[Test] Orbea Orca M25 Team

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Dopo un buon mese di utilizzo eccovi le nostre impressioni sulla Orbea Orca M25 Team, bici racing della casa basca di Mallabia.

Questa versione della Orca si pone circa a metà della collezione, montata con componenti di  medio-alta. Innanzitutto il gruppo trasmissione Shimano Ultegra (guarnitura 50-34, cassetta 11-28), quindi le ruote Vision SC 40 Disc TLR copertoncino.

Il telaio è l’OMR di Orbea, che viene utilizzato sui modelli della serie M ed M-Team, ovvero i telai sino alla gamma medio-alta, mentre per l’altissimo di gamma Orbea utilizza il telaio OMX.

L’OMR si distingue per tubazioni tonde e non ovali come per l’OMX, cosa che si nota con evidenza presso il reggisella che è tondo da 27,2mm di diametro. Ovviamente sono diverse anche le fibre composite con cui è costruito il telaio, che viene dichiarato da Orbea con un peso di 1030 gr. in taglia 53.

Questa Orca M25 Team presenta una delle caratteristiche più in voga al momento, ovvero l’integrazione dei cavi all’interno del telaio. Le guaine di freni e trasmissione passano sotto l’attacco manubrio dedicato Orbea per poi entrare nel tubo sterzo dove, grazie alla serie sterzo Acros, le guaine vengono dirette verso la parte posteriore lungo il tubo obliquo o dentro la forcella anteriore.

La pulizia visiva della soluzione è eccellente. Inoltre l’attacco manubrio, dalle forme squadrate, si accorda perfettamente al tubo sterzo grazie alla copertura sagomata verso l’anteriore che funge da spacer. Una delle soluzioni esteticamente più indovinate sul mercato.

Come possibile evincere dalle foto la pulizia delle linee è notevole, anche grazie al sistema di serraggio integrato del reggisella, dotato di un expander posto lateralmente al telaio, sino al supporto per computer integrato allo stem, compatibile sia con Garmin che Wahoo, di ogni dimensione, potendo spostare le basette fornite, quindi nessun problema anche con i device più ingombranti, tipo Edge 1030.

Il telaio OMR (e relativa forcella) è compatibile con pneumatici sino a 35mm, più che abbondanti per la destinazione d’uso di una bici race come la Orca, ma che ne ampliano la versatilità per ogni tipo di esigenza. Ovviamente il telaio è predisposto per ogni tipo di trasmissione, meccanica o elettronica. Nell’ultimo caso la porta di applicazione della centralina DI2 è alla base del tubo obliquo, in una posizione facilmente visibile anche in sella. Il movimento centrale è BB386, mentre il perno passante posteriore è 12x142mm (12x100mm l’anteriore).

La bici che ci è stata fornita è una taglia 60. Nella configurazione in foto la bici pesava, senza pedali, 8,85kg. Contributo negativo a questo peso è da attribuire alle coperture. Sulle ruote Vision SC40 (1600gr) erano montati dei copertoni Vittoria Rubino Graphene 2.0 Tubeless Ready da 28mm con camere d’aria Kenda da 28-32mm. Una combinazione da oltre 500gr a ruota (140gr a camera).

Già solo montando i copertoni come tubeless si risparmiano oltre 100gr a ruota. Quindi ci sono ampie possibilità di intervento per ridurre il peso nel comparto coperture senza grandi esborsi.

Una nota: abbiamo subito convertito le coperture in tubeless, togliendo le camere d’aria e mettendo il sigillante, ma il flap interno, della Starel, non ha retto la pressione dell’aria sul foro di un nipplo. Quindi presumiamo non sia il Flap per conversione tubeless, ma un semplice nastro. Sullo stesso non ci sono indicazioni.

Comoda la sella Prologo Scratch M5, anche se pure lei non leggerissima. Il combo sella-reggisella sfiora i 500gr.

Sul campo

La Orca M25 Team si è rivelata una bici ottima sul passo, molto stabile e molto rigida torsionalmente, in particolare sul nodo sterzo. Questa sensazione è evidente in discesa, dove la Orca tiene la traiettoria in maniera perfettamente neutra nelle curve ampie prese in velocità, idem nelle staccate violente prima dell’inserimento in tornanti stretti, dove non si scompone mai, dando grande fiducia. Al contempo non è una bici punitiva al retrotreno. Il reggisella da 27,2mm consente quel minimo di flessibilità da seduti per stemperare gli asfalti più ostici. A questo contribuiscono ovviamente anche gli ampi pneumatici da 28mm montati di serie.

Provata con altre ruote, nello specifico le eccellenti Campagnolo WTO 65 gommate Continental GP5000TL, la rendono ancora più gradevole, in quanto i Gp5000 sono presumibilmente più morbidi, e pur con una sezione minore hanno garantito ottimo comfort.

Oltretutto riducendo il peso, pur con ruote con profilo più alto. Ruote ad alto profilo che si sposano molto bene con la Orca, soprattutto sul passo (ed esteticamente).

In salita mi sono ritrovato spesso in piedi sui pedali, infatti la Orca si presta molto bene a salire di rapporto, sfruttandone l’ottima rigidità laterale. Con la M25 ho affrontato anche salite molto impegnative per pendenza, ed ovviamente, come sempre, conta la gamba, ma in generale, out-of-the-box, è una bici che si presta meglio a percorsi vallonati che non con tanto dislivello e salitone lunghi. In compenso sullo stesso segmento, in discesa, ho segnato un PR, grazie alla grande confidenza che dà questa bici. Ottimi come sempre i freni Shimano (160mm a/r).

La Orbea M25 Team è disponibile in 7 taglie e 3 colorazioni, più la possibilità di customizzarla tramite il programma Orbea Myo.

Il prezzo è di 3799€.

Sito Orbea

 

Commenti

  1. Grazi
    Ser pecora:

    No, nel segmento delle bici endurance la Orbea ha la Avant. La Orca è espressamente indicata come bici racing, ovvero come Super6, TeamMachine, etc..
    Del gravel ha proprio niente.
    Il passaggio ruota che consente copertoni da 35 mi ha ingannato, l'uso che ne farei io è 70-80% su strade di campagna e asfalto molto malmesso, pensavo fosse la bici giusta, invece mi sbagliavo.
    Si, ho guardato anche quella ma come tutte le gravel e alcune CX hanno fori ovunque per alloggiare parafanghi e orpelli vari che non riescono proprio a piacermi.
    Non voglio dilungarmi e andare fuori OT, grazie per l'informazione!!
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