L’aerodinamica della bicicletta

Sabato scorso si è tenuta una conferenza su invito presso la galleria del vento del Politecnico di Milano sul tema dell’aerodinamica della bicicletta. I Prof. Marco Belloli (che avevamo già intervistato sull’argomento), Stefano Bruni e l’ingegnere, tecnico della galleria, Stefano Giappino hanno fatto il punto su questo tema che sta diventando sempre più di interesse per il mondo professionistico. Ed in parte quello amatoriale.

Simon Clarke (OGE) e Marco Belloli (Polimi)
Simon Clarke (OGE) e Marco Belloli (Polimi)

In realtà nel mondo amatoriale la cosa è diventata di interesse dall’introduzione delle bici cosiddette “aero” ed accessori relativi vari, ma con una specie di consapevolezza che i vantaggi siano vaghi o nulli, e tutto si riduca a “marketing”, ovvero il reclamizzare vantaggi inesistenti e/o parecchio gonfiati.

Questo per il 90% del mondo amatoriale, che gira praticamente tutto attorno alle granfondo, dove in effetti, i vantaggi di un’ottimizzazione aerodinamica sono praticamente impossibili da determinare per un ciclista. A parte quelli abituati a captare le differenze date da un cuscinetto in ceramica o l’1% di silice nella mescola dei copertoni con un colpo di pedale…

Alla conferenza erano presenti moltissimi responsabili di squadre professionistiche (Etixx – Quick Step, FDJ, ORICA GreenEDGE, IAM Cycling, Team Cannondale – Garmin, Tinkoff – Saxo, Trek Factory Racing, Colombia e RusVelo ), oltre ad un buon numero di esponenti di aziende di settore (Castelli, Pinarello, Colnago, Deda Elementi, FSA, Sportful, 3T e Zero Industry). 

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La conferenza è stata svolta in tre parti, una introduttiva di Marco Belloli su cosa sia l’aerodinamica, una su come vengono svolti i test in galleria del vento ed una sui risultati.

Molto interessante capire quali siano i protocolli e le apparecchiature utilizzate in questa galleria del vento, una delle più grandi al mondo, per i test del sistema bici. Dicendo questo arriviamo al punto fondamentale di tutta la questione: La valutazione del sistema.

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Le bici vengono fissate su una pedana con un rullo-ergometro comandabile a distanza. Il tutto è montato su una bilancia di forze. Davanti il rullo, a terra, un monitor per comunicare con il tester.

Senza entrare nei dettagli tecnici, il punto fondamentale su cui si è insistito è che i test aerodinamici non valutano singoli componenti, ma il sistema nella sua integralità. Il contrario non ha senso.

Nella galleria del vento del PoliMi, come spiegato dal prof. Belloli, sono state nel tempo testate ben 3 barche dell’America’s Cup, auto di F1 o, più frequentemente, modelli in scala di grattacieli o (noti) ponti.

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Ma sempre il modello (in scala o dimensione reale) intero, non i singoli componenti. Quando hanno fatto dei test per la F1 Belloli ha spiegato che nessuno si è sognato di arrivare con solo le ruote o un alettone, ma ovviamente con l’auto completa.

La stessa cosa dovrebbe avvenire per le biciclette. In questo caso testando il sistema bici + ciclista.

Nel corso della conferenza sono stati mostrati dati e foto di test svolti per varie squadre ed aziende ed è stato fatto vedere come uno stesso componente, un casco per esempio, possa migliorare l’aerodinamica di un ciclista, ma peggiorare quella di un altro. Questo perché ogni ciclista ha una sua morfologia (altezza, corporatura, forma della testa,etc..) che va ad interagire in modo diverso con il componente indossato o pedalato. Questo in ragione principale della modificazione del controllo dei flussi.

Tutto cio’ è stato recepito ormai da gran parte delle squadre professionistiche e da singoli atleti di altre discipline come il triathlon. Ottimizzando in galleria del vento la posizione ed il setup del singolo si possono avere dei vantaggi notevoli, che come si è mostrato dati alla mano, sono di un ordine decisamente superiore rispetto la riduzione di attriti meccanici o da rotolamento, praticamente trascurabili e sicuramente impercettibili senza apparecchiature di misura.

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Un buon esempio è il lavoro svolto in questa struttura da Alex Zanardi, che ha ottimizzato, con soddisfazione pare, sia il proprio setup che la propria posizione in discesa, con guadagni cronometrici sensibili (e provati).

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In questo momento nella galleria del vento del Politecnico il testing si rivolge in particolare ai tessuti dei body e maglie. Un settore in rapida evoluzione visti gli ottimi risultati che può portare un’ottimizzazione di questi componenti per gare a cronometro.

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In Italia non c’è grande tradizione amatoriale in questo settore, ma ad esempio in UK molti amatori preferiscono orientare parte del budget proprio ad un’ottimizzazione personalizzata di posizione e setup in strutture del genere (esempio).

Un ringraziamento quindi al team del Politecnico di Milano per l’invito. Questo genere di appuntamenti sarebbero sicuramente utili anche al grande pubblico per chiarire le idee su concetti e pratiche spesso un po’ confusi nell’immaginario collettivo.

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