[Test] Canyon Aeroad CF SLX 8.0 DI2

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Dopo il test dello scorso anno della Canyon Aeroad Cf Slx 7.0 Di.2, abbiamo avuto in test la Aeroad Cf Slx disc 8.0 Di2, ossia la versione disc 2017, allestita sempre con l’Ultegra Di2 ma con impianto frenante per freni a disco Shimano R785 in luogo dei Rim brake Ultegra e ruote Reynolds Strike Carbon per copertoncino ad alto profilo da 62mm al posto delle Mavic Cosmic Pro carbon della precedente versione. Le ruote Reynolds sono predisposte anche per uso tubeless (le valvole erano fornite con la bici).

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Diverso il telaio Aeroad versione disc rispetto a quello in versione rimbrake, non nel peso dichiarato, che è sempre 0,98kg in taglia M, né nelle geometrie, essendo gli angoli di sterzo e piantone invariati (rispettivamente 73,25° e 73,5°), ma nelle misure che vedono foderi orizzontali più lunghi di 5 mm (415 invece di 410) e tubo orizzontale più lungo di 0,3 mm (560 contro 559.7) a vantaggio della versione disc, la quale risulta quindi più lunga nel passo di 5 mm (994 contro 989). Ovviamente difficile, se non impossibile, stabilire quanto queste differenze influenzino realmente un rendimento ciclistico o siano piuttosto funzionali a un diverso sistema frenante.

Completano l’allestimento della bici il gruppo Ultegra Di2 con corone 52-36 e pacco pignoni 11/28.

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Il trittico, reggisella, attacco manubrio, manubrio è personalizzato Canyon, con reggisella Canyon Aero S27 e manubrio integrato con attacco Canyon H11 Aerocockpit.

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Il peso della bici così allestita da noi rilevato è pari a 7,75 kg, dunque meno del dichiarato da Canyon stessa (7,80 in taglia M).

La prova sul campo

Abbiamo usato la Aeroad CF SLX 8.0 disc per 1120 km e 10.100 metri di dislivello. Un dislivello non molto elevato rispetto ai km, in ragione del tipo di bici e della sua teorica destinazione, più da pianura/vallonato che non da dislivelli importanti, non omettendo di fare qualche salita lunga o medio-lunga, per verificarne la resa anche in salita e l’efficienza dell’impianto frenante in discesa.

L’unità di controllo e ricarica del gruppo l’abbiamo lasciata nell’alloggiamento posto sotto all’attacco manubrio, più che altro per una questione di pulizia visiva del mezzo, ben assicurata dal paio di elastici montati per tenere la basetta del Garmin.

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Su pianura e vallonato, dunque sul passo, la Aeroad CF SLX 8.0 disc è ancora più efficiente delle precedenti versioni testate, diremmo quasi imbarazzante. Ritenendo ininfluente l’impianto disc, a dire di Canyon stessa, a seguito di test nella galleria del vento, influente negativamente per 0,8 watt rispetto alla versione a pattino, attribuiremmo alle ruote questa eccellente sensazione in confronto alle precedenti versioni testate. Il telaio e il pacchetto bici nel complesso si confermano molto molto rigidi. Nei rilanci repentini e negli scatti improvvisi, pagano forse qualcosa in termini di reattività, necessitando di quella frazione di secondo in più al rilancio, ma a bici lanciata o al più dopo quelle 2/3 pedalate dal cambio di ritmo, mantenere una velocità molto elevata (ognuno in proporzione ai propri standard) risulta veramente agevole.

Se questo era tutto sommato in preventivo, anche sulla scorta dei precedenti test, è in salita la sorpresa maggiore. Nonostante un peso non proprio da bici da salita, anche per la presenza di impianto disc e ruote ad alto profilo (nemmeno pesantissime in considerazione del così alto profilo, 810gr l’anteriore e 920gr  il posteriore per un totale di 1730 gr. nude) la Aeroad CF SLX 8.0 disc appare efficiente soprattutto in posizione seduta e composta da passisti/scalatori più che da grimpeur. La rigidità dà un senso di ottima trasmissione della forza impressa sui pedali senza dispersioni. Una efficienza avvalorata da alcuni riscontri cronometrici ottenuti e confrontati con altri precedenti del medesimo tester su segmenti Strava usualmente percorsi. Chiaramente, le prestazioni in giorni diversi risentono di altre variabili, ma tempi cronometrici tutto sommato in linea o solo leggermente più alti, forniscono una indicazione piuttosto probante, portandoci a ritenerla solo minimamente penalizzante rispetto bici più da salita pura, specie se le pendenze non sono troppo arcigne, oltre la doppia cifra.

