Ripartito il WorldTour, rinato Van Aert

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Un anno fa Wout Van Aert (Jumbo-Visma) lasciava l’ospedale per tornare a casa dopo ben due operazioni chirurgiche subite in seguito alla caduta alla crono di Pau al Tour de France. Una delle due operazioni era servita a riparare il tessuto muscolare della gamba gravemente danneggiato, tanto da mettere in dubbio il prosieguo della carriera del talento belga. Molte incertezze, il coronavirus in mezzo, ma ieri la rinascita in piazza del Campo, con la vittoria alla Strade bianche agostana, con polvere, caldo e sole.

Ed era stata proprio la Strade Bianche a certificare su strada Van Aert non solo un grande ciclocrossista. Nel 2018 l’allora 23enne era stato fermato solo dai crampi poco sull’ultima ripida salitella prima del traguardo nell’inseguimento a Romain Bardet e Tjesi Benoot. L’anno scorso ancora un 3° posto, dietro Alaphilippe e Fuglsang. Quest’anno è lui che ha messo tutti dietro nell’ultimo settore bianco al 18% di pendenza, a 12km dall’arrivo.

La ormai classica senese è stato un banco di prova per testare la gamba di tutto il gruppo, ovviamente di “fiamminghi” ed “ardennesi”, dopo il lunghissimo stop dovuto al coronavirus, il quale ha probabilmente segnato più le teste che le gambe. Philippe Gilbert prima del via ha fatto capire lo spirito: “Può essere che tutto si fermi di nuovo in 2 o 3 giorni…allora mi dico che ogni corsa può essere l’ultima dell’anno e bisogna godere di tutto quello che arriva“.

Gilbert, che mira alla Sanremo per fare la scala reale alle classiche monumento, è arrivato 25°, a un quarto d’ora da Van Aert, assieme a Julian Alaphilippe, il campione uscente, il quale però aveva avvertito tutti che non ha la forma dello scorso anno al momento. La dea bendata non l’ha nemmeno aiutato: 6 forature e 3 cambi bici hanno fatto si che abbia passato la gara ad inseguire il gruppo.

5 minuti prima si è presentato un altro gruppetto di gambe ottime: Mohoric, Pogačar, Ulissi, un ottimo Stefan Küng, e soprattutto Mathieu Van der Poel e Michal Kwiatkowski. MVDP pare lontano dalla condizione migliore, cosi come il polacco già due volte vincitore della prova senese, i quali non hanno potuto seguire il ritmo dei migliori.

Poco più avanti in classifica troviamo Diego Rosa (Arkea-Samsic) che finalmente liberato da compiti di gregariato sembra poter tornare a dire la sua, quindi Greg Van Avermaet (CCC), che la sua la dice sempre, ma con una squadra che non lo supporta abbastanza (a parte il Rosso di Buia, Alessandro De Marchi).

Ai piani alti della classifica fa piacere vedere Jakob Fuglsang (Astana) che come il vino buono più invecchia meglio è. Anche con una primavera in più (ormai sono 35) resta competitivo in questo genere di corse. Cosi come Zdenek Stybar (Deceuninck, 34) per il “partito fiammingo”. E molto piacere fa vedere Alberto Bettiol (EF Education First) giusto ai piedi del podio. Un podio che conferma il grande momento per i giovani nel ciclismo, dato che sono tutti ventenni: Van Aert 25 anni, Davide Formolo 27, Maximilian Schachmann 26, cosi come Bettiol appunto.

Dei 168 partenti sono arrivati a Piazza del Campo solo in 48, a conferma della brutalità del percorso combinato con il caldo, la polvere e le cadute. Inutile farne il corposo elenco, basti ricordare Tjesi Benoot e Peter Sagan tra gli altri.

Niente di nuovo in campo femminile invece, dove Annemieke Van Vleuten, ormai 37enne, ricomincia la da dove aveva finito: vincendo non solo la Strade Bianche per il secondo anno di fila, ma ben la 5^ gara di fila, delle 5 disputate nel 2020.

Stesso ritmo per il fenomeno Remco Evenepoel, che un giorno prima si è aggiudicato la Vuelta a Burgos, portando a 3 su 3 il suo ruolino di marcia nel 2020, dopo le vittorie a Vuelta a San Juan e Vuelta ao Algarve.

Ed ora tutti in ricognizione sui nuovi capi inseriti per la Sanremo.

Commenti

  1. bradipus:

    la Bianchi di italiano ha solo il nome... prodotta nel far east per conto di un gruppo svedese.
    pardomeno:

    Oltre che rim, le prime due bici sono italiane. Non può essere un caso.
    Qui c'è un complotto di Soros Bill Gates e Walt Disney.
    anche Colnago, di italiano, a parte il nome, ora ha ben poco
  2. bradipus:

    Dipende da quanto hanno fatto pesare sul bilancio le royalty per l'uso del marchio.
    È un meccanismo che le multinazionali utilizzano per spostare gli utili dove è più conveniente per via della tassazione.
    Cosa che fanno comunemente i grandi del web, ad esempio.
    E tu sai a chi pagano le royalties per l'uso del marchio? Da chi è detenuto?
    Ma la sede fiscale dov'è?
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