Scott Addict e Solace 2014

Come anticipato in questo articolo Scott ha presentato i suoi due nuovi modelli corsa: Addict e Solace 2014, di cui qui esponiamo maggiori dettagli.

La Solace è una bici votata al comfort, che sostituisce nella media gamma la venerabile CR1, declassata ad entry-level. Il telaio ha un peso, nella versione Premium, di 890gr. grazie all’utilizzo del carbonio HMX. Questo carbonio è prodotto dalla Toray e fornito a soli 4 costruttori di biciclette. La novità non risiede nella fibra, ma nella resina, che è di un nuovo tipo brevettato con utilizzo di nanotubi, grazie al quale si ha, a parità di caratteristiche meccaniche, un peso inferiore.

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Le versioni non Premium, a partire dalla Team Issue provata ieri sono in carbonio HMF, che porta il peso del telaio a 920gr.

Le geometrie sono essenzialmente identiche a quelle della CR1, tranne che per il tubo sterzo più lungo di 10mm. Le taglie sono 7 per uomo e 5 per donna, quindi 12 in carbonio HMX e  12 HMF.

I dati dichiarati rispetto alla CR1 sono di: +42% CR1 comfort, +17% rigidità al movimento centrale.

Come già spiegato nell’altro articolo le caratteristiche con cui questo è stato possibile sono riassumibili in un lavoro particolare a livello di spessori e volumi (quindi di layup del carbonio) dei tubi. Che sono graficamente riassunti in queste tabelle:

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Per quanto riguarda invece la Addict, le differenze risiedono anch’esse principalmente nell’utilizzo del nuovo carbonio T1000G della Toray chiamato da Scott HMX. Che nel caso della Addict giova anche di un lavoro di layup per cui il telaio è composto di 312 strati di vari tipi ed orientamenti di carbonio nelle varie parti del telaio (89 per la forcella); mentre per la Solace sono 298 (89 per la forcella) e 296  per i modelli non Premium (82 forcella).

La Addict Premium SL in carbonio HMX pesa per il framekit (telaio + forcella) 995gr, nelle versioni HMF 1088gr. Tanto per confronto il framekit della vecchia Addict pesava 1261gr. Ovvero 8gr meno della Cervélo California ( che però non è un telaio fatto in produzione industriale) e 19gr meno della Cannondale SuperSix Evo Nano.

Il movimento centrale per tutti i nuovi modelli è il BB86 da 86,5mm.

Le taglie e geometrie sono le stesse della Foil, ovvero:

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Se proprio volete sapere anche i dati aerodinamici, la nuova Addict ha un cx migliore della vecchia facendo risparmiare il 13,2% a 45km/h.

Questa mattina ho potuto provare la versione Team Issue su un percorso con salite brevi e ripide con circa 1000mt di dislivello in 40km. La bici è veramente piacevole da rilanciare ed il percorso ha messo in evidenza questa dote. Mi ha ricordato molto la BMC Teamachine nuova provata poco tempo fa. La Addict mi è sembrata solo un po’ più “nervosa” in discesa, ma probabilmente ciò è dovuto alle ruote Syncros RL1.0 in carbonio, più leggere delle C24 che montava la BMC. Super aggressiva la frenata. Forse persino troppo. Ruote full carbon per copertoncino, come tutte le Syncros, che usano mozzi Dt-Swiss. Queste ruote sono dichiarate a 1310gr.

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Syncros (brand di componentistica di Scott) ha anche presentato le RR1.0 da 55mm, sempre full carbon clincher, da  1510gr. Dichiarate più rigide delle Zipp 404 (15%) e più aerodinamiche delle Mavic Cosmic SLR (5% a 10° di yaw angle). La parte più interna del canale del cerchio da 21mm è di 15mm per consentire di avere più materiale (0,5mm per lato) sulle piste frenante in modo da renderli più resistenti sia alla pressione che alla temperatura. 100kg max per il sistema (ciclista+bici). Tutti e due i modelli sono dati a circa (da definire) 1690eu. Le 55mm sono disponibili di serie sulla Foil Premium.

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Syncros ha anche presentato selle, manubri, pompette e accessori vari. Degno di nota secondo me questo multitool chiamato Matchbox che contiene oltre alle solite brugole e cacciaviti, uno smagliacatena con uno spazio per una maglia, che di solito si perde in tasche e borselli vari.

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Scott invece ha presentato anche le sue novità nell’abbigliamento, in particolare scarpe e caschi. Anche qui degno di nota il nuovo modello top di gamma di scarpe da strada, in livrea giallo-nera con suola in carbonio e doppia chiusura boa. La particolarità interessante è la soletta con degli inserti staccabili o aggiungibili tramite strap che consente si personalizzare la calzata sia in termini di arco plantare che di supporto metatarsale. Interessante anche la linguetta che ha all’interno un supporto in plastica traforata che serve ad uniformare la pressione della stessa sul collo del piede. La fattura sembra buona per un prezzo abbastanza accessible per un top di gamma: 290eu (circa, da definire)

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Chiudo segnalando i nuovi caschi Vanish EVO, fatto molto bene, con un sistema di chiusura con la classica rotellina sul retro, ma con gli ancoraggi sulla parte frontale del sistema cambiabili in 3 posizioni, in modo da poter personalizzare “l’altezza” sulla fronte del sistema di chiusura. Molto ventilato (60% parte frontale aperta), ma con un prezzo davvero abbordabile: 149eu. E niente da invidiare a modelli che costano un bel 100eu in più. Così come molto ben fatto il casco ARX, che per 79eu è uno dei migliori che abbia visto e toccato.

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Solo prototipo per ora il Vanish Aero, usato dagli sprinter della Orica Green-Edge. Studi in galleria del vento danno un vantaggio aerodinamico di 6W a 40km/h. Contro i 20W del modello Split da crono. Pare che la richiesta dei triathleti però sia molto forte, quindi prima o poi arriverà in produzione. Interessante la spiegazione di come vengono realizzati i caschi da parte dell’ingegnere Scott, su cui ritorneremo. Una curiosità che credo interessi a molti: questi nuovi caschi aero, secondo i loro studi sono “freschi” dai 30km/h in su, mentre sconsigliabili in particolare dai 20km/h in giù (salita ad esempio), per via dei flussi d’aria che a queste velocità riescono o meno a percorrere l’interno del casco. Da notare che quest’anno molti corridori della Orica Green-Edge li hanno molto richiesti non tanto per l’aerodinamica, ma perché visto il clima gli tenevano più calda la testa (non è una battuta).

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Saluti dalla Svizzera

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