L’avvocato di Denifl: “Nel ciclismo c’è il 90% di dopati”

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Nel sito austriaco Tirol-Orf.at è apparsa un articolo che fa il punto sul caso di Stefan Denifl, ex corridore della AquaBluSport, imputato al tribunale regionale di Innsbruck per frode commerciale aggravata, dopo essere stato coinvolto nelle indagine dell’operazione Aderlass, durante la quale il 32 enne hha ammesso di aver fatto uso di doping ematico.

Questo processo è molto interessante perché si basa sull’accusa di frode commerciale dovuta al doping, e pertanto mette in luce tutta una serie di considerazioni sul contesto in cui si svolge il doping sportivo, il quale, come spesso si fa presente, non è semplicemente assumere una sostanza per vincere qualcosa, ma porta con se una serie di altri possibili reati.

La difesa di Denifl ha chiesto infatti che vengano sentiti come testimoni le persone che hanno firmato i contratti con il corridore, richiesta accolta dalla corte. In questo modo gli avvocati di Denifl vogliono sapere se e come i contratti siglati coi corridori sarebbero stati terminati una volta saputo dell’accusa di doping, e per conoscere la posizione della squadra in merito ai danni presunti cagionati dal loro assistito, visto che la squadra non ha deposto una denuncia o richiesto danni di immagine ad esempio.

Denifl ha ammesso di essere ricorso al doping ematico, trasfusioni nello specifico, con l’aiuto del Dott. Mark Schmidt, ma precisando di “non essere un criminale” e che nel ciclismo professionistico le prestazioni richieste sarebbero altrimenti impossibili senza doping. Denifl ha asserito che le squadre sanno e che molti atleti si dopano nel ciclismo: “non avrei avuto un contratto senza doping“, ha concluso.

L’avvocato di Denifl ha dichiarato che il suo assistito sarebbe in caso di condanna punito due volte, in quanto i titoli ed i premi in denaro vinti da Denifl sono già stati revocati, ed è stato squalificato: “ha rovinato la sua salute e a volte corso delle gare al rischio della vita. Nel ciclismo c’è un 90% di doping, non c’è nessun super atleta pulito”.

Secondo l’accusa il pagamento di bonus e di spese per la squadra ammonta ad un danno di circa 580.000eu.

Nel processo è imputata anche la persona che coordinava gli incontri tra Denifl e Schimdt, ma per lei è richiesto solo il pagamento di un’ammenda di 300eu.

 

Commenti

  1. ...E' triste...quasi una eterna lotta tra il gatto e il topo...nuovi controlli cui fanno seguito nuove sostanze o nuove modalità di mascheramento delle sostanze...la domanda vera è se esiste una soluzione reale.... gandalf
  2. Ser pecora:

    Nel caso specifico non si tratta di nuove sostanze, ma delle care vecchie trasfusioni, che sono in giro da 30 anni ormai.
    Ed idem per il trovarle: a casa del medico dopo che qualcuno ha spifferato.
    Che, alla peggio, è sempre consigliabile rispetto a chi teneva le riserve in frigorifero insieme ai gelati.
  3. mikimetal91:

    penso di non aver spiegato bene il mio pensiero.
    lui può essere a processo per quello che vuoi, ma se facesse i nomi di altri ciclisti, rischierebbe di fare una brutta fine
    Dall' intervista la strategia processuale appare chiara, dimostrare che non c'è nessuna "frode commerciale" perchè (quasi) tutti gli attori sanno che il "commercio" è falsato. Per cui non è questione di fare i nomi di altri ciclisti, stai già coinvolgendo squadre, sponsor e dirigenti.

    Per cui in realtà sta gia "facendo nomi". Del resto se partecipi in quello che descrivi come un sistema criminale, quando ti beccano le opzioni sono solo due, o parli e collabori con la giustizia o stai zitto e sconti la pena. Non ce n'è una terza tipo dire e non dire.
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