Davide Rebellin appenderà la bici al chiodo a fine 2022

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Davide Rebellin ha dichiarato che questa sarà la sua ultima stagione da professionista. Rebellin compirà 51 anni il prossimo agosto e terminerà la propria carriera dopo 30 anni da professionista, avendo debuttato nel 1992 nella GB-MG Maglificio dove aveva per compagni di squadra corridori come Mario Cipollini, Andrei Tchmil, Franco Chioccioli e Franco Ballerini.

Rebellin ha avuto le sue stagioni migliori tra la fine degli anni ’90 e gli inizi degli anni 2000, quando vinse una Tirreno-Adriatico (2001), una Amstel Gold Race (2004), 3 frecce valloni (2004-2007 e 2009) e la Liegi-Bastogne-Liegi (2004). Il corridore veneto ha anche 14 partecipazioni a grandi giri (12 Giri, 2 Tour e 5 Vuelta) con miglior classifica generale un 6° posto al Giro 1996.

46 le partecipazioni a classiche monumento, saltando sempre Fiandre e Roubaix, con un bilancio di una vittoria, 2 terzi e 2 secondi posti alla Liegi; un secondo posto al Lombardia ed altri numerosi piazzamenti Top10.

Nel complesso Rebellin ha collezionato 61 vittorie in carriera, di cui l’ultima nel 2017 in una tappa al giro dell’Azerbaijan.

Una svolta negativa nella sua carriera è arrivata dopo il 2° posto alle olimpiadi di Pechino nel 2008, quando arrivò alle spalle di Samuel Sanchez e davanti Fabian Cancellara. Rebellin fu testato positivamente al CERA e quindi squalificato per 2 anni. Ma da allora gli si chiusero le porte della massima divisione e per ben 14 stagioni ha corso in squadre professional e continental, sino all’attuale Work Service Vitalcare Vega. Ottenendo però anche risultati di rilievo come la vittoria al Giro dell’Emilia 2014 o la coppa Agostoni nel 2015 (davanti Vincenzo Nibali e Niccolò Bonifazio, di 13 e 22 anni più giovani rispettivamente).

L’anno scorso anche avuto un brutto infortunio in cui si è fratturato tibia e perone. Rebellin si è cosi espresso sul quotidiano spagnolo Marca:

“Non volevo finire il 2021 con una frattura della tibia e del perone. Quindi voglio finire di gareggiare, ma con un buon programma dando il massimo e ottenendo dei buoni risultati. Non so se sia una top-10 o una top-5.  Mi sento bene e da aprile sarò in forma. Ho buone sensazioni ad allenarmi, faccio cinque o sei ore al giorno. Devo lavorare di più in questo momento, ho ancora dolore alla gamba e non si muove come dovrebbe. Non riesco proprio a forzarla perché devo recuperare forza e tono muscolare“.

Sul suo ruolo di corridore cinquantenne, a parte una certa amarezza nel vedere come alcuni suoi colleghi abbiano trovato più porte aperte di quante ne abbia trovate lui, Rebellin dimostra comunque un atteggiamento apprezzabile: “Non sono solo un ciclista, ma anche il padre di questi ragazzi, ai quali trasmetto esperienza (e consigli su -ndr-) allenamento e alimentazione. Sono un buon esempio e mostro dei valori. L’anno prossimo saliranno di categoria e livello. Con la mia esperienza posso aiutarli a partire da qui contro grandi squadre. È importante che competano con le squadre di categoria più alta”.

 

Commenti

  1. lap74:

    L'assoluzione mi pare ci sia stata solo per la giustizia penale, per quella sportiva rimane colpevole, infatti la medaglia olimpica non gli è mai stata restituita.
    Uomo controverso Rebellin, mi affascina ma non sono mai riuscito a farmelo piacere fino in fondo. Sono sicuro che è una persona umile ma non so quanto trasparente, è vero che ha corso in un'EPOca nella quale di trasparenza nel ciclismo ce n'era ben poca.
    Sul discorso EPOca sono d'accordo, del resto con chiunque si parli che abbia avuto un minimo ruolo nel ciclismo che conta, si arriva alla conclusione che coloro i quali correvano puliti erano delle "mosche bianche".
    Vero, giusto distinguere tra giustizia ordinaria e sportiva, però un'assoluzione piena e una vicenda che ha messo in luce troppe zone d'ombra dovrebbe far pensare. In un'intervista Rebellin ha parlato di campioni scomparsi e deteriorati, manifestando, di fatto, tante lacune dell'antidoping.
    Spesso uno pensa all'antidoping come al concetto di "bene", "pulizia" e "sport sano" in senso lato, ma se nel 2008/2009( che è praticamente un attimo fa) succedono ste cose, crollano un po' di certezze.
  2. Tanta passione per poter continuare fino a questo punto, ma sono sicuro che abbia influito emotivamente la revoca della medaglia olimpica. É come se gli avesse dato un incentivo, la voglia di voler dimostrare qualcosa, una sorta di fissa mentale.
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