Colnago ha presentato la nuova bici da gara tuttofare della propria linea, la V5Rs. Naturale evoluzione della V4Rs, bici supervincente grazie a Tadej Pogačar e alla UAE-Emirates, non ne è però solo un’evoluzione con qualche cambiamento marginale, ma si tratta di una bici totalmente nuova sotto vari aspetti: materiali, costruzione e design. Sotto un’apparente somiglianza molto discreta con la V4, la V5 è in realtà una bici di sostanziali novità.
Il dato da cui partire per descrivere i cambiamenti è sicuramente quello del peso: il kit telaio V5Rs (nella misura 485) è più leggero del 12,5% rispetto al V4Rs, ovvero pesa (non verniciato) 685 grammi (798 la V4Rs), 342 grammi la forcella (375 la V4Rs), per un totale 1027 grammi, ovvero 146 grammi totali in meno rispetto alla V4Rs. Questo risparmio di peso è stato ottenuto grazie a una combinazione di nuove tecniche di laminazione e produzione.
La novità nella costruzione è stata l’utilizzo di speciali mandrini semirigidi, in luogo dei classici inserti gonfiabili. Grazie a questi mandrini, il telaio non ancora polimerizzato può essere preformato con precisione, disponendo ogni strato di carbonio nella posizione e nella direzione progettate, anche in giunzioni molto complesse e sezioni con raggi ridotti. Durante il processo di polimerizzazione le fibre restano immobili e mantengono la direzione prevista, garantendo così il corretto assorbimento degli stress per cui sono state concepite. Di conseguenza non è necessario aggiungere materiale extra oltre al progetto originale, riducendo così il peso complessivo; le prestazioni finali del telaio corrispondono con maggior precisione ai calcoli teorici, incrementando resistenza e stabilità e migliorano inoltre la qualità generale e la finitura superficiale.
La V5Rs è realizzata con una tipologia di fibra di carbonio differente dalla V4Rs. La gran parte del carbonio utilizzato per la costruzione della V5Rs è ad alto modulo, con alcune parti realizzate in carbonio ad alta resistenza. L’esatto contrario di quanto era utilizzato per la V4Rs. Questo sottolinea la differenza sostanziale nella costruzione dei due telai.
Altro componente fondamentale per la riduzione del peso è l’adozione del movimento centrale BSA. Questa scelta è stata dettata dall’elevata rigidità già raggiunta dal telaio, che consente di utilizzare una soluzione meno sovradimensionata per il movimento centrale, riducendo così il peso complessivo della bici. Generalmente lo standard BSA è meno pesante del T47 ora in voga, avendo cuscinetti più piccoli.
La V5Rs è anche compatibile con l’attacco UDH per il deragliatore posteriore.
L’altro aspetto su cui si sono concentrati da Colnago è stata l’aerodinamica, ormai fattore centrale nel ciclismo moderno. La V5Rs ha un’area frontale più piccola del 13% rispetto la V4Rs. Tutti i tubi della V5Rs sono più sottili della precedente, come anche il tubo sterzo più sottile, soprattutto nella parte superiore, grazie al cuscinetto superiore da 1-1/8 (quello inferiore è da 1”1/4, come nella V4Rs).
Inoltre i profili del tubo sella e del reggisella sono ora notevolmente più sottili e profondi. Il reggisella ha una nuova forma più sottile, completamente rivista rispetto alla precedente forma a D. Ciò consente di risparmiare peso e ha un ulteriore effetto positivo di essere più aerodinamico.
Il passaggio ruota è garantito per coperture fino a 32mm (ma dei 34mm ci stanno sicuramente -in foto sono dei 30mm-).
Molto interessante anche il nuovo approccio adottato da Colnago per definire al rigidità del telaio. In Colnago hanno sviluppato delle metodologie interne volte a replicare in particolare due situazioni: le forze di carico in piedi sui pedali e in posizione seduta, in modo da controllare la deformazione e la rigidità complessive del telaio in queste situazioni. In particolare Colnago ha confrontato tutti i prototipi in queste due situazioni di carico predeterminate: la posizione sprint, con una combinazione di carichi applicati sia sul manubrio che sul movimento centrale, con entrambi i componenti posizionati sul piano del triangolo anteriore e perpendicolari al piano del telaio, con lo scopo di simulare le sollecitazioni di flessione e torsione in presenza di carichi oscillanti; e la posizione seduta, in cui i carichi sono applicati solo sullo stesso piano del triangolo anteriore per riprodurre la guida a tutto tondo.
Diversa anche la geometria, anche se non stravolta. Per la prima volta Colnago utilizza due diversi rake della forcella (47 mm per le misure da 420 a 510 e 43 mm per quelle da 530 a 570), con l’obiettivo di ridurre il trail, soprattutto nelle misure più piccole e con pneumatici più voluminosi sempre più diffusi, rendendolo più uniforme su tutte le taglie. Questa modifica rende la V5Rs più reattiva nei cambi di direzione e nelle manovre rapide. Gli angoli del tubo sterzo (HT) e del tubo sella (ST) sono leggermente più verticali rispetto alla V4Rs per facilitare una posizione in sella più avanzata e raccolta, ottimizzando così l’aerodinamica e la trasmissione della potenza, seguendo i più recenti dettami in tema.

Quattro le colorazioni disponibili: bianca, nera, bianca e nera (quella nelle foto) e bianca iridata:
Prezzi e allestimenti
Il solo Framekit costa 5940€, ma non è compreso il manubrio. Il manubrio Colnago CC.01 costa 800€, ma può essere montato qualunque manubrio con il profilo a D per il passaggio dei cavi (come l’Enve).
Infine, la domanda più ovvia è: come va? Aldilà di quello che ne potrete dedurre dalle performance dei corridori della UAE e Pogačar in particolare, vi posso dire che nelle poche uscite che ho potuto fare in questi giorni pre-lancio la V5Rs mi ha favorevolmente impressionato per la leggerezza (7,48kg in taglia 57 montata Ultegra e Vision SC45) e per la maneggevolezza. Allo stesso tempo non è una bici rigidissima, ma ha un ottimo bilanciamento tra comodità-assorbimento e reattività in situazioni come sprint fuori sella. Nel complesso una bici che mi pare ideale per lunghi giri alpini. Ad ogni modo la bici ci è stata lasciata in test quindi approfondiremo nelle prossime settimane, ascoltando anche le vostre richieste su cosa vi interessa sapere.
View attachment
In generale non è che cambi poi molto a diverse velocità. 45kmh è lo standard nelle gallerie del vento per evitare "rumore", ma il tutto è abbastanza scalabile a velocità inferiori, anche se poi diventa poco significativo appunto, a meno di durate notevoli.