in mezzo alle risaie della Lomellina, tiro fuori la camera d’aria…ed ha valvola troppo corta per il cerchio (segue odissea per tornare alla macchina). Giro epico in montagna, ma tirato troppo tardi. Ultima discesa praticamente “a naso” per il buio e tubolare che si taglia di lato su una buca presa in pieno (seguono bestemmie telefoniche da parte dell’ammiraglia in arrivo). Foratura a 2km dall’arrivo di un brevetto di 600km sotto il diluvio (segue cambio gomma più lento della storia con umore devastato).

2-Il gregario yo-yo

Il ciucciaruote fastidioso che ti si incolla dietro per chilometri senza mai dare un cambio lo abbiamo trovato tutti, ma personalmente non è una cosa che mi infastidisce particolarmente, fintanto che sta dietro e si fa i fatti suoi. Quelli che mi infastidiscono sono quelli che ti danno i cambi (non richiesti) e variano la velocità a caso: una volta ti si mettono davanti e poi rallentano di qualche km/h rispetto l’andatura che facevi tu. O contrario, dopo qualche centinaio di metri accelerano prendendo 50mt, ma poi rallentando appena vedono che resti indietro, si fanno raggiungere, e appena raggiunti ripartono….e via cosi…costringendoti alla fine o improvvisare una gara per mollarlo o svoltare appena possibile sperando di non essere visti.

 

3-Gli attaccabottone competitivi

A volte incontrare qualcuno con cui fare due chiacchere fa piacere, soprattutto in giri lunghi, a meno che il viandante che si incontra non sia di quelli che mi cominciano a raccontare perché loro vanno più o meno di me e perché. “Eh, vai bene in salita, ma io peso 80kg!” (no, io non vado bene in salita, sei tu che sei una chiavica, e siccome sono alto 1mt90 non è che posso pesare 60kg…). “Eh, con quelle ruote/bici li ti credo che vai bene!” (generalmente rispondo che la differenza vera la fa il casco aerodinamico-generalmente funziona-). “Ma da quanto è quell’attacco manubrio? Da 120mm? Secondo me avresti bisogno di un 110mm“. Alla risposta che “mi trovo bene cosi” segue mega-spiegone sui segreti della biomeccanica e ovvio consiglio sul rivolgermi al mago locale che per 100eu ti “cambia la vita”. Il massimo è stato uno che mi ha consigliato un “tiraossi” fenomenale che gli aveva “tirato la colonna vertebrale tutta incassata” tanto da aver dovuto poi prendere un telaio di taglia più grande…

Un ricordo particolare è un tizio che mi si è affiancato pimpante su una salita, l’ultima per me prima di rientrare a casa dopo che io avevo fatto un giro particolarmente impegnativo (doppia ascesa del Monte Grappa) ed ero abbastanza bollito, ed ha cominciato a dirmi che avevo buttato i soldi a comprare una bici in carbonio per il mio livello, che l’acciaio sarebbe stato molto meglio, che è più comodo, etc.etc…a cui ho risposto tirando i freni ed entrando in un bar dicendogli aveva ragione e che tanto valeva mi facessi uno spritz.

4- I minimizzatori/indifferenti

Questa è una categoria che la maggior parte delle volte non rientra negli utilizzatori di Bdc, ma di Mtb. Su strada è facile pianificare nel dettaglio un giro, ma fuoristrada ci sono molte variabili che sono anche soggettive, come le capacità tecniche in discesa, ma anche in salita, come il fondo più o meno scassato ovviamente. Essendo soggettivo il livello di ognuno non ci sono grandi colpe in gioco ovviamente, ma mi infastidiscono non poco quelli che minimizzano sempre ed il giro che doveva essere “noooo, la salita non è difficile, basta solo un po’ di gamba ed un oretta sei su“, si rivela 2h a spinta su per una mulattiera al 25%. Idem per la discesa dove “eh, ma con la full non c’è problema!” e poi te la fai tutta a piedi tra gradoni di 1,5mt e sassi grandi come angurie. Ancora più fastidiosi quelli che definisco “indifferenti”, ovvero che incontri, a cui chiedi indicazioni, e seppur sottolineando dei timori, minimizzano come sopra.

Palma d’oro ad un tizio incontrato al rifugio del KunkelsPass, in Svizzera. Lui in Mtb seduto a bersi una birra era salito dal versante opposto al mio. Non avendo mai fatto la discesa dal versante da cui lui era salito gli chiesi se c’erano problemi a farlo in bdc (sapevo che un pezzo era sterrato). Lui mi rispose con un’alzatina di spalle ed un “no problem”. La discesa è ghiaia grossa, con 6km al 12% medio e punte al 18%, con anche una galleria non illuminata. Ed ovviamente avevo dei cerchi in carbonio per copertoncino che ad ogni kilometro tastavo a mano per vedere che non si sciogliessero…

5-Le incombenze post

Infine un classico per ogni ammogliato-padre di famiglia-servodellagleba, ovvero le incombenze post-giro. Ovvero quelle cose “inevitabili” che devi assolutamente fare, non importa quanto stanco tu sia. E cosi, quando l’unica cosa che vorresti fare è fissare le DOMS dei polpacci mentre ti gusti una birra sul divano, nella realtà strisci da un letto all’altro dell’Ikea, o ti disintegri definitivamente le gambe facendo “4 tiri” a calcio con i bambini…

Ricordo indimenticabile l’aver dovuto smontare a mano 3 GORM dell’Ikea da 5eu con la loro chiavetta sfigata il giorno dopo una Paris-Brest-Paris.

