La grande occasione per la bici

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Da più parti si sente spesso ripetere che “questo virus è l’occasione per…“. Seguono i desiderata più disparati (alcuni da brividi, ma si sa, “il mondo migliore” è cosa molto soggettiva…), ma tra questi uno di particolare interesse qui è la grande occasione per la bicicletta come mezzo di trasporto sostenibile in un mondo che ormai è diventato troppo trafficato ed inquinato dai mezzi a motore.

Qualcuno sta passando dai progetti ai fatti però. Prendiamo ad esempio il governo britannico, che ha annunciato un piano di stanziamento da 2 miliardi di sterline per creare piste ciclabili provvisorie, marciapiedi più larghi, incroci ri-pensati per le bici, e nuove corsie preferenziali per autobus e biciclette.

Il segretario dei trasporti Grant Shapps ha dichiarato: “durante questa crisi milioni di persone hanno riscoperto il ciclismo, sia per fare esercizio (in Uk era permesso -ndr-) o per spostarsi con maggior sicurezza distanziandosi socialmente. Fermo restando che non si tratta di un messaggio in contraddizione con lo “stare a casa”, quando il paese tornerà al lavoro abbiamo bisogno che le persone restino in bici e vengano emulate da tante altre. In caso contrario, con i trasporti pubblici fortemente ridotti i nostri treni ed autobus saranno presi d’assalto e le strade intasate di auto, causando forti impedimenti per i servizi di emergenza, personale sanitario e servizi di consegna vitali. Sappiamo che le auto continueranno a rimanere vitali per molti, ma se guardiamo al futuro dobbiamo costruire un paese migliore con abitudini di spostamento più ecologiche, aria migliore ed una comunità più sana“.

La Cycle Super-Highway di Londra

Il governo britannico sta anche istituendo un programma di voucher per permettere il pagamento delle riparazioni delle bici. Con un impatto immediato sul business del mondo ciclo, che, precedentemente in forte contrazione (dopo un quinquennio abbondante  di crescita esponenziale dato “dall’effetto Sky”) è tornato ad essere in positivo, con ad esempio la catena di negozi Evans Cycles (catena che tratta bici e accessori di media ed alta gamma) che ha tenuto aperto ben 20 negozi durante il lockdown dovuto al coronavirus.

Stesso atteggiamento oltre-Manica, con il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, la quale ha annunciato per la fine del confinamento (oggi -ndr-): il raddoppio del numero di parcheggi di scambio alle porte della città, con 2000 posti ripartiti in 30 parcheggi che saranno gratuiti per i titolari di abbonamenti dei mezzi pubblici. Inoltre 50km di strade saranno riservate alle bici, con 30 vie che saranno pedonalizzate per evitare assembramenti, in particolare nelle vicinanze delle scuole.

Anche qui si tratta di un cambiamento di mentalità che potrebbe diventare permanente: “So che la maggioranza dei parigini non ha voglia di un ritorno alle auto e all’inquinamento. Se certi cambiamenti funzioneranno non c’è ragione per tornare indietro“, ha dichiarato il sindaco della Ville Lumière.

Anne Hidalgo  (Photo by STEPHANE DE SAKUTIN / AFP)

Anche il governo francese ha istituito un sistema di voucher per la riparazione delle bici (cambio pneumatici, cavi, etc..) dal valore di 50eu l’uno, da spendere in negozi convenzionati. Inoltre ha programmato un investimento da 300 milioni di euro per la realizzazione di una rete di 650km di piste ciclabili nella regione di Parigi.

A Bogotà in Colombia, sono stati creati 76km di piste ciclabili temporanee, mentre a New York dall’inizio dell’epidemia si sta assistendo ad un boom senza precedenti dei trasporti con bicicletta, con il solo servizio di Bike Sharing Citi Bike che ha visto un incremento dei viaggi coi propri mezzi dal 1° al 11 di Marzo a 517.768 dai 310.132 dello stesso periodo dell’anno precedente.

L’ex medaglia olimpica ed ora imprenditore Chris Boardman ha commentato: “Più importante dei soldi è che il governo ha dato al ciclismo come metodo di trasporto un nuovo status, e non per ragioni ideologiche, ma pratiche, in quanto soluzione logica migliore nel breve periodo. Ora sta a noi scegliere di farla diventare a lungo termine“.

Chris Boardman

Commenti

  1. sy-lo:

    Io spero il bonus venga dato all'acquirente con lo scontrino in mano in modo che venga ripagato quanto effettivamente speso... Lasciare che siano i negozianti a scontare le bici e poi chiedere i soldi indietro mi fa sentire puzza di truffa da un miglio di distanza... Non lo so ma non mi fido degli italiani...
    Concordo, l'altra volta successe così e l'incentivo veniva detratto dal listino (di fatto quasi annullandosi e finendo nelle tasche del venditore).
    Se stavolta sarà restituito al compratore direttamente dallo scontrino, senza interposizione del venditore, magari si eviterà che venga assorbito dallo sconto dal listino non fatto.
  2. alespg:

    Guarda, incrocio spessissimo la mattina un ragazzo che va a lavoro proprio con una Colnago in carbonio....ed inizia a Febbraio...fino a tutto Ottobre almeno...
    Io non faccio testo perchè ho una bici di 20 anni fa, usavo quella per andare a lavoro, altri miei colleghi utilizzano comunque la bici da corsa per venire a lavoro, d'altronde, se hai più di 30 km a tratta e vuoi farli in un tempo decente, non ci sono molte alternative alla bici da corsa.
    Ale
    Io ho due bici. Una in carbonio e una bici gravel in acciaio da 700 euro con la quale vado in città (15 km). La differenza in termini di tempo sarà dell'ordine del minuto o meno. Con un incentivo "del 70% fino ad un massimo di 500 euro" (questo quello che sembra che faranno) una bici come quella te la porti a casa a 250 euro e te la ripaghi in due mesi di benzina. Il problema è che sembrerebbe che l'incentivo è solo per chi vive in città, di fatto tagliando fuori tutti quelli come me (ma anche chi abita a 2 km dalla città se è un altro comune). E questo la dice lunga su come la bici venga concepita in Italia. Uno strumento con cui fare spostamenti urbani di qualche centinaio di metri e non di più...
  3. EZIO61:

    Ha certamente un posto sicuro dove "ricoverarla" :)
    si, per fortuna non tutti devono lasciare la bici per strada....siamo in tanti ciclisti che lavoriamo in officine, magazzini, fabbriche, industrie, impianti...uffici.. in cui lo spazio è l'ultimo dei problemi. Spesso basta chiedere e se il datore di lavoro non ha la testa di legno, si trova sempre la soluzione.
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