Photo by Doug Pensinger/Getty Images)

Bjarne Riis torna in gruppo

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Bjarne Riis, controverso corridore anni ’90 e Team Manager di successo in varie formazioni (CSC, Saxo Bank e Tinkoff), rientra nel WorldTour grazie all’acquisizione da parte del gruppo danese Virtu Cycling (di cui Riis è proprietario assieme a Lars Seier Christensen e Jan Bech Andersen) di una quota di minoranza (1/3) della NTT Pro Cycling, ex Dimension Data.

Photo by Doug Pensinger/Getty Images)

Riis sarà il nuovo Team Manager della formazione sudafricana, prendendo il posto di Douglas Ryder.

 

https://nttprocycling.com/ntt-pro-cycling-enters-into-partnership-with-virtu-cycling

Commenti

  1. Ser pecora:

    Riis è solo un facile bersaglio perché “Mr. 60%” (manco fosse stato l’unico con quei valori), perché poco “simpatico” (simpatia che va e viene secondo le circostanze, tipo Froome che primadi imparare a dire “buongiorno“ in italiano era detestato).
    Se si dovesse epurare Il ciclismo da quelli come lui, cioè l’intera generazione anni ‘90, nel ciclismo odierno non rimarrebbero nemmeno i magazzinieri.
    L'ho già scritto, ma una delle perplessità che ho è se chi è stato coinvolto in un'epoca così marcata dal doping abbia la necessaria capacità di adattarsi alla situazione attuale (ammesso che la situazione attuale sia esente dal doping).
  2. non è molto credibile che vengano trovati sempre positivi di seconda fascia. apparte sky/wiggo c'è silenzio sul resto.

    certo c'è la spiegazione ad hoc un po' sinistra: ci sono controlli più severi e i corridori di seconda fascia non hanno possibilità che ricorre a doping di serie b. gli atleti forti non hanno bisogno di doping essendo forti di loro. bon.
    ci può stare.

    nei primi anni zero e forse anche nei secondi l'amibiente era quello che era. l'impressione che mi faccio di quegli anni è che tutti sapessero e che il doping fosse un tributo (sempre più tacito, sempre più mascherato, sempre presente ma indicato con altri nomi che non lo fanno sembrare tale) da pagare per partecipare al gioco.
    di logica un tavolo di farabutti che gioca una partita ad un gioco x non può lasciare entrare uno che non sia un farabutto.
    il non farabutto ha un potere di ricatto massimo nei confronti dei farabutti mentre gli altri farabutti sanno tra loro di essere dei figli di puttana e tra loro hanno potere di ricatto minimo. possono bene o male giocare in pace.

    c'è gente che ha sempre vinto al tavolo del doping, non quello dei cattivoni degli anni novanta, ma prendiamo dei cattivini anni zero.
    quelli che hanno sempre vinto sono stati i fornitori di gruppi, di biciclette di computerini di abbigliamento.

    ossia pensateci bene alla visibilità che un atleta vincente poteva dare ad una marca di biciclette. poi, incaso di inculaggio gli davano di scemo solo a lui e dicevano che le vendite ottenute con le vittorie erano compensate dal discredito dell'atleta dopato. ah, però bel ragionamento ma ancor meglio il contenuto di ipocrisia.

    negli anni zero dallo sponsor all'ultimo dei corridori tutti sapevano che c'era ricorso al doping. gli organigrammi delle squadre erano fatti in determinata maniera.
    come ti spieghi i positivi? i positivi uscivano ad minchiam: o era gente che esagerava oppure era gente da fermare ad hoc per troppe vittorie che infastidiva altri oppure gente che non riusciva a corromprere chi controllava. in ogni caso fare saltare l'atleta era la cosa più facile e meno dolorosa. sei pieno e lascia spazio ai nuovi eroi e ti abbiamo pagato per farti una bella vita.

    non vi chiedo di condividere il mio pensiero ma l'idea che mi sono fatto è questa.
    poi spero che oggi le cose siano cambiate.

    avresti fatto rientrare riis? due opzioni: se fosse tutto liscio no lo avrei lasciato fuori. ma non c'è nulla di liscio e può dire la sua. scegliete quella che vi piace di più.
  3. Scaldamozzi ogni tanto:

    A me sembra che di chiaro non ci sia nulla.
    Ci sono i beccati che confessano di aver fatto ricorso al doping solo loro.
    Ci sono i beccati che dicono che tutto il sistema era marcio e tutti si dopavano.
    Poi ci sono quelli usciti incolumi che ora sono paladini e predicatori dello sport pulito e dell’antidoping, che ai loro tempi correvano a pane ed acqua.

    Qual’è la verità?
    la verità è che si dovrebbe far parlare quelli che sanno: i direttori sportivi e gli sponsor principali dei team. solo a quel punto sapresti la Verità.
    ossia le squadre venivano approntate in una certa maniera. NON esiste al mondo nessuna organizzazione privata dove i vertici non sappiano un c. di quello che succede sotto a loro. specie se si parla di una trentina di persone.

    è chiaro che se il problema non è il vertice ma una tra quelle trenta persone che sono dipendenti dal vertice cambi la pedina e vai avanti. è quello che si è sempre fatto. poi gli sponsor hanno abbandonato. magari per la vergogna del doping (grande versione ufficiale, lo sdegno e l'uscita dal ciclismo cattivo cattivo).
    o magari perché alla lunga il giochino di eliminare la pedina di TURNO sarebbe diventato INSPIEGABILE logicamente.
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