Questa rigidità che tanto trasmette sensazioni positive sul pedalato diventa un filo meno positiva sui tratti sconnessi o anche solo rugosi e abrasivi dell’asfalto, rendendo la bici meno confortevole e in discesa dove è meno pronta nei repentini cambi di direzione.

L’impianto frenante, dopo una prima fase di adattamento alla pressione sulle leve, molto più leggera di quella delle versioni per pattini, dà un riscontro ottimo in termini di efficienza e modulabilità.

A parere di chi scrive, un disco da 140 dietro in luogo del 160 mm (peso rilevato 124 gr), a prescindere dall’infimo risparmio di peso, sarebbe non solo più adatto alle esigenze di una bici da corsa, soprattutto di una il cui campo di azione preferito non sono salite e conseguenti discese lunghe, ma la renderebbe anche più stabile in frenata. Con la potenza del 160 bisogna dosare bene la pressione al posteriore per non far bloccare o perdere di linea la bici, mentre all’anteriore si ha maggiormente percezione dell’intensità di pressione da imprimere sulla leva e dunque il 160 appare congruo. In due uscite bagnate la frenata si è mantenuta sostanzialmente identica alle condizioni di asciutto, ad eccezione della prima frenata, che è oltremodo rumorosa.

Le pastiglie, pur in resina, dunque del materiale più performante, ma teoricamente meno duraturo, necessitano di qualche uscita di rodaggio per rispondere al meglio come prontezza a disco freddo. Alle prime uscite la frenata è decisamente più lunga. Dopo la distanza percorsa nel test, appaiono comunque utilizzabili per parecchio tempo (a sx quelle anteriori).

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In condizioni di vento sostenuto l’avanzamento controvento risulta meno impegnativo rispetto ad altre bici, dando una sensazione di migliore aerodinamicità o comunque minor influenza negativa, mentre con vento laterale soprattutto per il profilo delle ruote (62mm), ma anche per la generosa sezione laterale di telaio e reggisella, il fastidio è piuttosto accentuato. L’attenzione alle folate deve essere massima e con vento laterale, la sensazione è che l’aerodinamica, e dunque l’avanzamento, siano oltremodo disturbati e faticosi, almeno in rapporto a bici meno aero.

Da segnalare qualche aspetto tutto sommato banale, ma che non ci convince più di tanto. La rapportatura di serie del pacco pignoni, in scala 11-28 manca di quel filo di progressività che un 11-25 e ancor più un 12-25 potrebbero garantire su una bici principalmente non destinata a pendenze notevoli. Il 16 e il 18 sarebbero sicuramente più utili ed utilizzati dell’11 e del 28, specie col 52-36 davanti. Il reggisella S27 risulta piuttosto scomodo nel modificare l’inclinazione della sella. Gli inserti laterali che si inseriscono nel reggisella tendono a inchiodarsi ad ogni serraggio e necessitano di forte pressione esterna (in rete si trovano diversi facili accorgimenti faidatè) per sbloccarsi.

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Va detto che è un problema risolvibile in pochi istanti, una volta capito come fare, e piuttosto marginale. Si pone la prima volta che si posiziona l’inclinazione della sella ed eventualmente ad ogni cambio sella, dunque con cadenza molto lontana nel tempo.

Il perno passante anteriore, infine, potrebbe essere più comodo se azionato con sgancio rapido piuttosto di dover portare appresso la brugola idonea a svitarlo in caso di foratura. Le problematiche di cambio ruota al volo sono roba da prò….o da amatori/prò.

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Conclusioni

La Aeroad CF SLX 8.0 disc è una bici che trova la sua massima resa su percorsi pianeggianti o vallonati, dove influisce molto positivamente nel mantenimento di elevate velocità, pur difendendosi egregiamente anche in salita senza essere penalizzante, se non su pendenze troppo arcigne, dove il calare drastico della velocità lascia forse preferire bici più da salita. Va considerato, peraltro, che i percorsi sono generalmente costituiti da terreni più mossi e vari piuttosto che da sole salite estreme.

L’efficienza, l’allestimento e la cura dei particolari (inclusi l’accuratezza dell’imballaggio e il kit attrezzi per il montaggio, tra cui la dinamometrica manuale), anche in rapporto al prezzo, appaiono veramente di ottimo livello.

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Prezzo bici completa: 4.999 Euro

Prezzo telaio 2.799 Euro

Sito: https://www.canyon.com/it/

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