[Test] Ruote Campagnolo Bora WTO 60 DB

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Le ruote Campagnolo Bora WTO 60, dove WTO, sta per Wind Tunnel Optimization, sono le ruote più recenti presentate da Campagnolo, e si pongono come ruote “veloci” essendo una versione a canale largo per copertoncino/tubeless ottimizzate aerodinamicamente, ed ovviamente per freni a disco.

Le caratteristiche tecniche si concentrano appunto sull’ottimizzazione aerodinamica di ogni componente, dai cerchi con larghezza interna 19mm, alti 60mm, 10 in più delle classiche Bora normali, mozzi  (con cuscinetti USB) con il corpo a clessidra anch’esso disegnato per essere il più aerodinamico possibile, raggi aerodinamici in alluminio, e canale completamente chiuso, senza fori per i nippli, in modo da essere tubeless compatibile nativamente, senza bisogno di nastri specifici da installare.

Il sistema di fissaggio dei rotori dei dischi è Centerlock, e le ghiere sono fornite di serie. Con le ghiere le ruote hanno fermato l’ago della nostra bilancia a 760gr per l’anteriore e 860gr per la posteriore. Ogni ghiera pesa 10gr quindi il peso della coppia nuda è di 1600gr precisi. Un peso davvero ottimo se considerato il profilo da 60mm e canale da 19mm, e l’orientazione d’uso in particolare.

Queste Bora WTO 60 sono infatti ruote per triathlon o gare in circuito o, in ogni caso, per chi le fa viaggiare a velocità sostenute. In realtà però nell’utilizzo sul campo si sono rivelate ruote piuttosto versatili. Vediamo perché.

Provando varie bici e componenti quello che se ne cerca di evincere è innanzitutto per quale utilizzo siano indicati i prodotti, in seguito la bontà costruttiva e qualità generale. Qualche volta però capita che un prodotto stupisca, anche in negativo, per ragioni non espressamente dichiarate dall’azienda chi lo propone. Le Bora WTO 60 sono sicuramente ruote costruite in modo eccellente, come da tradizione Campagnolo, sono robuste, piuttosto rigide, cosa che ho apprezzato facilmente montandole sulla solita bici e notando la “secchezza” della risposta su asfalto rovinato e buche, anche con copertoncini gonfiati intorno alle pressioni minime, nello specifico Continental GP5000 da 25mm all’anteriore e 28mm al posteriore, con camera d’aria (i 28mm sono quelli che si accoppiano meglio con questi cerchi, perfettamente allineati sui fianchi, mentre i 25mm restano persino un po’ “magri” sul cerchio).

Quello che non mi aspettavo e che mi ha stupito notevolmente è la loro stabilità con vento medio e forte.

Ho utilizzato questo set-up per un paio di settimane nel nord della Francia, sempre in condizioni di vento da medio a forte, in particolare sulle strade della Normandia costiera. Ebbene mi ero quasi rassegnato a dover “lottare” con il vento con ruote con questa altezza di profilo, invece assolutamente no, e non me lo aspettavo. In primis con vento frontale o con angolo di incidenza minima la ruota anteriore non ha reazioni improvvise e violente, ma per usare una metafora, dà come l’impressione di una vela che prenda vento lentamente.

Chiaramente più il vento è laterale e più le eventuali folate prese si sentono al manubrio, ma devo dire mai con violenza improvvisa. Tanto per dare un termine di paragone, la bici che vedete in foto l’ho usata molte volte in queste condizioni, e con delle DT Swiss ERC1400 (profilo da 47mm) le reazioni sono decisamente più improvvise e la guida richiede più concentrazione e attenzione. Non parliamo rispetto a delle Reynolds Aero 46DB.

La cosa diventa evidentissima nei saliscendi, dove su discese corte, ma ripide (>10%) il vento forte può portare a scomporre repentinamente la bici a velocità attorno o oltre i 50km/h. Con le WTO 60 veramente stentavo a crederci, ma niente di tutto questo: sempre reazioni molto prevedibili ed anche le correzioni al manubrio erano minime.

La guida diventa veramente molto più rilassata dopo un po’, in particolare con montate delle prolunghe al manubrio: si riesce a stare in posizione abbassata anche con vento variabile e sostenuto, senza alzarsi spesso, o, alla fine, rimanere in posizione alta per la paura di reazioni improvvise. Questo le rende questa soluzione maggiormente sfruttabile in ogni condizione, a tutto vantaggio del cronometro.

Le ruote hanno un ottimo peso per la tipologia, anche se chiaramente non sono la scelta ideale per fare tanto dislivello, ma su strappi brevi non fanno penare, anzi, se presi a discreta velocità la mantengono bene. E comunque 1600gr sono un ottimo peso anche per giri con buon dislivello, se di questo tipo (salitelle brevi e vallonato). Personalmente ho utilizzato le ERC 1400 per vari brevetti sino a 600km e 6000mt di dislivello e queste pesano praticamente 100gr in più.

Molto apprezzabile da parte mia anche la silenziosità della ruota libera.

Nel complesso quindi delle ruote eccellenti, molto più versatili di quello che l’alto profilo farebbe supporre, e altamente consigliate per la loro stabilità al vento.

Prezzo: 2160€

 

Commenti

  1. Ho controllato online, la versione disc e' sui 1630 Eur. Mi sembra siano molto competitive sul mercato. Zipp o DT swiss ti danno una ruota a quel prezzo, ma non e' chiaro cosa abbiano in piu'.

    Sul design che -secondo Campagnolo- non soffre il vento laterale, qualche anno fa hanno prodotto questo spot
    [MEDIA=youtube]bvlyM6pMJSc[/MEDIA]
  2. velocity:

    Nell'ultima parte del tuo post intendevi "ruote da XC" immagino e non da "CX"....
    Ah no scusa. Intendevo proprio cx (ciclocross), avevo letto male il tuo post. In cx, bisogna rilanciare in continuazione, frenare, mentre un'eccessiva rigidita' delle ruote puo' risultare perniciosa in alcune situazioni. xc mi e' sconosciuto, immagino che queste considerazioni si applichino in parte anche se i rilanci (per quel che poco che ne so) forse sono meno cruciali rispetto a certi percorsi cx.
  3. Ruote che non comprerei mai, vista la tipologia, ma ammetto che sono un bel prodotto, sensato, 19mm di canale e 25mm di copertone, cerchio con uncini... rispetto a quelle porcherie delle Zipp 303 HOOKLESS con pressione massima 5atm e copertone minimo 28mm, con canale 23mm. Carissime. Una porcheria.
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