Specialized per gli ultimi modelli di bici e scarpe ha interrotto la numerazione progressiva, affidandosi a dei nomi, ed è così che invece delle S’Works 8 sono arrivate le scarpe Torch, come modello top della loro gamma. Scarpe che abbiamo provato nel recente periodo.
Se a prima vista possono sembrare delle 7 con una chiusura BOA in più al posto dello strap in velcro, in realtà le Torch sono un’ennesima evoluzione sotto molti punti di vista, cosa a cui Specialized ci ha spesso abituato (in particolare già nel passaggio dalle S’Works 6 alle 7). Queste scarpe infatti hanno un volume maggiore della parte anteriore, oltre ad un taglio più basso a livello della caviglia.
Nuova anche la talloniera, ora asimmetrica, e la suola in carbonio. La talloniera rispetta gli ormai noti parametri del Body Geometry di Specialized, che ricerca un allineamento verticale perfetto tra piede e ginocchio. Il tallone asimmetrico dovrebbe rendere questo allineamento ideale.
Molto curati i dettagli, a partire dalle chiusure BOA S3 in alluminio.
Sino alla suola in carbonio unidirezionale con talloniera integrata, di 20gr più leggera che nella versione precedente, ma che conserva la stessa (elevata) rigidità. Le bussole per installare le tacchette sono in titanio.
Nuova anche la tomaia, in un materiale chiamato TPU, ovvero non più Dyneema, un materiale più elastico e resistente alle abrasioni. La maggiore elasticità rispetto al Dyeneema è orientata a dare più comfort.
Minimale la soletta interna delle Torch, sia per spessore che per imbottiture.
Svariati i fori per l’aerazione sulla tomaia, mentre sulla suola è presente una sola feritoia nella parte anteriore. All’interno delle Torch si trova la vite per rimuovere l’inserto antiscivolo sulla suola nella parte posteriore.
Come si diceva prima le Torch sono più ampie delle precedenti S’Works 7 nella parte anteriore, di 4mm precisamente. Ma sono disponibili anche in una versione Wide, per piedi a pianta larga, di ulteriori 4mm più larghe, quindi ben 8mm più delle 7. Le Torch restano scarpe molto leggere, pesate a 245gr in taglia 45.
Le Torch non sono scarpe “particolari”, nel senso che non sono estreme in nessun senso, e questo personalmente lo ritengo un bene, in quanto le scarpe “neutre” a mio avviso sono quelle che alla fine prediligo (pur avendo un piede particolarmente stretto), in quanto sono quelle che si adattano meglio a tutti i tipi di situazioni, dalle lunghe pedalate ai vari climi. Le Torch non sono molto aerate nella parte inferiore, con solo una feritoia sulla parte anteriore della suola, ma l’aria che entra dalla tomaia è più che sufficiente a mantenere il piede aerato anche in giornate calde. L’elasticità della tomaia è un giusto compromesso se si vuole un’ottima tenuta, ma mantenendo un minimo di comfort. Anche la lunghezza della linguetta è nella media, quindi non fastidiosa anche per chi ha il collo del piede alto.
La rigidità della suola invece è elevata, identica a quella della versione precedente.
Nel complesso una scarpa che prosegue una sorta di “addomesticamento” delle scarpe top di gamma di Specialized, a partire dalle S’Works 6 e passando per le 7, per cui si è aggiunta comodità e volume, rendendole via via meno “estreme” ed orientate alla sola prestazione. Considerando anche che in gamma sono rimaste le 7 e Specialized propone anche le Vent per climi torridi, e le Ares, che a mio parere restano le più comode ed al contempo le più “racing”.
Le Torch costano di listino 439€, quindi siamo nel campo dell’altissima gamma. Sono disponibili in 5 colori: bianco, nero, bianco Team (con scritta nera), blu profondo e “quercia”.
Questione di peso, studi scientifici su una maggiore mobilità che apporta qualche vantaggio o solo una "moda" (senza tono polemico)?