SRAM brevetta un sistema di fissaggio universale del freno posteriore

16

Continua il lavoro di SRAM nel cercare di creare standard affidabili ed universali. Dopo l’UDH, ormai standard assodato in ambito MTB, ma non solo, ci sta riprovando con un sistema di fissaggio della pinza freno posteriore, che la stessa SRAM chiama fantasiosamente UBM: Universal Brake Mount.


In realtà non si tratta di un brevetto che copre un’invenzione vera e propria, ma di un brevetto per modello di utilità, ovvero “una forma nuova di un prodotto industriale che dà al prodotto stesso una particolare efficacia o comodità di applicazione o di impiego”. Infatti, l’UBM è un attacco (di tipo PostMount) posizionato coassialmente rispetto al mozzo, in modo non dissimile dalla disposizione di montaggio coassiale dei deragliatori UDH, ma non è una prima assoluta, in quanto si è già visto in passato, in particolare su un prototipo di Yeti per una bici da DH del 1994 e poi su una trailbike di Ghost di circa una decina di anni fa.

E, curiosamente, se sapete gli ingegneri di SRAM da dove hanno reperito queste informazioni? Da MTB Mag:

 

Qui l’articolo del bravo Mazza.

Venendo al brevetto, questo descrive appunto un supporto per la pinza freno con due parti di montaggio: una sull’asse e un’altra sul fodero, dove il piantone è fissato a un bullone che si infila nella parte interna del fodero. Il supporto del piantone è fissato al forcellino per mezzo di una bussola filettata che si trova tra l’asse passante e il forcellino, tenuto fermo da un dado sul lato esterno. Il design fissa il supporto del piantone assialmente con il mozzo e quindi con il rotore, il che dovrebbe consentire un allineamento migliore e più costante rispetto ai tradizionali supporti del telaio, dove le tolleranze di fabbricazione, e quindi l’allineamento, possono variare (questo è quanto rivendicato dal brevetto stesso).

Questa soluzione infatti dovrebbe ridurre le sollecitazioni sul telaio, permettendo al supporto del freno di allineare automaticamente la pinza al mozzo:  “il supporto del freno posiziona con maggiore precisione la pinza del freno posteriore rispetto al rotore del freno posteriore”.

Oltre ad ovviare a problemi di risonanza (e quindi rumori fastidiosi) eliminando elementi intermedi tra attacco e pinza e con dimensionamenti ottimizzati: “I modelli di freno conosciuti includono elementi del telaio o dell’adattatore all’interno del percorso delle forze che non sono ottimizzati nel contesto del sistema frenante. Gli esempi di supporti per freni qui illustrati sono configurati in modo che il percorso del carico sia guidato da riferimenti forti e da una struttura ottimizzata. La distanza assiale tra il rotore del freno e l’area di supporto della coppia alla seconda apertura costituisce la leva per i carichi di torsione. Rispetto ai modelli noti, in alcuni esempi questa distanza è significativamente più corta e quindi comporta una minore deformazione del supporto del freno. I carichi di torsione sono almeno parzialmente assorbiti dal telaio e quindi non interferiscono con il percorso di carico diretto del supporto del freno”.

Quindi pinza sempre allineata senza faticose regolazioni, meno stress sul telaio e meno rumori fastidiosi.

Il brevetto cerca di coprire tutte le applicazioni possibili, ma in generale sembra una soluzione principalmente pensata per Mtb e, casomai, gravel. Per uso stradale sembra più improbabile per via della vite che serve per il fissaggio dell’UBM sul fodero alto sinistro del carro. Foderi alti che solitamente sulle bici stradali sono oggi particolarmente esili e probabilmente sottodimensionati per questa applicazione. Anche se, una variante potrebbe essere ancorata al fodero basso, come fece Yeti a suo tempo.

Commenti

  1. hanno perfettamente risposto ad una non necessità con qualcosa del tutto inutile nel ridicolo tentativo di creare un ennesimo, ridicolo, anacronistico non standard.
    Spero seguirà mozzo dedicato e dischi da 145 e 165. Possibilmente con numeri primi.
    Con anticipo di meno di tre mesi rispetto al 1 aprile.

    Ho grandi aspettative per il resto dell'anno
  2. Lumi:

    Grazie, anche se non vedo il nesso, e non ho nemmeno capito a cosa serva questo sistema … i sistemi di collegamento dei freni attuali non sono gia’ standard, in termini di di sistanza dei fori in modo da posizionare correttamente la pinza rispetto al disco?
    A quanto ho capito non si tratta di modificare la distanza tra i fori di fissaggio ma di un supporto, l'UBM, dove fissare la pinza freno e che potrebbe essere posizionato sul fodero alto. Anche se come giustamente riporta l'articolo sarà difficile, per non dire impossibile, vederlo su una bdc visto quanto sono sottili quei foderi. Il nesso con l'articolo non riguarda i sistemi virtual pivot ma il fatto che venisse citato un prototipo di yeti con un supporto per il freno simile a quello brevettato, anche se posizionato sul fodero basso
  3. 77bebe77:

    Anche se come giustamente riporta l'articolo sarà difficile, per non dire impossibile, vederlo su una bdc visto quanto sono sottili quei foderi
    penso che sia difficile vederlo sulla bdc anche perche’ aumenterebbe io peso, senza alcun vantaggio
    gibo2007:

    Corretto. Ma la metodologia di fabbricazione del telaio fa sì che ci siano delle tolleranze sulla posizione dei fori di fissaggio che portano la pinza a non essere sempre posizionata correttamente (in genere non è perfettamente piana e porta la pinza a lavorare "storta") .
    Sulle bdc con flat mount per sistemare le tolleranze basta rasare i fori del freni con l’apposito attrezzo, a cura di un meccanico in gamba. Sulle mtb con il post mount mi sembra invece che la regolazione della posizione del freno si possa fare su due assi (al contrario della bdc), almeno sulla mia il freno posteriore è cosi’, quindi il problema non dovrebbe esistere. E comunque lasceresti il problema sul freno anteriore, dove non mi sembra che il brevetto preveda nulla (ma magari ho capito male io). Quindi con questo “coso” risolvi il problema solo al 50%.
    gibo2007:

    Poi scrivono che il sistema è più rigido torsionalmente al sistema classico il che è plausibile avendo uno dei due punti di fissaggio dell'adattatore all'asse della ruota.
    Detto ciò il sistema è comunque riconducibile ad un "post-mount", ma nella bdc è stato preferito lo standard "flat-mount" che riduce l'ingombro del sistema e lo rende più gradevole anche esteticamente.
    E piu’ leggero credo
Articolo precedente

Nuove grafiche biciclette Lotto Dstny Team

Articolo successivo

Brodie Chapman e Luke Plapp nuovi campioni a cronometro australiani

Gli ultimi articoli in Tech Corner