Felice di sentire le vostre 🙂

Commenti

  1. Bert51:

    Io, avessi anche un differenziale di 0,1 km/h, continuerei a modo mio come non esistesse l'altro, a meno che non mi parli e-ducatamente (cit.), mentre i dispetti da pisellaro non mi sfiorano, se capitasse penserei che LUI ha un problema... ma per ora tutto ok.
    Parlo per me, ma il problema non sei tu, ma gli altri.
    Non che mi sia capitato una volta al mese, ma tre o quattro volte in tutta la mia carriera sì e la scena era sempre questa, in genere in salita.
    Vedevo uno davanti che andava al suo passo e io che da dietro piano piano accorciavo la distanza fino ad arrivargli a ruota.
    Cosa succedeva a questo punto? Stiamo parlando di perfetti sconosciuti che non si erano mai visti.
    La regola vuole che entrambi continuiamo al proprio passo e io passassi davanti, magari ci salutiamo, e se lui ne aveva mi stava dietro.
    Invece? Come sentiva che stavi arrivando accelerava senza motivo e riprendeva un po' di margine che, inesorabilmente, perdeva poco dopo. Tu ti rifacevi sotto e quello, di nuovo, accelerava per riprendere margine.
    Dopo la seconda volta mi rompevo le balle, perché oltre ad essere stupida la cosa mi innervosiva, perché non mi permetteva di salire al mio passo.
    «Ah, vuoi stare davanti?» era la domanda a me stesso «E io ti faccio stare davanti.»
    Anche perché poi si giravano a controllare dov'ero.
    Così mi piazzavo alla sua ruota, in genere cinque metri dietro, e lo facevo tirare fino in cima. Lui accelerava, io acceleravo. Tanto il ritmo che facevano non era mai impossibile.

    Considerazioni sparse:
    [LIST]
    [*]Se andavano più piano li passavo in cavalleria. Talvolta capitava che qualcuno si accodasse, non mi davano fastidio. L'importante che non mi disturbassero.
    [*]Quasi anche se andavano leggermente più piano di me proseguivano del loro passo, come dovrebbe essere.
    [*]Con qualcuno mi è capitato di fare il resto della salita assieme, visto che la velocità era simile, chiacchierando, anche se era piuttosto raro.
    [/LIST]
    Ultima considerazione, la più importante, secondo me: se esci da solo cosa ti metti a fare le gare quando qualcuno ti raggiunge? Se ti raggiunge e prima non vedevi anima viva vuol dire che andava più forte di te, è una constatazione.
    Cosa te ne frega di dimostrargli che anche tu sai stare davanti? Cosa vuoi che gliene freghi?
  2. Io vengo sorpassato spessissimo dalle elettriche (in realtà anche dagli altri visto che sono piantatissimo :-)xxxx ), però sempre in maniera rispettosa, solo una volta ero in pieno centro abitato e un ragazzino che stava facendo i fatti suoi mi vede passare e poco dopo in uno strappo anche discretamente duro mi sorpassa a tutta birra... palese che era un atto di sbruffoneria, visto che poco dopo è tornato giù a chiacchierare con gli amici... ma vabbè, da un ragazzino me lo aspetto.
  3. Franco Vicenza:

    Mi meraviglia che nessuno abbia citato quelli che ti superano in salita con la bici elettrica, mentre tu sei in agonia, magari facendo qualche commento spiritoso ...
    Perché nessuno li considera. Sono dei mentecatti a cui non vale la pena di rispondere.
    Mi è successo una volta, su uno strappettino a San Michele di Pagana, che da Rapallo porta a Santa Margherita, circa 600 metri con una pendenza media dell'otto. Chi è della zona lo conosce.
    Noi eravamo in pieno sforzo, anche perché è breve e lo si fa di solito a tutta. È arrivato 'sto qui con la e-bike, in borghese, cantando un inno di un partito politico, chiaramente per scherno e indirizzato a noi. Be', gli siamo andati dietro e gli abbiamo dimostrato che noi potevamo salire alla sua velocità, ma lui non alla nostra.
    Aggiungo che se lo strappo fosse stato più lungo non saremmo stati in grado di stargli dietro. E comunque era un mentecatto lo stesso.
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