(Photo by David Ramos/Getty Images)

Yorkshire 2019: un mondiale aperto

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Ormai ogni selezione nazionale è stata rivelata ed i contendenti al titolo mondiale sono pronti all’imminente evento. Ognuno ha un favorito in mente, ma obiettivamente si tratta di un mondiale molto aperto, con diversi pretendenti credibili, soprattuto visto il percorso, che viene descritto come una sorta di Amstel Gold Race per profilo e lunghezza, ma con salite leggermente più lunghe ed un finale in un circuito non selettivo. Questo apre a diversi scenari in base a come sarà interpretata la corsa, che non esclude un arrivo con sprint di gruppo, com’è stato per la tappa al Tour de France 2014, praticamente corsa sullo stesso tracciato. L’unica certezza è che non sia un tracciato per scalatori. E che almeno 3 campioni hanno dato forfait vista la propria scarsa forma al momento, ovvero Michal Kwiatkowski, Vincenzo Nibali e Egan Bernal.

Per il resto i favoriti principali sono:

Alejandro Valverde (Spagna). Il campione del mondo in carica sembra non sentire i suoi 39 anni, come ha dimostrato alla Vuelta terminando 2° ed aggiudicandosi la tappa di Mas de la Costa. Le doti di Valverde sono note, ed è difficile trovarne dei punti deboli avendo nella resistenza e nella punta di velocità le doti che lo hanno consacrato come uno dei campioni più vincenti. Se dovesse indossare la seconda maglia iridata lo farebbe come più vecchio campione del mondo della storia, battendo l’olandese Joop Zoetemelk, diventato campione del mondo nel 1985 a 38 anni, 8 mesi e 29 giorni.

(Photo by David Ramos/Getty Images)

Philippe Gilbert (Belgio). Corridore molto simile per alcune caratteristiche a Valverde, deluso per la non selezione al Tour de France, ha ripensato la propria stagione con l’obiettivo del mondiale (parole sue). La forma sembra essere quella dei tempi migliori, nonostante i 37 anni, infatti ha vinto due tappe alla Vuelta (a Bilbao e Guadalajara) come nel 2012, l’anno in cui diventò campione del mondo nei Paesi Bassi. Come bonus può contare su una squadra fortissima, con corridori capaci di controllare la corsa, ma soprattutto renderla un inferno per gli altri, imponendo un ritmo altissimo da subito.

(Photo by Bryn Lennon/Getty Images)

Julian Alaphilippe (Francia). Il francese ha dimostrato che se è in forma al momento è l’uomo da battere nelle classiche. Dopo il fenomenale Tour de France le aspettative sono alte per lui, che però si è risparmiato tornando alle corse con le due recenti prove canadesi (GP de Québec e Gp Montréal) utilizzate da molti come banco di prova. Un dubbio riguardo le sue possibilità venivano dalla squadra, ma le recenti prestazioni dei suoi compagni, Rémi Cavagna su tutti, sono confortanti.

Mathieu Van der Poel (Paesi Bassi). L’olandese viene dato da molti come uno dei favoriti vista la sua vittoria all’Amstel Gold Race. La forma pare esserci vista la sua recente vittoria proprio su queste strade al Tour of Britain. La squadra a supporto c’è ed ottima. Resta il dubbio per molti sul fatto che sia un corridore quasi “part-time” su strada, cosa che persino infastidisce alcuni, come se fosse un oggetto estraneo al ciclismo su strada. Il punto è che MVDP vince ovunque e con una superiorità a volte imbarazzante, come nella penultima tappa al Tour of Britain dove negli ultimi 150mt ha sverniciato tutti come se fossero di una categoria inferiore. Anche con un arrivo allo sprint MVDP è tra i favoriti visto che in volata compete coi migliori per potenza, essendo per caratteristiche l’anello di congiunzione tra corridori da Ardenne (i tre menzionati sopra) e quelli da Fiandre.

Jakob Fuglsang (Danimarca). Impressionante nelle classiche di primavera (3° all’Amstel, 2° alla Freccia Vallone, 1° alla Liegi) sembrava nella forma della vita, per poi deludere al Tour de France. Da li però a impostato la sua preparazione per il mondiale, dando prova di ottima forma con la prima tappa vinta alla Vuelta sull’Alto de la Cubilla. Ricordiamo anche la sua medaglia d’argento alle Olimpiadi di Rio (dietro Van Avermaet) su un percorso non dissimile da quello di questo mondiale. Oltretutto è supportato da un’ottima squadra.

Greg Van Avermaet (Belgio). Il piano B del Belgio. Non è stato molto accreditato sin qui per via di una stagione anonima, ma il belga le qualità le ha per fare bene su un percorso del genere, soprattutto con un finale in volata ristretta. La recente vittoria al GP di Montréal è segno di buona forma. Con Van Avermaet si apre la sequenza di corridore da Fiandre papabili al successo.

Peter Sagan (Slovacchia). Il tre volte campione del mondo non si può non indicare tra i favoriti, anche se con qualche perplessità per quanto fatto vedere sin qui in stagione, ovvero pochetto. Però però bisogna considerare che la sua stagione non sarà stata stellare come suoi standard, ma i piazzamenti sono stati numerosissimi come suo solito, non ultimo il 2° posto al recente GP di Quebec dietro Michael Matthews e davanti Van Avermaet. Come al solito non sarà supportato da una grande squadra, ma la vecchia volpe slovacca non se ne è mai fatta un problema…

(Photo by Daniel Kalisz/Getty Images)

Zdenek Stybar (Repubblica Ceca). I cechi arrivano a questo mondiale piuttosto ben dotati, con una squadra solida e corridori con caratteristiche ideali per il percorso, come Roman Kreuziger (già vincitore di una Amstel) e proprio Stybar, che ultimamente ha fatto un ottimo 3° posto alla 19^ tappa della Vuelta dietro Cavagna e davanti Valverde e Gilbert. Non un favorito assoluto, ma da non sottovalutare.

(Photo by Dan Istitene/Getty Images)

Matteo Trentin (Italia). Trentin è chiaramente l’apri fila di una serie di “mezzi favoriti” che possono avere delle buone chances in caso di giornata di grazia o  se la corsa dovesse mettersi in condizioni particolari, sia per conduzione che meteo. La riprova il 2° posto in generale al Tour of Britain (a 17″ da MVDP), con una vittoria di tappa, due terzi ed un secondo posto. Oltretutto Trentin è corridore esperto ed intelligente e sa come interpretare bene le corse.

Visto il discorso fatto per Trentin, le sorprese possono essere molte, e molti sono i corridori da non sottovalutare e che potrebbero mettere la proverbiale zampata: Matej Mohoric (Slovenia), Alexander Kristoff (Norvegia), Ben Swift (UK), Bob Jungels (Lussemburgo), Nils Politt (Germania). A riprova di un mondiale molto aperto.

Meno aperta dovrebbe essere la prova a cronometro, dove il percorso, 54km per niente piatti, sembra tagliato per Primoz Roglic e Rohan Dennis. Poi a scelta: Bob Jungels, Geraint Thomas, e perché no, Remco Evenepoel. Meno per gli specialisti più “puri” (e pesanti) come Stefan Küng, Edoardo Affini, Mathias Brändle, Jos Van Emden etc.

Chiusissime le prove femminili, dove i Paesi Bassi promettono di far saltare il banco.

Un’ultima annotazione statistica: 14 degli ultimi 20 campioni del mondo hanno avuto come ultima prova prima del mondiale la Vuelta.

 

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