Il Tour de France a porte chiuse?

85

Il Tour de France 2020, gara perno dell’intera stagione ciclistica, dovrebbe tenersi dal 27 giugno al 19 luglio. Allo stato attuale sarà possibile che si svolga regolarmente?

Il ministro dello sport francese, Roxana Maracineanu, ha dichiarato ad una radio francese che sono allo studio tutte le possibilità, e che intense discussioni stanno avvenendo assieme ad ASO, l’organizzazione della gara. Tra le varie opzioni c’è quella di farlo correre “a porte chiuse”, ovvero allontanando il pubblico: “il modello economico del Tour de France non si basa sulla biglietteria, ma sui diritti tv. In questo periodo di confinamento tutti ne sono coscienti e responsabili. Tutti hanno compreso i benefici di restare a casa e di privilegiare lo spettacolo televisivo piuttosto che quello dal vivo. Alla fine non sarebbe cosi penalizzante perché si potrebbe seguirlo alla televisione“.

Questa dichiarazione ha provocato numerose reazioni contrarie sui social, in particolare sul fatto che il Tour sia un evento popolare che tradizionalmente fa della prossimità col numeroso pubblico una chiave del suo successo.

Il ministro ha quindi replicato che “il Tour è un monumento dello sport ed è troppo presto per decidere. c’è un tempo per tutto. Nell’immediato abbiamo ua battaglia più urgente da combattere. Consacriamo tutte le nostre forze a questa montagna prima di affrontare quello che viene dopo.”

 

Commenti

  1. A me quella che sembra già sacrificata è la Vuelta.
    Non dimentichiamoci che la Vuelta è organizzata da ASO come il Tour. Se a Luglio ancora non si può correre ma a Settembre sì credo sia automatico che la ASO sacrifichi la Vuelta sull'altare del Tour. E diciamocelo pure, ci sta. Il ritorno di immagine, prestigio e soldi (e aggiungiamoci pure che ASO è francese, quindi un briciolo di nazionalismo) del Tour è almeno il doppio della Vuelta.
  2. 123lorka:

    Per ripartire ripartira di certo...il problema e quando e come. In questo mondo frenetico dove vogliamo tutto subito pensare ad uno stop di mesi ci sembra un'eternita invece non lo e. Io che negli anni 90 ho vissuto la guerra nei balcani ho capito che per certe cose ci vogliono mesi se non anni. E chiaro che pian piano le cose ripartiranno, ma senza vacino o cura certe cose non torneranno piu come prima.
    Con tutto il rispetto e la drammaticità di quegli eventi, quel conflitto coinvolse in maniera diretta, ovvero sul proprio territorio, un paese solo e non uno di quelli "centrali" per l'economia mondiale. Qui ora si sta parlando di bloccare l'economia del mondo. Direi che sia un evento di portata un filino diversa e da bloccare sul nascere, perché foriero di danni ben maggiori di quelli che potrà fare il virus. Ok, fermarsi per combattere il virus, ma in un tempo non troppo lungo (non certo altri mesi) si dovranno fare delle scelte che potranno essere dolorose per alcuni prima che lo siano letali per quasi tutti. E non pensare già adesso a una ripartenza, in maniera da essere pronti a ripartire quando lo si potrà fare, sarebbe un grosso errore. Quindi giusto che già adesso si valuti se e come far ripartire le cose, appena ce ne sarà l'occasione, non escludendo alcuna ipotesi...che non vuol dire che poi si riuscirà a metterla in atto, ma farsi trovare pronti è dovuto. O chi fa questo di lavoro (ASO ad esempio in questo caso) deve starsene a casa a giocare alla Play in attesa degli eventi?
Articolo precedente

SCICON converte la produzione per aiutare contro la pandemia

Articolo successivo

Appuntamento con Trek: “Restiamo a casa con i pro”

Gli ultimi articoli in Magazine