Julian Alaphilippe (QuickStep) ieri ha dichiarato di soffrire di mal di schiena, e di essersi messo, letteralmente, nella mani dell’osteopata della squadra per recuperare il più possibile per la partenza odierna della Tirreno-Adriatico. Il campione del mondo è chiaramente dolorante dopo la gran botta rimediata alla Strade Bianche.
Per fortuna del francese oggi la Tirreno si apre con una corta cronometro, per cui l’impegno sarà limitato nel tempo (13,9km) consentendogli di recuperare ancora. Ad ogni modo per Alaphilippe si tratta di trovare il massimo della forma strada facendo, come lui stesso ha dichiarato: “Il mio obiettivo in questa stagione non era quello di iniziare al 100%, ed infatti non lo sono: si vede, lo sento, ma presto sarò al top, la mia forma sta crescendo. Ho gareggiato solo in tre gare, non ho ancora vinto ovviamente, ma sono nei tempi previsti“.
La strategia della QuickStep, la formazione forse più forte sulla carta nella corsa italiana (Alaphilippe, Evenepoel, Asgreen, Honoré, Cavendish, Ballerini e Černy) è quella di dividersi nella caccia alle singole tappe, ma provando la generale sia con Alaphilippe che Evenepoel. Idea, quella delle due punte, che come sempre ha fatto storcere il naso a molti ed alimentato voci di una competizione interna. Voci subito smentite ieri in conferenza stampa da Evenpoel, ormai abituato a queste situazioni (come dopo il mondiale): “Fa ridere come la gente pensi che siamo rivali, quando invece siamo amici. Non gareggeremo mai l’uno contro l’altro, non farò mai niente di stupido contro Julian. Siamo abbastanza esperti da dirci quando ci sentiamo bene o male. Questa settimana siamo noi, non io. Sappiamo chi è l’uomo da battere“.
Infatti ormai per nessuno è evitabile l’elefante nella stanza, ovvero Tadej Pogačar. Lo sloveno campione uscente alla Tirreno e fresco della clamorosa vittoria alla Strade Bianche è chiaramente lo spauracchio per chiunque ormai.
E simbolicamente è ancora più significativo il fatto che questo sarà il primo scontro diretto in una gara a tappe tra Evenepoel e Pogačar. Simbolicamente perché da sempre su Remco ci sono aspettative altissime, essendo designato come un predestinato da quando ha fatto il suo debutto tra i Pro, ma nel frattempo lo status di Pogačar è diventato stellare.
Remco viene da un inizio di stagione “secondo attese”, con il 2° posto in generale dietro Alexander Vlasov (Bora-Hansgrohe) alla Volta a la comunitat Valenciana, dove ha anche vinto la prima tappa. E la vittoria alla Volta ao Algarve, dove ha anche strapazzato la concorrenza nella cronometro, rifilando 58″ in 32 km a Stefan Küng, secondo.
La stagione di Pogačar però è fin qui un filotto pieno, con la vittoria all’UAE Tour, con due tappe vinte in scioltezza (ed un eccellente 4° posto dietro specialisti come Bissegger, Ganna e Dumoulin) e la vittoria di superiorità alla Strade Bianche.
A fine 2021 Pogačar contava già 30 vittorie in carriera, mentre Evenepoel è a 25 contando anche quelle di questa stagione, ma lo sloveno all’età di Remco (di un anno più giovane) poteva vantare la bellezza di 2 Tour e 2 classiche monumento, una Tirreno e 9 tappe in grandi giri. Quindi la pressione per dimostrare di essere all’altezza del confronto resta tutta sulle spalle del giovane belga. Il quale probabilmente avrà tutta la foga di dimostrare di non essere da meno.
Per fare esempio io tra MVDP e Van Aert,preferisco leggermente olandese,ma oggi alla Parigi Nizza volevo vincesse il belga,cosi come tra Roglic e Pogacar preferisco Roglic,ma sabato alle strade bianche ero contento per Pogacar,come lo ero per la vittoria al Tour del 2021.
Per quanto riguarda italiani invece non li tifo perche' italiani,ma solo se lo meritano,Ganna ne e' un esempio,mentre Colbrelli mi piace,ma ancora non riesco a considerarlo fuoriclasse a livello di altri,oppure Nibali mi e' molto piu' simpatico oggi di quando vinceva,seppur era ed e' stato un grandissimo campione