Photo by Doug Pensinger/Getty Images)

Bjarne Riis torna in gruppo

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Bjarne Riis, controverso corridore anni ’90 e Team Manager di successo in varie formazioni (CSC, Saxo Bank e Tinkoff), rientra nel WorldTour grazie all’acquisizione da parte del gruppo danese Virtu Cycling (di cui Riis è proprietario assieme a Lars Seier Christensen e Jan Bech Andersen) di una quota di minoranza (1/3) della NTT Pro Cycling, ex Dimension Data.

Photo by Doug Pensinger/Getty Images)

Riis sarà il nuovo Team Manager della formazione sudafricana, prendendo il posto di Douglas Ryder.

 

https://nttprocycling.com/ntt-pro-cycling-enters-into-partnership-with-virtu-cycling

Commenti

  1. samuelgol:

    Quale verità cerchi? Quella degli anni 90 e primi anni 2000? E chi è che ne è uscito pulito?
    Quelli mai squalificati ma che andavano da Conconi o da Ferrari? Quelli squalificati? Quelli che mai squalificati i cui esami postumi hanno dimostrato che erano dopati? Quelli mai squalificati in cui incieste postume han svelato che erano dopati?
    Quanti ciclisti conosci che non appartengono a nessuna di queste categorie? Io praticamente nessuno o pochissimi, quindi non vedo che verità ci sia da scoprire ancora sugli anni 1990/2005 circa.

    Cosa propongo? Io propongo che se vogliamo fare i paladini della giustizia, mi sta bene, ma dobbiamo anche essere giusti. E condannare uno a vita perchè tizio ha detto "è stato lui" senza uno straccio di prova, per me non è essere paladini della giustizia, ma prevaricatori. Stabilisci una norma che ti sembra giusta e sii tu per primo a rispettarla. Hai detto tu due fatti provati di colpevolezza per doping. Mi sta bene. Rijs è a 1, io ti ho chiesto quale è il secondo provato. Se c'è il tuo ragionamento può sostenerlo, sennò ti smentisci da solo.
    Il fatto è che tutte queste persone, o più correttamente parte di esse, ora occupano diverse posizioni di vertice o dirigenziali nel ciclismo odierno.
    Hai mai sentito qualcuno di loro raccontare come funzionavano le cose?
    Al massimo ammettono di essere ricorsi al doping la sera prima di quando li hanno beccati, ma assolutamente nessuno parla del sistema o lo critica ammettendo di aver sbagliato loro e tutti quelli coinvolti.
    Ipocritamente adesso si scagliano contro chi viene beccato.
    Solo qua sul forum, ad esempio, si dice che la situazione è chiara, che si sa cosa succedeva, che il doping era la regola, ma sono solo supposizioni.
    Se non si comincia a punire chi fa ricorso al doping e viene beccato “pesantemente”, chiunque quando corre rischia, al massimo passa un po’ di tempo fuori dalle corse, se lo beccano.
    Se proprio non gli va malissimo vince anche gare importanti e la carriera da corridore è salva.
    Poi quando si ritira ha le porte spalancate per posizioni dirigenziali o altro, assicurandosi una vecchiaia felice.

    Quindi, stando così le cose, chi non si doperebbe?
  2. gore07:

    Gli unici candidi sono :

    Patrick Lefevere e Ser Dave Brailsford :==
    Per Lefévère vale il discorso Unzué e Ochowicz.
    Brailsford non avendo mai fatto il ciclista almeno di essere un ex dopato non lo si può accusare (cosi come Denk -Bora-, Bannan-Mitchelton-, Ellingsworth -Bahrain-, Plugge -Visma-. Spekenbrink -Sunweb- ha corso solo fino a dilettante).
  3. gasht:

    i due con maggiori risorse economiche.

    in ogni caso oggi manca l'osso. non c'è la grande pressione mediatica dietro il doping che c'era 15 anni fa. è un mia impressione ma l'argomento mi pare meno croccante.
    è in corso una sorta di pace assoluta.
    forse è meglio così oppure era inevitabile accadesse.

    solo con regole che puniscano i vertici e non la base è possibile avere un tipo di gestione diversa. ma la mia è una frase assurda, vuol dire fare a pezzi il giocattolo.
    Ma se lasciamo tutto così come è il giocattolo rischia di rompersi da solo.
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